Roberto Pinotti
Fantacinema effetto UFO
Editoriale Olimpia, Sesto Fiorentino, 2007
pagg. 198,
€ 16,00

 

 

 

 

 

 

 

 





 


Fantacinema effetto UFO di Roberto Pinotti

 

 

Immaginiamo un mondo (parallelo) in cui tutto è come qui da noi: ci sono stati gli stessi eventi storici, abbiamo vissuto le stesse vicende individuali e collettive, l’industria culturale si è sviluppata nella stessa maniera, con gli stessi canali, ha prodotto gli stessi romanzi, gli stessi film.

Anche lì esiste un genere che si chiama “fantascienza”, quindi esiste anche il cinema di fantascienza.

Anche lì, negli anni immediatamente successivi alla II Guerra mondiale ci sono stati avvistamenti di UFO, continuati fin negli anni Cinquanta, con ogni tanto qualche sporadica riapparizione, anche lì c’è stata la “guerra fredda”.

Un mondo del tutto simile al nostro si potrebbe pensare. Un perfetto doppio. Ma a che servirebbe? Come potremmo fare a dichiarare alternativo un perfetto clone del nostro mondo?

Sarebbe il “grado zero” del doppio. Oppure potrebbe essere un mondo simile a quello che l’uomo nell’alto castello di Dick immagina nel suo romanzo: un mondo dove la II Guerra mondiale è stata vinta dagli alleati (cioè un mondo uguale a quello dei lettori del romanzo di Dick).

Allora sarebbe un mondo due posti più in là: un mondo due volte speculare…

Ma, in effetti, una piccola differenza c’è, ed è fondamentale.

Nel mondo descritto da Pinotti gli USA, e le grandi agenzie della sicurezza interna ed esterna avrebbero elaborato un progetto che ormai va avanti da almeno quarant’anni.

Sono sicure che prima o poi un incontro con gli alieni ci sarà. Che ce li ritroveremo qui sulla Terra – naturalmente non possono prevedere in anticipo con quali intenzioni… Ma possono prevedere gli effetti che questo “incontro ravvicinato” avrebbe con la popolazione terrestre: potrebbe scatenare il panico, la catastrofe. Non tutti sono come gli appartenenti a certe sette, che non aspettano altro.

Allora, che fare?

Una strategia è stata elaborata: soft, occulta, “sotto traccia”. Bisogna abituare pian piano l’umanità all’idea di questo incontro, in modo che quando avverrà sarà il meno possibile traumatico.

L’idea del “contatto” deve penetrare nell’immaginario e nelle rappresentazioni sociali in maniera morbida, subliminale, quasi: ci si deve abituare a questa possibilità.

Ma come fare a comunicare all’umanità questa possibilità senza essere espliciti? Attraverso i mezzi di comunicazione di massa, in particolare attraverso il cinema.

E difatti, sostiene Pinotti, nel mondo parallelo da lui descritto, la maggior parte dei film di science fiction dell’ultimo mezzo secolo (gli stessi che abbiamo visto noi, da L’invasione degli ultracorpi Ultimatum alla Terra a Incontri ravvicinati) sono stati progettati per indurre negli uomini l’idea della possibilità dell’incontro ravvicinato del terzo tipo.

Il risultato è un leggibilissimo libro sul cinema di fantascienza, ricco di rimandi, di trame, di riflessioni, di analisi critiche.

Bella soluzione per parlare di cinema, e di science fiction!

Non possiamo pensare che – scavato ormai il fondo del barile delle elucubrazioni ufologiche, Pinotti abbia voluto usare un trucchetto facile per ritornare su un argomento che pare non reggere alla prova del tempo.


 

     Recensione di a. f.