Lost in Web
di
Simona Vitale

 

 

Ad un occhio più attento il sito dell’Oceanic si presenta ricco dei cosiddetti easter eggs[3] inserti nascosti, che sono più o meno facili da trovare. Alcune di queste “piacevoli sorprese” sono evidenti, ma altre (come quelle che forniscono anticipazioni sugli episodi della seconda serie) sono veramente difficili da scoprire e richiede una grande competenza da parte degli users.

A rendere plausibile e legittima di autenticità la trama è anche il sito dei Driver Shaft (http://www.driveshaftband.com), la band musicale di cui è membro Charlie Pace, uno dei passeggeri del volo 815 e protagonista della serie. Come per il sito dell’Oceanic, anche qui ritroviamo (tra i testi delle canzoni, download musicali ed informazioni sulla storia del gruppo) uno spazio rivolto alla commemorazione delle vittime dell’incidente aereo[4].

Un analogo riferimento alle vittime lo si ritrova al sito http://megalottojackpot.com dove si ricorda Hugo Reyes, vincitore di 114 milioni di dollari e tragicamente perso in seguito alla caduta dell’aereo 815. Gli spazi virtuali volti a riaffermare il principio di veridicità dell’accaduto filmico non si contano né si riesce a distinguere le iniziative degli appassionati da quelle dei produttori.

Accanto a questo universo di Lost in rete, dove ogni riferimento del telefilm alla realtà esterna ha un suo corrispettivo virtuale in internet[5], vi è un mondo parallelo nel quale è altrettanto facile perdersi, un mondo per molti versi incomprensibile per gli spettatori della prima serie: quello della Dharma Initiative e della Hanso Foundation. È con queste due sigle che si entra nel regno più oscuro di Lost.

È con i siti della Dharma e della Hanso Foundation infatti che il gioco metariflessivo assume una nuova forma. Qui il coinvolgimento dello spettatore è maggiore. Tramite un complesso sistema di accesso (registrazioni on-line, newsletter, password, codici segreti, indovinelli ecc.) è possibile penetrare nel retroscena di Lost, non dietro le quinte del set, ma negli oscuri meandri della trama.

La Dharma[6] e la Hanso afferiscono ad un progetto sperimentale dalle dimensioni incalcolabili che sorregge la trama e in cui i protagonisti sono coinvolti consapevolmente e non. Secondo l’Enciclopedia Wikipedia: “La Dharma Initiative, fondata nel 1970 da dei dottorandi dell’University of Michigan, Gerald and Karen DeGroot e finanziata attraverso la misteriosa Hanso Foundation, è composta di un gruppo di scienziati e liberi pensatori di tutto il mondo coinvolti in una ricerca su ampia scala  condotta in varie discipline, inclusa la meteorologia,  la psicologia,  la parapsicologia, la zoologia e l’elettromagnetismo”.

Il rapporto tra finzione e realtà qui si fa più stretto e allo spettatore è chiesto di partecipare in qualità di ricercatore al progetto che vede tra i suoi ispiratori nientemeno che lo psicologo behaviorista B. F. Skinner. Per entrare nel vivo delle attività di ricerca, è necessario allora dimenticare quanto appreso in precedenza: il telefilm  viene qui presentato come un prodotto di fiction dietro al quale c’è però la mano della Fondazione Hanso e della Dharma Initiative. Il programma è quindi mostrato come un prodotto di fantasia, ma anche come parte del più grande progetto delle due associazioni che cercano di reclutare ricercatori attraverso la messa in onda dello show.

Sebbene la rete pulluli di notizie sull’esistenza della Hanso e della Dharma essi non sono reali, ma ad essere reali sono le conseguenze messe in moto dall’abbondare di informazioni che circolano a proposito dei loro progetti. Ne è un esempio il sito http://www.dharmaindustries.com che propone di diventare membro della Dharma con il pagamento di 30 dollari tramite un account Paypal.

Nessuno sa con precisione se il sito sia stato voluto dai produttori o messo in piedi da dei furbi creatori che sfruttano il fenomeno Lost, ciò che è certo è che qualcuno pagherà, o già lo ha fatto per ricevere maggiori informazioni sulla Dharma.

Accanto a tali siti poi fiancheggiano i blog, spazi della rete a metà strada tra il giornale e il diario personale, dove gli appassionati elaborano le informazioni sullo show apprese altrove ed aggiungono nuovi tasselli all’enigma del telefilm.

In questa giostra intermediale,[7] si ritrovano gli spettatori famelici di informazioni che brancolano da un sito all’altro alla ricerca di notizie ed anticipazioni sulla storia.

E così il pubblico televisivo che si avvicina al web per procacciare informazioni sulla serie viene letteralmente traghettato dalla tv ad internet in una babele di immagini, parole e video, in una girandola virtuale dalla quale è difficile uscirne con le idee chiare.

I sei tipi di spazi virtuali indicati possono altresì essere letti come il percorso intrapreso dallo spettatore che decide di approcciare alla trasmissione andando oltre la televisione, ovvero un tragitto esoterico dove la conoscenza viene elargita passo dopo passo e dove l’iniziato necessita di superare tappe e difficoltà per salpare ai lidi della gnosis.

Dal timido avvicinamento dello spettatore alla rete, dal suo girovagare sui siti dei network che trasmettono il programma (per magari informarsi su orari e giorni di messa in onda), si passa ben presto ad un immersione più profonda nel Lost world sino alla creazione di un blog personale dove il soggetto, pienamente integrato nel progetto, costruisce uno spazio autonomo nell’universo della finzione virtuale.

 


[3] Letteralmente tradotti come “uova di pasqua” rappresentano dei messaggi nascosti in oggetti come libri, cd, dvd, programmi per il pc ecc. Esempi di easter eggs possono essere rintracciabili nelle tracce fantasma di brani nei cd musicali o ad esempio nelle clip video nascoste nei dvd cinematografici.

[4] Nel sito, infatti si legge: “Charlie was only one of hundreds of passengers on board that day when the plane dropped off the radar. Think of how you and your fellow fans were affected by the news. Now multiply that by three or four hundred. Every person on that flight has family and friends and their own story. We have compiled a few articles and blurbs relating to other passengers traveling from Sydney to LA that day. If you discover any other media mentions of the people who were lost with Charlie, please drop us a line”.

[5] Singolare è il caso del fasullo gruppo musicale Geronimo Jackson citato una sola volta durante una puntata dela seconda stagione di Lost nella quale viene mostrata un loro disco (chiamato “Macna carta”) realizzato negli anni ’70. Alla pagina web http://www.geronimo-jackson.com, i Geronimo Jackson affermano di star lavorando ad un nuovo progetto discografico e si auspicano di poter presto “mettere in rete” brani tratti dai loro precedenti lavori.

[6] Dall’enciclopedia Wikipedia, la Dharma Initiative viene definita  come “fictional research project featured in the American television series Lost. It was first discussed in the second-season episode Orientation. DHARMA has recently been confirmed as an acronym by the show's creators, although what it stands for has not yet been disclosed”. http://en.wikipedia.org/wiki/The_Dharma_Initiative

[7] Il termine “giostra intermediale” è stato coniato da Renato Parascandolo a proposito dell’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche e può essere inteso come “un carosello imperniato sui contenuti con i media che gli ruotano intorno e si rincorrono l’un l’altro; un processo centrifugo in quanto i contenuti si diffondono dal centro alla periferia, al contrario di quanto avviene con la multimedialità tradizionale”. http://www.filosofia.it


    [1]  (2) [3]