Rebirth Of A Nation
di Paul D. Miller aka Dj Spooky 1915, il regista americano
Griffith dirige Birth of a Nation. Attraverso la tecnica inedita del
taglio, Griffith condensa più vicende in una, raccontando un
unico mito delle origini: la “nascita della nazione” grazie
allo sterminio, da parte del KKK, degli schiavi neri, colpevoli –
si affermava – della Guerra di Secessione. I ritornelli di
immagini estremamente dettagliate costruiscono nella coscienza
americana il mito razzista della casa bianca. 4 novembre 2008, Paul
Miller pubblica l’opera audio-visiva Rebirth Of A Nation,
“rinascita di una nazione”. Nell’opera (nata live ed
ora in Dvd), l’artista africano-americano ri-trasmette il film di
Griffith operando sulle immagini-materiale con una diversa macchina: il
remix. Le immagini sono smontate, ripetute, concentrate in sequenze
digitali, sottoimpresse a strati di linee colorate generate dal
software. Il film muto inizia a cantare: il sampling coniuga hip hop,
blues, violoncello, gracidio e slittamento del disco sui turntables. Il
flusso audio-visivo fa balbettare la Storia ufficiale, che perde
autorevolezza: le immagini inciampano, come un disco rotto, e si
ripetono in frammenti, sinistramente ridicole nel loro automatismo. Le
voci della memoria fanno tutt’uno con i dispositivi che la
rendono ripetibile (registratore, computer, piatto del dj,
cinepresa,…); la pratica performativa del remix lascia emergere
altre potenzialità. Rebirth Of A Nation non è la
risposta africana-americana al razzismo del film di Griffith; è
uno dei possibili disegni sonori di un futuro instabile (4 novembre
2008: Barack Obama è il Presidente Usa) e di un passato
manipolabile (1915: Birth of a Nation serve al reclutamento di membri
del KKK), al lavoro nell’intervallo presente
dell’opera-d’arte-come-ripetizione-e-differenza.
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titolo Rebirth Of A Nation
regia Paul D. Miller aka DJ Spooky
casa di produzione Starz/Anchor Bay |
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Kafka di Robert Crumb La
Praga di Franz Kafka e il percorso biografico e letterario di uno dei
pilastri della letteratura e della cultura della modernità
trovano un cantore straordinario in Robert Crumb, il disegnatore
americano figlio della cultura underground che ha la paternità
di personaggi come Fritz il Gatto e Mr. Natural, e che ha dato vita ad
una piccola scuola di stile e immaginazione (si pensi ai Freak Brothers
di Gilbert Shelton, ad esempio). Il volume dedicato al grande scrittore
boemo si nutre dei testi di David Zane Mairowitz, che conduce la
narrazione, e dei disegni di Crumb che, mentre illustra la biografia di
Kafka e la contemporanea storia di Praga, approfitta anche per
richiamare gli aspetti leggendari della città e della presenza
ebraica al suo interno (come quelli legati al mito del Golem), e per
sceneggiare alcuni dei racconti più visionari e famosi dello
scrittore, dalla Metamorfosi a La colonia penale, al Castello, al
Processo. La tesi del libro è che in realtà, attraverso i
suoi personaggi e le loro peripezie Franz Kafka rappresentasse se
stesso, come si percepiva, come sentiva funzionare il mondo. La vicenda
umana e artistica del praghese scorre, nel racconto di Crumb e
Mairowitz, fluida e continua, arricchita senza sbalzi dagli
“inserti” costituiti dal “montaggio” dei
racconti kafkiani, in un bianco/nero che gli conferisce
drammaticità e forza. Anzi, le interpretazioni di Robert Crumb
degli incubi narrativi kafkiani diventano gioiellini in più in
un libro già notevole di per sé. L’omaggio di uno
dei grandi freak della cultura pop del secondo Novecento a uno dei
più grandi freak della storia dell’intera cultura
occidentale moderna. |
titolo Kafka di Robert Crumb
testi David Zane Mairowitz
editore Bollati Boringhieri, Torino, 2008
pagine 187
prezzo € 14,00/span> |
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Per Capodimonte. Louise Bourgeois
di Autori Vari Louise Bourgeois, parigina,
nata nel 1911 e trasferitasi negli Stati Uniti con la famiglia alla
fine degli anni Trenta, è una delle artiste viventi più
incisive del secolo scorso, che ha attraversato frequentandone tutte le
correnti artistiche, e sperimentando con le sue opere moltissime forme,
materiali, direzioni possibili. Ha presentato a Napoli, nelle sale del
Museo di Capodimonte, dall’ottobre 2008 a gennaio 2009, una
settantina dei suoi lavori (disegni, sculture, opere in tessuto, in
lattice, in legno, in marmo, in metallo), che questo catalogo illustra
e sistema, offrendo un’ampia documentazione iconica di quella che
è la prima mostra antologica dell’artista in Italia.
Ispirata dal rapporto con le avanguardie artistiche e profondamente
legata alla sua famiglia, che si occupava di restauro di arazzi, la
Bourgeois ha fatto della solitudine, della sessualità, e appunto
della famiglia i temi fondamentali della sua ricerca. Straordinarie le
Maman, di cui una, la più grande, riempie imponente uno dei
cortili della Reggia di Capodimonte: enormi sculture metalliche
aracnoidi che avvolgono, contemporaneamente proteggendo e
intrappolando, il visitatore che si colloca sotto di loro, ispirate
all’artista dalla madre, figura protettrice ma anche tessitrice
di arazzi. Lo stesso valga per le Cells, spazi definiti da reti
metalliche, aperti agli sguardi ma inaccessibili ai corpi dei
visitatori, di cui due mai esposte prima d’ora. Una mostra
ricchissima e ben articolata, di cui il catalogo rende tutta
l’importanza e l’imponenza, documentandone bene anche
l’organizzazione e la logica ispiratrice.
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titolo Per Capodimonte. Louise Bourgeois
di Autori Vari
editore Electa Napoli, Napoli, 2008
pagine 160
prezzo € 50,00 |
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