Colloqui con il professor Y
di Louis-Ferdinand Céline L’accostamento probabilmente farebbe inorridire la critica accademica eppure in Colloqui con il professor Y, il pamphlet del 1955 di Louis-Ferdinand Céline opportunamente ripubblicato da Einaudi, c’è una dichiarazione stilistica che potrebbe rimandare – udite udite – addirittura ad Alessandro Manzoni: è proprio all’inizio, quando Céline rivendica a sé il merito di avere introdotto “l’emozione del linguaggio parlato nella scrittura”. In fondo è la medesima operazione che pur con innegabili limiti (l’italiano è quello parlato dalle classi colte e il fiorentino viene messo in bocca ai popolani di Lecco) si compie ne i Promessi Sposi. E nelle prime pagine un’altra folgorante osservazione critica: Céline accusa gli scrittori di non aver capito che il cinema li avrebbe costretti a cambiare il loro modo di lavorare e ad operare sulla scrittura con maggiore profondità: il paragone è con gli impressionisti, che dopo l’invenzione della fotografia compresero che il tratto del pennello non poteva più essere uguale a quello di prima. Probabilmente, se fosse ancora vivo, la vis polemica di Céline si sarebbe scatenata nella constatazione che gli scrittori (almeno è il caso di quasi tutti i best seller) il rapporto con il cinema oggi l’hanno ben compreso e di fatto non scrivono più romanzi, ma canovacci per sceneggiature…
Sono solo due brevi notazioni su un volumetto in cui Céline porta al massimo grado il suo delirio e/o (dipende da come lo si giudica) funambolismo verbale. Un testo comunque da non perdere, impreziosito anche dall’acuta postfazione di Gianni Celati che mette in luce le analogie tra la tessitura dei romanzi di Céline e le comiche finali: con Chaplin, Laurel e Hardy, Buster Keaton, Marx (intesi come Fratelli e non come Karl) come ispiratori. Il cinema muto per la struttura, il tempo sincopato del charleston per la scrittura: anche Céline era un figlio del suo tempo.
|
titolo Colloqui con il professor Y
di Louis-Ferdinand Céline
editore Einaudi
pagine 110
prezzo € 16,00
|
|
[ torna a letture ] |
||
|
Il Suicidio - L’educazione morale
di Émile Durkheim Nuova edizione del famoso studio di Émile Durkheim sul suicidio (1897). Si tratta di uno dei primi studi sociologici basati su una metodologia alquanto rigorosa, imperniata su correlazioni statistiche, sebbene non scevra da critiche metodologiche. L’opera rimane, ad ogni modo, uno dei pilastri della storia della sociologia. Durkheim tende a dimostrare la natura sociale, e non meramente personale e solitaria, delle cause dell’atto suicida. Sono tre le forme di suicidio che l’intellettuale francese prende in esame: quello egoistico, dettato da una scarsa integrazione sociale; quello altruistico, come lo è il caso di un atto eroico di tipo militare; quello anomico, caratterizzante la società moderna, che è causato dall’improvvisa disgregazione dei vincoli che legano l’individuo al gruppo. È quest’ultima forma di suicidio a suscitare maggiormente l’attenzione di Durkheim, proprio perché è indice del crollo di norme e valori capaci di indirizzare l’esistenza individuale in un contesto in cui non sempre c’è sintonia tra aspirazioni e soddisfazioni ottenute. Ed è questo il caso della modernità industriale e di quella rapida trasformazione sociale che sembra lasciare gli individui senza orientamento. Questa riflessione è in linea con le convinzioni di Durkheim, con la sua preoccupazione relativa alla dissoluzione dell’ordine morale e sociale, punto di riferimento fondamentale per ogni individuo. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il secondo saggio, L’educazione morale, un ciclo di lezioni tenute nei primi anni del Novecento. Emerge qui ancora la questione dell’ordine morale come fondamento della coesione sociale. L’educazione e la disciplina acquisiscono un ruolo fondamentale, dal momento che alimentano l’autorità morale, rendendo così gli individui capaci di regolare loro stessi, nella coniugazione di dovere e libertà, ordine e autorealizzazione.
|
titolo Il Suicidio-L’educazione morale
di Émile Durkheim
editore UTET, Torino, 2008
pagine 724
prezzo € 13,90
|
|
[ torna a letture ] |
||
|
L’aquila e il pollo fritto
di Vittorio Zucconi Ma l’America di una volta c’è ancora? C’è ancora quello spirito innovatore che portò Charles “l’aquila solitaria” Lindberg a scoprire l’Europa? C’è ancora la voglia di combattere per l’affermazione dei diritti di uguaglianza tra gli uomini? L’America è ancora terra di libertà e di opportunità? Insomma possiamo ancora sperare di rivivere l’autentico american way of life? In questa gustosa enciclopedia di vita americana che Vittorio Zucconi ci presenta attraverso le sue esperienze di americano non si può far altro, dopo aver letto il libro, di porsi queste domande. Zucconi non ci dà una risposta; racconta e basta. Ci parla di se stesso, e poi dell’America, che ci invita a chiamare con il suo vero nome, e cioè Stati Uniti. Dal libro traspare inizialmente una vivace ironia, ma scorrendo poi le pagine, i capitoli, si nota come questa vivacità lasci il posto ad una cruda definizione di fatti che nessun ammiratore o denigratore degli Stati Uniti, mai avrebbe pensato di apprendere. Zucconi ci racconta del razzismo ancora presente negli States e dell’evidente disuguaglianza sociale che penalizza milioni di persone che vivono in una povertà allarmante. Tramite quindi la sua esperienza di vita l’autore ci dona uno spaccato degli USA di ieri e di oggi, che non ci rende molto felici. Egli ci racconta vizi e virtù della sua amata seconda patria, sforzandosi davvero di mantenere quell’ironia che pervade i primi brani del libro, ma poi evidentemente si rende conto che su certe cose c’è poco da scherzare. Un piccolo gioiello infine è rappresentato dal breve ritratto che Zucconi fa del presidente Gerald Ford; nonostante non sia stato eletto dal popolo, è stato secondo il giornalista quello che più di tutti ha preservato il vero spirito americano, seppur brevemente. Insomma questo libro può accompagnare il profano in una breve conoscenza della storia dello Zio Sam. Let’s roll America!
|
titolo L’aquila e il pollo fritto
di Vittorio Zucconi
editore Mondadori, Milano, 2008
pagine 320
prezzo € 18,50
|
|
[ torna a letture ] |
||