Nikopol: Secrets of the Immortals
di White Birds production

Un'avventura in prima persona sviluppata dalla White Birds Productions (la software house di Benoit Sokal), ambientata nella Parigi del 2023 in un mondo caratterizzato dalla difficile convivenza tra uomini e Dei Egizi. Adattamento della trilogia a fumetti di Enki Bilal denominata appunto Trilogia Nikopol creata tra il 1980 e il 1992 che, nel 2004, diede i natali ad Immortal ad Vitam, film tratto dal fumetto. Nel videogame rivestiremo i panni di Alcide Nikopol, un giovane artista nella Parigi del 2023, decadente e tutt’altro che accogliente, almeno per gran parte della sua popolazione. L’ambizioso regime dittatoriale di stampo fascista ha concretizzato la suddivisione della città in due zone ben distinte, ghettizzando de facto una parte della popolazione. In tutto ciò la sicurezza e l’equilibrio sono costantemente in mano alla milizia governativa. Infine, la comparsa di una misteriosa piramide sospesa sulla cittadina francese, i cui “inquilini” sono niente meno che degli Dei Egizi – tra cui l’enigmatico Horus che avrà un’importanza cruciale all’interno della storia – completa il quadro. Quale sarà il ruolo del nostro Nikopol? E cosa si cela dietro l’avvento della criptica nave spaziale dalla forma piramidale? Dal punto di vista ludico, l’elemento che più degli altri primeggia è quello grafico: anche se  presenti in numero esiguo, le ambientazioni sono tutte di ottima fattura, con camere e paesaggi ricchi di dettagli, facilmente esplorabili grazie all’interfaccia altrettanto intuitiva, costituita da icone a scomparsa che è possibile richiamare con un clic del mouse. In quanto a bellezza, anche i modelli dei personaggi non sfigurano affatto, nonostante tradiscano alle volte le loro radici, ricordando, specie in quanto a proporzioni, un fumetto. Sulle animazioni di questi ultimi, però, bisogna dire che si sarebbe potuto fare molto di più, non tanto nella cura delle stesse, quanto nella varietà, che è minima. Per i fan di Enki Bilal e per chi ha amato la controversa pellicola cinematografica, assolutamente consigliato.
Valerio Volpicelli

Gears of War 2
di Epic Games

Gears of War è stato il primo titolo a segnare un passaggio netto tra la vecchia e la nuova generazione di console. Un’ondata che ha saputo dare un inizio ad un’evoluzione tecnologica che in molti stentavano a riconoscere nei primi mesi di questa Next Gen. Gears of War 2 si inserisce perfettamente nel solco lasciato aperto dal suo predecessore. Le locuste si sono tutt’altro che arrese, anzi, a sentire quanto dice la voce narrante della loro Regina, non lo faranno mai. Toccherà sempre a Marcus, assieme ai nuovi coprotagonisti – Tai, il guerriero Maori, Dizzy, il cowboy pilota di carri – ed ai membri della vecchia squadra, scovare le locuste che si nascondono ovunque, lungo il dipanarsi dei livelli in un crescendo adrenalinico di pura matrice hollywoodiana. Gears of War 2 è come il seguito di un’epopea cinematografica che sviluppa, espandendole, quasi tutte le migliori caratteristiche del precedente episodio, senza preoccuparsi di esplorare nuove strade. La storia è come sempre quella di un film d’azione, infarcito di colpi di scena e mostri sempre più grossi, con alcuni dei personaggi che, però, vengono approfonditi, fino a lasciare la sensazione di un vero e proprio manipolo d’eroi in una guerra molto più grande di loro. Il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato: tornano la ricarica attiva, il cover system, la motosega del lancer e gli scontri all’arma bianca. Le novità sono costituite dalle armi come il lanciafiamme, una pistola che scarica i proiettili ad intervalli, come fosse un piccolo mitragliatore, e un nuovo tipo di bombe. Si evolve anche la cosmesi. L’ultima versione dell’Unreal Engine illumina le scene in maniera molto più efficace, l’HDR regala alcuni scorci da ricordare, soprattutto verso le battute finali di gioco. Cliffy B. aveva promesso un gioco che sarebbe stato più grosso, più cattivo e più longevo, ed è stato di parola.
Valerio Volpicelli