Krautrocksampler

Guida personale alla Grande Musica Cosmica.

di Julian Cope.

Lain

206 pagine

€ 15 euro

 





 

Krautrocksampler

Guida personale alla Grande Musica Cosmica.

di Julian Cope

 


Gli appassionati di krautrock ne parlano quasi come di un testo sacro. Non potrebbe essere diversamente visto che a scriverlo è un superfan della musica alternativa tedesca degli anni 60 e 70 che risponde al nome di Julian Cope, musicista, scrittore, opinionista controcorrente, conosciuto ai più per essere stato il fondatore dei Teardrop Explodes. Dunque, prima che da critico o recensore, Cope scrive da ascoltatore entusiasta e militante, desideroso di condividere la propria euforia al lettore. E sinceramente questa operazione di transfert letterario gli riesce benissimo, merito anche della felice traduzione di Luca Fusari, che ha saggiamente mantenuto inalterato il tono del linguaggio lucidamente folle e caleidoscopico dell’opera originale (pubblicata per la prima volta nel 1995 e immediatamente ristampata svariate volte) senza cadere nel tranello di “imborghesirlo” di tic linguistici che abbondano nei testi, spesso astrusi, del “critico musicale contemporaneo”.

Si parte, quindi, con il piede giusto per un vero e proprio trip intellettuale tra visionari, maghi, guru e sconvolti della scena underground tedesco-occidentale che rispondono al nome di Tangerne Dream, Faust, Amon Duul I e II, Can, Cluster, Ash Ra Tempel, Popol Vuh, Neu!, Harmonia e molti altri. Sono loro i cosiddetti corrieri cosmici che agli scontati triangoli basso/chitarra/batteria di matrice anglo-americana antepongono i loro sperimentalismi elettronici, i loro mantra lisergici e le loro colonne sonore visionarie, sconvolte ed esasperate. Una musica che non cerca mai, almeno agli inizi, il compromesso. Anzi, come sottolinea Cope, una musica che fa del proprio carattere teutonico una qualità, anziché un ostacolo.

Questo succedeva in un’epoca in cui essere tedeschi non era per niente alla moda ma come rivela un testimone di quel tempo, l’ex manager degli Amon Duul II Werner Peper: “La nostra ingenuità e la nostra fede non avevano confini, l’anno era il 1969. I nostri padri erano stati i fanti di Hitler, e noi avevamo tutti un desiderio comune: qualcosa di diverso”. Un bisogno, quasi nevrotico, di inventare e di non copiare niente di ciò che andava di moda nella scena rock anglosassone ben espresso dall’avventura dei Faust, forse la punta più estrema e selvaggia di tutto il movimento, entrati subito nella leggenda con il primo album registrato a Wumme in un vecchio edificio scolastico ricovertito a studio di registrazione, o dalla genesi dei Tangerine Dream, nati da un’intuizione di Edgar Froese dopo un incontro, nel 1965, nientemeno che con Salvador Dalì. Oltre alle storie e alle vicissitudini dei gruppi più importanti della scena teutonica, Cope mette insieme un’intelligente discografia. Una “top 50” del krautrock che guida il neofita alla scoperta dei dischi assolutamente da avere con preziose informazioni su etichette, edizioni, formazioni, ristampe e disponibilità. Non mancano, ovviamente, note critiche e asterischi che indicano i dischi più facili da affrontare per chi inizia da zero.    

Per finire, una citazione che da sola sintetizza la forza di questa grande utopia non solo musicale ripresa nell’introduzione all’edizione 2005 e tratta dal libro di E. Lecca “Breaking Glass: Avan-Garde meets Pop Music (1996 -2001): “Se Zoroastro, Krishna, Budda o Cristo avessero agito nel contesto della musica dei nostri giorni, avrebbero sicuramente fatto parte della scena cosmica tedesca, senza dubbio”.


 

Recensione di Claudio Bonomi