Percepisco dunque suono... immagino... sono Nanof | di Erika Dagnino | |
IL MOVIMENTO
Il movimento poi, inteso come mutamento della materia durante
l’azione dell’edificatore – il quale
incidendo genera anche un suono, una vibrazione corporea stancante, che
dal braccio diffondendone la fatica si estende al resto del corpo
– origina, attraverso l’atto stesso
dell’incisione, il residuo.
Una sorta di rimanenza materica dell’opera. Muro che si fa
polvere. Residuo fisico. Che un colpo di vento potrebbe portare via
contemporaneamente al processo di polverizzazione, ma che al contrario
potrebbe anche accumularsi ai piedi dell’opera o
spargersi nelle sue vicinanze. | ||
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—: Speciale: NANnetti Oreste Fernando, l'Uomo che cadde sulla Terra, con interventi di Aldo Di Marco, Lara Fremder, Paolo Rosa Adolfo Fattori, Giorgio bedoni, Giuseppe Baresi, raffaele Burno e Rosa Saviano Gennaro Fucile, in: www.quadernidaltritempi.eu/ rivista/numero6/ indexsf.htm |
— Stefano Pastor, Il pianoforte deve suonare da sé, annota Nanof
in: www.quadernidaltritempi.eu/ rivista/numero19/ 02bussole/q19_04nanof01.htm |
— Pier Nello ed Erika Manoni, I graffiti della mente, 2002. |
— Paolo Rosa, L’osservatorio nucleare del signor Nanof, 1985. | |||