Padre Pio, Harry Potter e altri avversari della fantascienza | di Roberto Paura | |
Già Asimov, che fu tra i
fondatori del CICAP americano e che aveva letto Ron Hubbard dalla
stessa rivista che pubblicava anche i suoi racconti (proprio Astounding
Stories ospitò Dianetics, da
cui si svilupparono poi le teorie alla base di Scientology),
condannò violentemente – fino a mettere in crisi
la sua amicizia con l’editore John W. Campbell, tra i primi
seguaci della chiesa hubbardiana – l’inaccettabile
confusione tra scienza e magia. Recentemente nel dibattito si
è inserito anche Piergiorgio Odifreddi, tra i più
importanti matematici italiani e noto per le sue posizioni
anti-religiose. In una breve intervista pubblicata su La
Repubblica nell’agosto 2007, il matematico
sosteneva: “…tutto l' Occidente è
diventato antiscientifico, tutto spinge ad una visione irrazionale,
magica, basta guardarsi intorno, al fenomeno Harry Potter,
i bambini crescono pensando che la magia risolva i problemi, la
matematica diventa un'eccezione in una visione del mondo
ascientifica”; rimarcando poi lo stesso concetto in un
più elaborato articolo di qualche giorno dopo sulla stessa
testata: “E come può, lo stesso giovane, imparare
a pensare razionalmente, se da bambino si appassiona alle imprese
fantastiche di Harry Potter o del Signore
degli Anelli, e da adulto ha il 10% di probabilità
di diventare uno dei sei milioni di italiani che ogni anno consultano
maghi, astrologi, chiromanti o guaritori, e altrettante
probabilità di diventare uno dei sei milioni di pellegrini
che ogni anno fanno visita a Padre Pio, per chiedergli grazie o
miracoli?”. Difficile dare torto a queste riflessioni,
benché sia necessario fare i dovuti
“distinguo”, evitando di condannare acriticamente
fenomeni che possiedono, al di là delle generalizzazioni
prodotte dai mass media, dei notevoli aspetti culturali. |
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