Possession
di Andrzej Zulawski In Italia e negli Stati Uniti
uscì deturpato, stravolto, mutilato: ben 46 minuti tagliati, le
restanti scene rimontate non secondo l’ordine stabilito dalla
sceneggiatura originale. Non solo, vennero sostituite le musiche
originali e alterati i cromatismi del film in stampa, stravolgendo il
lavoro realizzato dal direttore della fotografia, Bruno Nuytten, allora
compagno di Isabelle Adjani. Infedele, infine, anche il doppiaggio che
venne fatto in italiano. Benvenuta quindi questa
“Director’s cut” integrale di un’opera
sconcertante, provocatoria, forte, letteralmente impressionante.
Zulawski ci lavorava già quando ancora risiedeva in Polonia,
dove, di realizzarlo, però non era neanche da parlarne. In
origine infatti la storia doveva svolgersi a Varsavia, ma poi la
location divenne Berlino, città all’epoca (1981) ancora
tagliata in due dal muro, segno netto di separazione che in più
occasioni entra nelle inquadrature. Il film rivisto oggi non ha perso
nulla della dimensione allucinatoria nella quale sono immersi i
personaggi e dove anche lo spettatore inesorabilmente sprofonda. In
buona parte anche certe scelte, discutibili allora, lasciano perplessi
ancora oggi, soprattutto riguardo alla reale necessità di far
vedere la creatura mostruosa per la quale ci si avvalse dell’arte
di Carlo Rambaldi. A questo punto, però, occorre un sunto della
storia, poiché questo film può sì definirsi un
horror, ma è anche altro. Intanto è una storia di
tradimenti, infedeltà, gelosia e della violenza che tutto
ciò riesce ad agitare dentro di noi. Capita a Marc (Sam Neill )
al rientro da un viaggio di lavoro. Anna (Isabelle Adjani), sua moglie,
è cambiata ed è subito chiaro che c’è di
mezzo un altro. Storia di un triangolo? Macché, un amante Anna
l’ha avuto, Heinrich (Heinz Bennent), ma ora ha piantato in asso
anche lui per tuffarsi anima e corpo in una relazione assoluta. Prende
il via da qui un gioco di sdoppiamenti, di allucinazioni, di violenza,
di riflessioni sul bene e sul male, sulla dialettica corpo/anima, di
sangue che scorre sempre più a fiumi, di pedinamenti per
scoprire l’identità del nuovo amante di Anna, di tentativi
disperati di ricostruire il nucleo familiare (i due hanno un bambino,
Bob) assassinii, e visioni sconvolgenti della cosa che possiede la
donna: un mostro senza nome e anche abbastanza senza forma nella prima
inquadratura, poi vagamente più antropomorfo in una malvagia
metamorfosi. Reale o partorito dalla fantasia della donna, alieno o
demone, poco importa in un film che azzarda un incrocio tra temi
morali, psicoanalitici e riflessioni sulla coppia da una lato, e
abominii degni del solitario di Providence, Howard P. Lovecraft, dai
cui abissi il mostro sembra provenire, quasi un aggiornamento de
l’Orrore di Dunwinch. Nel seguito della storia, Anna si sbarazza
di ben due detective ingaggiati da Marc per scoprire la vera
identità del suo amante e l’indirizzo della loro alcova, e
in seguito farà fuori anche la comune amica Margie (Margit
Carstensen). Marc, a sua volta in uno stato di esaltazione crescente,
si sbarazzerà di Heinrich con estrema ferocia. In seguito alla
scomparsa del figlio morirà poi anche la madre di Heinrich
(Johanna Hofer). Le morti però non finiscono qui e neanche le
metamorfosi del mostro…. Un discorso a parte merita poi la prova
di Isabella Adjani, che dopo essersi messa in gioco con un altro
regista dell’estremo, Werner Herzog (nel Nosferatu, 1979), qui
toccò vertici ineguagliabili, in costante stato di trance, con
rari momenti di quiete, allucinata, impossibile, dove basterebbe la
terrificante scena della possessione/parto/aborto/spurgo nei corridoi
della metropolitana per giustificare questa visione. La Adjani
ricevette per Possession il premio per la migliore interpretazione
femminile al Festival di Cannes dove il film venne presentato. Infine,
altra protagonista di questo film amatissimo da David Lynch, è
Berlino, che qui appare quasi deserta, con le sentinelle che
dall’altra parte del Muro scrutano senza posa, testimoni
silenziosi di una storia dove dominano il colore blu e il rosso del
sangue. Per dirla proprio con Lynch: una storia oscura e inquietante.
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titolo Possession
regia Andrzej Zulawski
casa di produzione Raro Video
principali interpreti Isabelle Adjani, Sam Neill, Heinz Bennent, Margit Carstensen, Johanna Hofer
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