Padre Pio, Harry Potter e altri avversari della fantascienza | di Roberto Paura | |
Il “tecnoscientismo” è, come si è visto, un fenomeno prodotto dalla stessa evoluzione tecnologica non più capace di essere compresa dalla mente comune. La scarsa presenza di una buona divulgazione scientifica è sicuramente una delle cause di questo fenomeno. Ma anche la fantascienza, che nei suoi primi decenni di vita servì come veicolo per stimolare l’interesse scientifico nella cultura di massa, oggi ha le sue colpe. Si pensi soprattutto alla corrente del postumanesimo. Essa fa riferimento alla possibilità, considerata più o meno certezza, che in un prossimo futuro l’evoluzione tecnologica raggiunga un punto detto “singolarità” superato il quale tale evoluzione non sarà più comprensibile né controllabile dall’intelletto umano. Tale singolarità coinciderebbe con il sorpasso dell’intelligenza umana da parte dell’intelligenza artificiale. Il postumanesimo pone dunque l’inintelligibilità del progresso come postulato essenziale: presto non solo la comprensione, ma anche l’evoluzione stessa della tecnologia sfuggirà al controllo umano e prenderà strade proprie. In una situazione del genere, la ‘fede’ in una singolarità e in un mondo post-umano implica già di per sé un elemento irrazionale. L’uomo del futuro non potrà fare altro che affidarsi a sistemi di cui ignora il funzionamento, andando incontro alla legge di Arthur C. Clarke per cui “ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” (1962). Come ha scritto giustamente Giovanni De Matteo, scrittore appartenente alla corrente italiana del postumanesimo, intorno al concetto di singolarità sembra essere nata una sorta di “attesa acritica e quasi religiosa di un evento [che è] una semplice – per quanto promettente – ipotesi sul futuro della nostra società (e civiltà)”. Quello che la fantascienza dovrebbe provare a fare oggi è ricercare lo straniamento coniugando la speculazione sul futuro con un atteggiamento più “umano” e meno “postumano”, teso cioè a riportare la scienza e la tecnologia alla portata della comprensione dell’uomo comune, liberandosi anche da uno stile che spesso fa deliberatamente uso di tecnicismi per dare un senso di estraneità alla storia. Ridare spazio a quella fantascienza sociologia e antropologica di John Brunner o Ursula Le Guin, aggiornandola e ampliandola con le speculazioni scientifiche più avanzate, potrebbe essere il primo passo per non chiudere la fantascienza in uno spazio sempre più ristretto negli scaffali delle librerie, soffocata da una fantasy sempre più d’evasione.
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— Aa.Vv., Scienza, paranormale e mass media. 10 anni di indagine ai confini della realtà, Atti del VI Convegno Nazionale del CICAP, 1999. — Clarke A.C., Profiles |
— Ron Hubbard L., Dianetics: the modern science of mental health, 1950, trad. it. Dianetics: la forza del pensiero sul corpo, New Era, Milano, 1987. — Weber M., |
— Greco P., La tecnologia alimenta il paranormale, “L’Unità”, 1° novembre 1999, http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/991101b.htm — De Matteo G., Singolarità Universali, “ |
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