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Il sogno, la favola, coniugati o meno
con eccesso e sfarzo, sono al centro della fabbrica del piacere che può oggi
essere definita come vero e proprio sistema industriale in cui editoria, cinema
e televisione (più che le compagnie aeree, i tour operator e le catene
alberghiere) fanno da ‘macchine’ sempre più sofisticate e raffinate la cui
produzione ci inonda di bellezze dall’alto potere seduttivo (o narcotizzante)
che ben risponde al diffuso desiderio di libertà e di fuga. La rottura del
convenzionale e del regolare si realizza pure restando in poltrona e senza
mettere alla prova le proprie doti di coraggio e di audacia, ma comunque
gratificando lo spirito nomade e il bisogno di meraviglia che si collegano
all’idea di arrivare lontano. La tele-visione fa suo questo bisogno, prima
estetico, di seduzione, e riconosce alla sua ampia audience la varietà dei gusti
e quindi la fidelizzazione a questo o quel format dedicato a natura, territorio, viaggi, avventura, cultura e arte.
E la scelta è davvero ampia. Qualche dubbio però va espresso sulla varietà
degli sguardi e dei racconti proposti al pubblico domestico. Prendiamo, a mò di
esempio o di esercizio di stile, solo
qualche programma. Alle falde del Kilimangiaro[3] e Turisti per caso[4]. Dove
l’uno sottende o mistifica e cela ciò che l’altro esplicita e a tratti
esaspera: l’esploratore-viaggiatore-turista sembra incarnare il mito di Narciso
o, meglio, interpretare la parte del Marco Polo de Le città invisibili di
Italo Calvino (1972). Cosa cerca e
cosa trova nei paesaggi e nei continenti
stranieri il viaggiatore d’Occidente? L’effetto straniante è ridotto a un gioco
di simulazioni vicino all’uso, pure sapiente nella sua superficialità, del trompe-l’œil che “… costituisce lo
spazio della seduzione e diviene fonte di vertigine”[5]. Così
il teleschermo diviene superficie che assorbe sogni e desideri e li restituisce
a ciascuno come il proprio alter ego che però di alter avrà davvero poco se non
qualche abito frusciante e una cornice di colori … In questo senso,
[3] Trasmissione giunta alla sua nona
edizione, condotta da Licia Colò e che,
come leggiamo dal sito della RAI: “fa viaggiare i telespettatori la domenica
pomeriggio, dalle ore 15.00 alle 18.00. Oggetto della trasmissione sono i
viaggi: quelli sognati e quelli più facilmente realizzabili,
con indicazioni concrete, testimonianze di itinerari effettivamente compiuti,
di avventure vissute. Protagonisti del programma sono i
viaggiatori che
non vogliono sentirsi solo dei turisti ma che amano viaggiare per scoprire ciò
che succede nel mondo. Il programma intende valorizzare le caratteristiche di ‘trasmissione
di servizio’ presentando numeri di spettacolo (balletti,
sfilate di costumi, ect.) legate ai luoghi che di volta in volta visiteremo,
per conoscere, da vari punti di vista, la cultura degli altri paesi. Inoltre
all’interno del programma si svolge un gioco per i telespettatori a casa,
denominato ‘gioco degli indizi’, che consente
di vincere km per girare il mondo.”
[4] Trasmissione di Syusy Blady e Patrizio Roversi
nata nei primi anni novanta. Come leggiamo dal sito web, si basa sull'idea “di
mandare in onda dei filmati amatoriali sulle vacanze. La simpatica coppia
presenta e scopre assieme al pubblico le bellezze e le peculiarità dei luoghi
visitati. Deviando dagli itinerari classici, il viaggio non è solo
un'esperienza attraverso i luoghi ma anche attraverso le persone incontrate,
che spesso si uniscono all'avventura dei nostri esploratori. L'atmosfera è
sempre molto familiare e la simpatia di Syusy Blady e di Patrizio Roversi ci
accompagnano alla scoperta di un mondo spesso diverso da quello che ci
aspettiamo”. Il successo di Turisti per
caso su RAI 3 è divenuto poi quello di Velisti
per caso (ora una community sul web).
[5] Jean Baudrillard, 1979, Della seduzione, tr. it., Milano, SE, 1997, p. 74.
[6] Jean
Baudrillard, idem, p. 37.
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