La torre nera. La lunga via del ritorno
di Stephen King, Robin Furth, Peter David, Jae Lee, Richard Isanove
In La lunga via del ritorno, dopo il successo de La nascita del pistolero, Robin Furth e Peter David tornano a raccontare le vicende di Ronald Dechain di Gilead, il pistolero creato da Stephen King come sua declinazione personale del “Campione eterno”, per dirla con Michael Moorcock, protagonista della saga della Torre Nera, arrivata al suo settimo volume, e – ma solo forse – alla sua conclusione. Nell’albo si narra di come Ronald, dopo la morte della sua amata Susan Delgado, fatta mettere al rogo da una strega malvagia, provi a tornare a Gilead con i suoi due primi compagni, Alain e Cuthbert. Siamo agli albori, nel tempo del racconto, della saga, ben prima che Ronald incontri coloro che costituiranno il ka-tet, la compagnia con cui affronterà il lungo viaggio che lo porterà a sfidare il Re rosso… La sceneggiatura di Peter David rispetta bene il senso profondo del romanzo di King – direttore creativo dell’albo – così come le tavole: il movimento, i colori, le inquadrature, rendono perfettamente il senso di coraggio e potenza, inquietudine e dolore, valore e sacrificio, che scorrono lungo tutta la saga. Il graphic novel sembra essere il formato giusto per la traduzione in immagini di un’opera potentemente visiva, ma che forse tradotta in video – per la sua lunghezza – perderebbe comunque forza: un film sarebbe troppo lungo, una serie televisiva troppo dispersiva. E forse la sua dimensione melodrammatica (una delle due gambe, insieme all’avventura, su cui si è costruito il cinema di Hollywood) non le permetterebbe di rendere al meglio in quei formati. Il fumetto, per sua natura, specie nei suoi ultimi esiti grafici, sembra il medium più adatto per raccontare il fantasy/horror/western del Re del brivido. Adolfo Fattori |
titolo La torre nera.
La lunga via del ritorno
testi Robin Furth, Peter David
disegni Jae Lee, Peter Isanove
editore Sperling & Kupfer, Milano, 2008
pagine 160
prezzo € 16,90
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Alive in Paris 1970
di Soft Machine
In rete sta girando un po’ di tutto sui Soft Machine. Tra file audio e video che si possono trovare su siti specializzati o blog è possibile costruirsi una discreta video-discografia. Certo, non di grande qualità. E, poi, c’è sempre da considerare il fatto che scaricare filmati o file musicali non ufficiali o non autorizzati dai musicisti non rappresenta il modo migliore per aiutare, anche economicamente, i propri beniamini. E quindi ecco un dvd che, oltre ad essere stato espressamente autorizzato dagli autori, è forse uno dei migliori in circolazione con i Soft Machine colti, non a caso, nell’anno di grazia 1970. Siamo infatti nel marzo di quell’anno, punto d’arrivo di molti gruppi dell’area jazz e progressive britannica, e precisamente a Parigi al Theatre de la Musique con i nostri al completo, Wyatt, Hopper e Ratledge, accompagnati per l’occasione da Elton Dean all’alto e da Lyn Dobson al soprano, tenore e flauto traverso. La performance, registrata per il programma televisivo Pop 2, gode di una regia straordinaria, quella dell’allora giovane regista Claude Ventura che riprende il concerto dalle quinte del teatro, utilizzando angoli di ripresa assolutamente originali e a più dimensioni. La macchina da ripresa si sposta dal backstage al palco con spostamenti mai troppo repentini, catturando in questo modo l’essenza di un concerto che sembra animato da una forza superiore. D’altronde la qualità delle composizioni e soprattutto delle esecuzioni pone Alive in Paris ai vertici della produzione machiniana e non mancano inediti assoluti come la versione di Out-Bloody-Rageous inserita nel dvd che è la prima conosciuta e l’unica registrata in quintetto. E, secondo le note di copertina, la più fedele all’idea originale di Mike Ratledge che compose il tema portante del brano con in testa due sassofonisti come esecutori. Brillante poi la performance di Lyn Dobson: i suoi interventi aggiungono nuovi colori al monolitico assetto del trio e oltre a controbilanciare gli assoli sempre perfetti di Dean, danno un accento più groovy alle composizioni. Emblematici, in questo senso, le sue incursioni in Facelift e, soprattutto in Backwards, con il nostro al flauto traverso a donare una delle interpretazioni più emozionanti del brano capolavoro di Ratledge. In conclusione, un dvd che non dovrebbe assolutamente mancare nella discografia di amanti e appassionati del genere: un vero e proprio documento che sotto il profilo musicale e registico mantiene un’energia propria per niente logorata dal tempo. Claudio Bonomi |
titolo Alive in Paris 1970
di Soft Machine
etichetta Voiceprint
distribuzione Venus
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Arrivano i Beatles / Les Beatles arrivent
a cura di Umberto Buttafava, Enzo Gentile
La beatlemania scoppiò proprio come in passato si diffondevano le epidemie, colpendo tutti, ovunque, senza tregua, abbattendo ogni ostacolo, segnando immediatamente coloro che venivano contagiati. In pochi anni, i quattro lasciarono ovunque segni come fino al quel momento solo malattie e guerre erano riusciti a fare nella storia. Il primo evento pacifico mondiale. Lasciando da parte l’enorme influenza musicale esercitata fino ad oggi e basterebbero come punta dell’iceberg le innumerevoli cover del repertorio beatlesiano a darne un’idea, restano gli oggetti a parlarci di quel sano morbo giovanile. Molti sono stati raccolti in una mostra conclusasi nel maggio 2008 ad Aosta e di cui questo catalogo ne conserva, a sua volta, diverse meraviglie, manifesti dei concerti, copertine di dischi, locandine e poster dei film provenienti da tutto il mondo, memorabilia. Buona parte di questo tesoro è di proprietà di uno dei due curatori del volume, Umberto Buttafava. Si ritrovano insieme come vecchi commilitoni, come compagni del Sergent Pepper, il modellino del giallo vagone ferroviario del Magical Mistery Tour, le parrucche col celeberrimo taglio “a paggetto”, la poltrona gonfiabile griffata Yellow Submarine, la confezione di naftalina Beatles Insect Repellent, prodotta nelle Filippine, la batteria suonata da Ringo Starr nel tour americano, con il logo The Beatles dipinto a mano dal road manager Mal Evan, il manifesto del primo lungometraggio, il cui titolo (A Hard Day’s Night) non era stato ancora deciso e quello del concerto allo Shea Stadium di New York (1964), i quattro con le divise delle giubbe rosse. Un viaggio mirabolante. Gennaro Fucile |
titolo Arrivano
i Beatles / Les Beatles arrivent Storie di una generazione / Histoires
d’une génération. Edizione bilingue
a cura di Umberto Buttafava, Enzo Gentile
editore
Skira, Milano, 2008
pagine
256
prezzo € 45,00
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