CAMILLE
FLAMMARION E GLI
SPIRITI SELENITI
di Vittorio Frigerio |
Lo spiritismo che l’autore sottoscriveva aveva in effetti un lato progressista molto marcato. Il socialismo romantico di Fourier e di Pierre Leroux prevedeva già certi elementi dottrinali poi recuperati dallo spiritismo fin-de-siècle e adottati per l’essenziale anche da Flammarion. Al disfacimento sociale causato dall’industrializzazione e dalla società borghese dominata dall’egoismo, questo proto-socialismo pre-marxiano opponeva l’idea di un’unione totale dell’umanità al di sopra delle classi, che trovava la sua espressione più alta nella teoria della reincarnazione delle anime. Questa visione, metafisica ma non prettamente religiosa, aveva il vantaggio di emarginare il Cristianesimo – considerato il braccio spirituale della repressione borghese – per proporre l’idea di uno sviluppo armonioso degli spiriti di vita in vita, all’interno di una spirale eternamente ascendente. Jean Reynaud fu probabilmente il primo, in questo contesto, a rappresentare nel suo libro Terre et ciel (1854) l’idea di una catena continua di reincarnazioni dove gli animi passavano da un pianeta all’altro e di vita in vita, in una progressione inarrestabile verso la perfezione (cfr. Weber, 2007). Il concetto di pluralità dei mondi abitati sviluppato da Flammarion si prestava a meraviglia ad un tentativo di collegare logicamente il progresso materiale e il progresso spirituale, arrivando per finire ad identificare le forme di vita extraterrestri con le nuove incarnazioni di esistenze terrestri passate. In uno dei sue tre romanzi a tema fantascientifico, Stella (1897), l’autore identifica nell’elettricità la sostanza autentica dell’anima e la forza che permette la comunicazione tra gli spiriti, dipingendo il ritratto di un universo dove fluidi imponderabili in perenne stato di transizione collegano tra loro pianeti, soli e satelliti (Finn, 2007). In questo contesto dotato di una sua logica interna ineccepibile, dove spirito e materia superano la loro antichissima opposizione per ritrovarsi in una “sintesi di tutti i saperi” (ibidem), la Luna di Camille Flammarion, da pallido, inutile e deserto satellite della Terra, diventa il primo gradino su di una scala che porterà le anime umane alle soglie della perfezione.
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[1] [2] (3) | ||
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. Finn, M.R., “Science et paranormal au 19° siècle: la science-fiction spiritualiste de Camille Flammarion”. Dalhousie French Studies 78 (Spring 2007), pp. 43-51. |
. Flammarion, C., Lapluralité des mondes habités: étude où l'on expose les conditions d'habitabilité des terres célestes discutées au point de vue de l'astronomie, de la physiologie et de la philosophie naturelle. Paris, Didier, 1868. |
. Flammarion, C., Les mondes imaginaires et les mondes réels. Voyage pittoresque dans le ciel. Paris, Didier, 1870. . Villiers de l’Isle-Adam A., |
. Weber, T. P., “Carl du Prel (1839–1899): explorer of dreams, the soul, and the cosmos”. Studies In History and Philosophy of Science Part A Volume 38, Issue 3, September 2007, Pages 593-604. |
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