Sulle tracce di Verne: il viaggio sulla Luna di Georges Méliès
di Carmine Treanni

 



4. La crisi e il declino

Nel 1903 per arginare il fenomeno della pirateria sui suoi film, Méliès crea una filiale della Star Film a New York, diretta dal fratello Gaston. Nei laboratori annessi all'ufficio vengono duplicati i film per il mercato americano dagli originali francesi.

Grazie alla fama che ha raggiunto con le sue opere, soprattutto Nel 1909 viene eletto presidente del primo Congresso Internazionale della Camera degli Editori di Film. Si decide l'unificazione del formato della pellicola e la perforazione secondo gli standard della Star Film, ma l'industria di Méliès rimane artigianale e lontana dai sistemi di produzione delle multinazionali del cinema che proprio in quegli anni nascevano.

Questo limite segna in qualche modo il tracollo della produzione del regista, proprio quando il successo delle sue pellicole è mondiale.

Nel 1914 scoppia la prima Guerra Mondiale: il teatro Robert-Houdin viene requisito, e la distribuzione internazionale fortemente ostacolata.

Il fratello sperpera i capitali  della filiale americana nella produzione di mediocri film western, poi acquista un ranch al confine con il Messico e in una spedizione in Asia, Gaston partirà con la moglie e un cameramen in barca, toccando Bora Bora, Thaiti, l'Australia e il Giappone. Al ritorno molte delle pellicole risulteranno irrimediabilmente rovinate dal clima tropicale e dal viaggio[9].

Nel 1914 Méliès è costretto ad abbandonare il cinema e a convertire gli studi di Montreuil in un teatro a conduzione familiare. Nel 1923 è costretto a vendere i suoi beni: cede la proprietà di Montreuil e tutti gli oggetti di scena: una surreale accozzaglia di oggetti più disparati: aeroplani, palloni, dirigibili, locomotive, scale, mobili di ogni tipo, rocce, maschere, cieli stellati e costumi di ogni tipo.

Non sapendo più dove immagazzinarli, distrugge molti dei propri film. Nel 1925 ottiene in gestione un chiosco di dolciumi e giocattoli alla stazione di Montparnasse. Tre anni più tardi, un giornalista di una rivista cinematografica lo incontra al chiosco. Contemporaneamente il proprietario di un cinema ritrova alcune pellicole abbandonate nei magazzini di un centro commerciale. Méliès viene riportato alla ribalta: vengono riproiettati i suoi film, restaurati e colorati. In suo onore si organizzano banchetti e galà e riceve dal Governo la legione d’onore.

Alla fine della sua vita, i sindacati del cinema nel 1932 gli conferiscono una pensione, e lo ospitano in una casa di riposo per artisti[10].

Nel 1935 muore nella clinica Leopold Bellan di Parigi e viene sepolto nel cimitero di Père-Lachaise.

 


[9] Luigi Cozzi, Il cinema di fantascienza – Volume primo (1894 – 1919), op. cit.

[10] Ibidem

 

 

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