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Bartholomew J. "Bart"
il più grande dei fratelli Simpson, ha dieci anni e segue la quarta elementare.
Spesso inseguito dai raptus omicidi del padre, è un ragazzo ribelle pestifero e
menefreghista. Lui non ama molto la scuola anzi, insieme ad altri ragazzi,
compone la lista nera del direttore della scuola Elementare di Springfield
Skinner. Qualche volta scrive con le bombolette sui muri e si
"firma": "El Barto" A Bart piace fare dispetti, atti
di vandalismo e scherzi a sua sorella Lisa. I suoi idoli sono Krusty il Clown,
l'Uomo Radioattivo e il tre volte campione di "Formula Carrettino"
Ronnie Beck. Il passatempo preferito di Bart è andare in skate. Memorabili sono
le sue le sue frasi di punizione alla lavagna e le sue esclamazioni
italianizzate, tra cui la più famosa è: "Ciucciati il calzino!" (in inglese: Eat my shorts).
Otto anni fa, appena nata, la
prima parola di Lisa è stata "Bart". Suona il sassofono e a volte la
chitarra. Della famiglia è il centro morale ed intellettuale. È chiamata
spesso secchiona dai compagni di scuola e anche dal fratello Bart. Si è
definita "la bambina più triste della scuola elementare". Lisa
combatte strenuamente per i suoi ideali e a volte, così facendo, si attira le
antipatie altrui. Infine, la piccola Maggie
Simpson che ha solo un anno. La sua grande passione è quella di succhiare il
ciuccio. La sua prima parola è stata "Daddy" cioè papà. La sua
nascita è documentata nella puntata: "E con Maggie son tre": la
piccola è nata, creando molti problemi economici, quando Homer, dopo essersi
licenziato dalla centrale, è andato a lavorare nella sala del bowling. Ma il
lavoro è durato poco, poiché Homer è tornato alla centrale nucleare. Tre curiositàLa J. di Homer e Bart è un segno
di ammirazione di Matt Groening nei confronti di Rocky e Bullwinkle,
divertentissima serie animata americana degli anni '50. I nomi integrali dello
scoiattolo volante e dell'alce tonta (i due protagonisti della serie) sono:
Rocket J. Squirrel e Bullwinkle J. Moose. I Simpson hanno i rispettivi
nomi, ma non le caratteristiche, dei parenti dello stesso Groening: il padre e
il figlio di Groening si chiamano Homer, il suo altro figlio si chiama Abraham,
sua madre è Marge e le sue due sorelle sono Lisa e Maggie. Bart, tuttavia, è
l'anagramma di "brat" (monellaccio). Groening nega che Bart si possa
riferire a lui stesso. Gli epigoniCon I Simpson, il cartone
animato per adulti ha invaso anche la Tv italiana, con tutto il seguito di
polemiche che inevitabilmente si portano dietro prodotti così innovativi. Homer e famiglia, con la loro
carica trasgressiva, hanno svezzato il pubblico nostrano, rimasto ancora
ancorato alle movimentate avventure di Tom & Jerry. In un sol colpo I
Simpson hanno spazzato via il sogno della famiglia borghese americana. Ma a
frantumare definitivamente la struttura classica del cartoon e ad imporre sul
mercato prodotti non solo per bambini è stata la serie South Park,
creata da Matt Stone e Trey Parker. Il cartoon è incentrato sulle
gesta di quattro bambini: Stan, con un cappello blu e pon pon rosso, è il capo:
Cartman è grasso e si nutre di cibo e Tv spazzatura; Kile, con il capello
verde, è il più simpatico del gruppo; infine, Kenny è la vittima designata di
ogni scherzo architettato dagli altri e che di solito soccombe, quando non
muore proprio, per ritornare vivo e vegeto nel successivo episodio. ConclusioniI Simpson sono dunque diventati
(con merito) un fenomeno di costume. I giovani imitano Burt, citano le sue
battute, conoscono a memoria le vicende della famiglia color giallo-limone. Le storie della serie sono lo
specchio fedele della nostra società. Come ricorda ancora la D’Amato: “Secondo
una tendenza accreditata il tratto più caratteristico della cultura
contemporanea risiederebbe proprio nella cultura cinica con cui si esprimono i
suoi protagonisti. La ricerca del successo, la volontà di sopravvivere, la perpetua
ricerca della felicità, della bellezza (utopisticamente ricercata con le nuove
possibilità tecnologiche) ha prodotto una morale corrosiva che si pone come
antimorale Il risultato – continua la sociologa – è un mondo in cui ci sono
norme senza significato, e in cui la vita quotidiana è ridotta a mera ricerca
di soddisfazione e potere”[2]. E I Simpson rappresentano
(ci rappresentano) proprio questa cultura del cinismo, questa spasmodica
ricerca del successo. E in futuro, per dirla parafrasando Andy Warhol, probabilmente ci
sarà bisogno di dare a tutti, magari per legge, quindici minuti di celebrità,
per soddisfare il proprio ego. [2] Ibidem
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[1] (2) |