Franz Kafka, o quando la fantasia non consola | di Daniela Fabro | |
Lost
in time,
in space and meaning, come recita in chiusura The
Rocky Horror Picture Show.
I personaggi di Kafka sono infatti perseguitati da istituzioni
immateriali, senza luogo e senza date, o da persone che agiscono senza
senso, emblemi di un disagio esistenziale universale. I meccanismi
oppressivi che Kafka aveva immaginato profeticamente rispetto ai lager
nazisti e al “tutti contro tutti” del mondo post 11
settembre sono
figli della paura e dell’odio. Una paura del nemico, un odio
del
diverso che, come ha osservato recentemente Zygmunt Bauman, e non solo
lui, sono i principali marcatori dell’identità.
Odiando qualcuno, ha
affermato il sociologo in Paura liquida (Bauman,
2007) il
penultimo suo lavoro, l’uomo si sente legittimato a sostenere
con forza
la causa per cui odia, convincendosi sempre più che sia una
causa più
che giusta. L’odio diventa allora per così dire
neutro rispetto al suo
significato originale, ma assume l’ennesima faccia con cui il
potere
maschera la sua volontà di rendere inermi gli
individui coscienti.
Facendone così uno strumento per la sua
perpetuazione. Così si fanno strada la
scomparsa
del senso di appartenenza - a una comunità, a una lingua, a
una civiltà
- e l’assenza del desiderio di conoscere l’altro e
di mettersi in
relazione con il diverso da sé. | ||
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. Aldrich T.B. Sola con la sua anima, in A.A.V.V., Antologia della letteratura fantastica, (a cura di) Jorge L. Borges, Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Casares, Einaudi, Torino, 2007. . Bauman Z., Paura liquida, | . Kafka F., Il processo, (a cura e con un saggio di Giorgio Zampa), Adelphi, Milano, 1973. . Kafka F., Lettera al padre, | . Kafka F., Un medico di campagna, (a cura di Giuliano Baioni), Mondadori, Milano, 1981. . Kafka F., Racconti, |
. Kafka F., La metamorfosi e altri racconti, Garzanti, Milano, 1966. . Kafka F., Il castello, . Sini C., E Don Chisciotte |
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