Nell’immobilità
notturna del bambino, forse l’unico mutamento è lo
stato onirico, che lo conduce o trasporta in una alterità
contrapposta alla notte, all’ambiente esterno ma anche
interiore. Permanendo l’elemento di purezza e di candore,
l’assunzione di un soggetto fragile su cui si focalizza tutta
l’attenzione della vita presente e futura, come
sottolineatura di debolezza e fragilità umana: è
questa sorta di innocenza primigenia, di candore sensuale, ad apparire
come l’ultima risorsa. Ed è sempre riconducibile a
una condizione di solitudine dolorosa ma anche gioiosa: essendo e
rimanendo il sogno il momento in cui il bambino ritrova la propria
autenticità, oppure sogno che ribadisce lo stato di paura.
Se dietro la finestra illuminata dorme un
fanciullo, nella notte estiva, e sognerà…
Passa veloce un
treno e va lontano.
Il
mare è come prima.
Questa una delle poesie di Sandro Penna, nella voce recitante
di Sylvano Bussotti e nella voce saxiana di Claudio Lugo, la prima
delle tracce delle Video-Letture al Saxofono (Produzione
Dissonanzen, con il Comune di Napoli) su supporto dvd –
estratto dell’omonima performance avvenuta al Teatro Nuovo
nel ’97 nell’ambito del festival L’Anno
della Lettura a Napoli – opera
multimediale che impegna il musicista nella ‘recitazione
strumentale’ di alcuni versi del poeta “sapienziale,
mascherato da epigrammista delle sensazioni” come
lo definisce Cesare Garboli nella pagina prefazionale al volume Poesie1. Sul
piano dell’immagine la recitazione strumentale interagisce
con un continuo gioco di alternanze e sovrapposizioni del processo
strumental-musicale stesso, di frammenti tratti dal film Umano
non Umano di Mario Schifano, e di
coincidenze della visualizzazione della partitura, il cui disegno e
movimento appaiono come aggregazione e disgregazione di
‘segni cinetici del soffio’, inserendosi come
ulteriore manifestazione, su un ulteriore piano visivo, della
contiguità tra gesto del suono e gesto del corpo. Si
sviluppa infatti nel corso di tutta l’opera una sorta di
catalogo della gestualità del musicista coincidente con
quella del suono, come manifestato in diversi momenti nella rima
fisico-gestuale vera e propria: il gesto del corpo si fa espressione
visiva del gesto del suono, e tutti i movimenti somatici, compresa la
parziale, apparente immobilità, gli accenti delle
pulsazioni, la motilità gastroenterica, gli umori orali, le
sequenze muscolari, le circolarità respiratorie, evidenziano
il corporeo come uno dei motivi e degli elementi imprescindibili
dell’atto performativo, dalla registrazione al concerto
all’evento artistico nel suo scaturire.
|