Per sorreggere la tesi, scrive due
biografie, Tarzan Alive (mai tradotto in Italia) e Doc
Savage: una biografia apocalittica (1992). Qui si spiega, in
appendice, l’origine del Wold Newton: “Doc Savage
non solo ha molti antenati famosi, ma ha anche molti cugini celebri,
tutti originari di un piccolo villaggio inglese, Wold Newton, nello
Yorkshire, famoso soprattutto per il meteorite che cadde nelle sue
vicinanze nel 1795… al momento dell’impatto,
transitavano a poca distanza da quel punto due grosse diligenze con
quattordici passeggeri e quattro vetturini. Tutti questi furono esposti
alle radiazioni ionizzanti sprigionatesi dal minerale di cui era
composto il meteorite. Tra i discendenti di quelle diciotto persone si
riscontra un impressionante numero di grandi esploratori, scienziati e
nemici del crimine. Un numero così elevato, in effetti, che
l’unica spiegazione ragionevole è che la
radiazione del meteorite abbia portato a una mutazione benefica dei
geni di coloro che sono stati esposti a essa”. Ecco
quindi che ci troviamo a scoprire che Doc Savage, Tarzan, Sherlock
Holmes, Sam Spade, Fu Manchu e anche James Bond sono tutti parenti. Da
questo filone nasce Il diario segreto di Phileas Fogg
(1990), riscrittura del Giro del mondo in ottanta giorni,
dove si svela la missione segreta di Fogg (vedi Quaderni
d’Altri Tempi n. 1). Da qui arriva anche The
Adventure of the Peerless Peer (1974), storia pubblicata come
un inedito di Watson in cui Sherlock Holmes e Tarzan si ritrovano
insieme in Africa a combattere i tedeschi durante la Prima guerra
mondiale. Il Tarzangame non si esaurisce qui, Farmer si prende anche
una vacanza dalla fantascienza più o meno iconoclasta per
dedicarsi ad una saga extragenere, il Ciclo di Opar
(Tarzan’s Africa) che inaugura con il
romanzo Opar, la città immortale (1989).
La rivisitazione della città perduta si è
interrotta dopo due puntate, ma il gioco non ha subito interruzioni.
Farmer nel 1999 corona un sogno: scrivere una storia di Tarzan. Il
libro inedito in Italia è The Dark Heart of Time:
A Tarzan Novel, storia tutta d’azione che sviluppa
un gioco vertiginoso di specchi riflettenti l’immagine di
Tarzan da quello scritto da Burroughs a quello riscritto da Farmer a
quello da lui scritto, ma nelle vesti di Burroughs. L’uomo
scimmia ne viene fuori rinvigorito, guadagnando in
immortalità, in vitalità. Il giovane lord inglese
ne esce bene anche dal più duro dei trattamenti a cui Farmer
lo ha sottoposto: l’uso intensivo di diverse droghe pesanti.
Il Tarzan fulminato dalla chimica di Il dannato figlio della
giungla impasticcato (1976) è un altro doppio
salto mortale, dove si immagina che a scrivere le note vicende
dell’inglesino nella giungla sia stato l’altro
Burroughs, William, il visionario autore de Il pasto nudo,
La scimmia sulla schiena, Nova Express
e tutti gli altri deliranti reportage sul mondo probabilmente reale che
abitiamo. Se deve essere selvaggio, sia, sembra essersi detto Farmer
mentre schizzava ritratti di tal fatta: “Grosse zampe pelose,
forti, come quelle di uno spacciatore di Old Jungle, strapazzano
Clayton a terra e in aria. Respiro puzzolente. Deve fumare bucce di
banana. Tuut! Tuut!
L’Espresso Gorilla ding-dong s’infila nel nero
tunnel del mio retto. Emorroidi infrante come pomodori schiacciati, con
un lieve sospiro. Morte vieni. E vieni. Orgasmi spaventosi e
sanguinosi”.
|