Il positivismo, il laicismo e il
trionfo della scienza nel XX secolo sembrarono dare ragione a Weber: il
ritirarsi delle religioni – in primis di quella cristiana
– nell’ambito puramente individuale della fede, la
fiducia incondizionata dell’umanità nei progressi
della scienza, l’abbandono di pratiche tradizionali e
superstiziose, sono stati i segni concreti del disincanto del mondo.
Negli ultimi decenni, tuttavia, questo fenomeno ha subito una brusca
inversione. La fine delle “grandi narrazioni”, come
sostengono i teorici del postmodernismo, ha garantito nuovi margini di
manovra a forze irrazionali. Ma quello che molti osservatori hanno
ignorato è stato l’effetto, soprattutto in
Occidente, del cosiddetto
“tecnoscientismo”. In una tavola
rotonda del 1999 per i dieci anni di attività del CICAP, il
Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale,
dal titolo “Scienza, paranormale e mass media”, il
giornalista scientifico Pietro Greco sosteneva che fossero in atto
nella società contemporanea quattro componenti
anti-scientifiche. La prima è la crescita
dell’irrazionalismo di massa alimentata dall’appeal
di astrologia, occultismo e New Age; la seconda è quella che
lo storico della scienza Gerald Holton ha definito
“irrazionalismo di élite” propugnato dai
teorici del postmodernismo, critici verso qualsiasi capacità
conoscitiva e interpretativa della scienza e forse ancora
più pericoloso perché divulgato nelle
università e nei dibattiti filosofici; la terza componente
è l’irrazionalismo dei mezzi di comunicazione che
semplificano e generalizzano al fine di diffondere più
facilmente e rapidamente ogni tipo di messaggio, senza mai andare in
profondità; la quarta e qui più interessante
è appunto il tecnoscientismo. Si tratta della fede
irrazionale delle masse nelle capacità
‘salvifiche’ della scienza e della tecnica,
considerate quasi alla stregua di nuove forze magiche capaci di ogni
cosa. L’ignoranza riguardo il metodo scientifico e il
funzionamento dei ritrovati tecnologici, in generale la sempre maggiore
complessità e incomprensibilità di un mondo
impregnato di tecnica, favorisce paradossalmente l’emerge di
“nuovi profeti” e “nuove
irrazionalità” basate su
un’interpretazione mistica della scienza. Inevitabilmente,
dunque, la crescente complessità della scienza provoca una
sorta di fuga da una realtà incomprensibile da parte
dell’uomo comune. Il ritorno a forme di credenze irrazionali
non necessariamente in Occidente prende la forma di un revival
religioso, che al di là dell’apparenza
è ben lungi dal verificarsi, ma favorisce forme ibride di
anti-scientismo. La New Age è appunto una delle soluzioni
rintracciate, che cerca di sposare – come fa soprattutto la
chiesa di Scientology di Ron Hubbard – realtà
scientifiche con elementi mistici. |