Disconnected

di Faust & Nurse With Wound

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Disconnected di Faust & Nurse With Wound

 

Nell’epoca della connessione totale, della società dell’accesso, questi irriducibili anarchici si disconnettono. Un’accoppiata favolosa sulla carta, quella tra Faust e Nurse With Wound, ma che in buona parte è un bel disco dei NWW corroborato da alcuni robusti interventi dei Faust, in particolare nella prima traccia, Lass Mich, che apre rimandando a certe ballad in stile “So Far” (il loro secondo album), per poi spingere con forza sull’acceleratore, picchiando duro con le percussioni. Il seguito dell’album è un progressivo sprofondare nel cigolante e melmoso sound dei NWW, di provenienza aliena come pochi. Vale per la title track per la mefistofelica Tu M’Entends e per la lugubre It Will Take Time.

Non staremo a rifare le lunghe e nobili vicende artistiche dei due gruppi, solo qualche cenno. Basterà ricordare che i Faust si formarono nel 1969 schierando Rudolf Sossna (chitarra, tastiere), Arnulf Meifert (batteria - sostituito dopo il primo album da Werner "Zappi" Diermaier), Jean-Hervè Peron (basso), Hans-Joachim Irmler (organo) e Gunther Wusthoff (sintetizzatore, sassofono).

A Wümme, nel nord della Germania, tra Amburgo e Brema, utilizzano la loro vecchia scuola come studio e laboratorio, con una moltitudine di equipaggiamenti elettronici e un registratore a otto piste, rivoluzionando il modo di fare musica adoperando lo studio di registrazione come un vero e proprio strumento.

Esordirono nel 1971 con un album che esibiva in copertina la radiografia di un pugno chiuso e nelle prime note macinava e triturava Satisfaction dei Rolling Stones e la beatlesiana All You Need Is Love. Oggi Faust sono un nucleo ridotto e dilaniato da una lotta intestina.

Da una parte Irmler continua a produrre in proprio con l’etichetta personale, Klangbad, mentre Peron e Diermeier sono titolari, diciamo, del brand Faust, già utilizzato per la pubblicazione del box “Faust…In Autumn” prodotto dalla Dirter. Ora con “Disconnected” si inaugura una nuova label gestita dai due.

A loro volta i NWW, nati a Londra nel 1978, sono una creatura di Steven Stapleton, in prima battuta coaudiuvato da John Fothergill (chitarra, ring modulator) e Heman Pathak (tastiere). Aprirono le danze nel 1979 con un album che citava Isidore Ducasse conte di Lautréamont, “Chance Meeting on a Dissecting Table of a Sewing Machine and an Umbrella”, ovvero L'incontro fortuito sopra un tavolo d'autopsia, d'una macchina da cucire e d'un ombrello e questa la dice lunga sulle coordinate prescelte.

Titolari di una discografia poderosa tra album ufficiali, ep, singoli, remix, split, collaborazioni varie e nuove ristampe con bonus varie, hanno almeno due masterpiece dalla loro, “Soliloquy for Lilith” e “Spiral Insana”. Nel primo ripensano la scuola minimalista americana, per intenderci quella di Terry Riley, Philip Glass, Steve Reich, ecc. Nel secondo omaggiano proprio il kraut rock. Per tornare alle beghe dei Faust, evidentemente quelle in casa non bastavano e ne hanno cercate anche con i NWW, poiché nella limited edition di “Disconnetted” è stata inserita una traccia live dei soli Faust a insaputa dei soci inglesi, con conseguente irritata reazione. Non è chiaro a tutt’oggi quanto il caso sia rientrato.

Diciamo che la bonus mette a nudo le differenze e paradossalmente evidenzia proprio i meriti dei NWW nella riuscita del disco.

 

 

     Recensione di g.f.