Titolo: Studio Azzurro Videoambienti, Ambienti sensibili
Paese, Anno
: Italia, 2007
Produzione:
Feltrinelli Real Cinema
Dati tecnici:
Disco 1: 113 min. – Disco 2 110 minuti
(Formato video 4/3)

Lingua audio:
italiano
(sottotitoli: inglese)

Libro
: Tracce, sguardi e altri pensieri a cura di Bruno Di Martino, pagg. 192

 

 





 

 

 

Videoambienti, Ambienti sensibili di Studio Azzurro

 

Nel sobborgo esotico della mente di James Ballard chiamato Vermilion Sands i manufatti elettronici di Studio Azzurro potrebbero costituire una parte integrante ed elegante del paesaggio, accanto alle statue canore e le nubisculture, gli schermi decorati, le case psicotrope e i quadri a pigmenti fotosensibili. Quel ciclo di racconti (come buona parte se non tutta l’opera di Ballard) e le video opere del collettivo milanese – ora antologizzate in un doppio dvd – condividono la medesima passione per l’archeologia dell’inconscio moderno. Quella di Ballard è narrativa dell’affioramento secondo la felice definizione di Antonio Caronia e la definizione si presta bene a inquadrare i lavori di questo collettivo milanese ora raccolte in un doppio dvd che antologizza l’attività di un quarto di secolo. Più precisamente sono raccolti 60 videoclip di tre minuti ognuno per altrettante opere, compresi i lavori cinematografici.

Per entrambi la chiave del presente è nel futuro, si tratta solo di far emergere ciò che resta di quello che venne immaginato come il domani interfacciandolo con l’atavico collettivo. Da questi cortocircuiti prendono forma paesaggi mentali sostanziati dagli elementi naturali, vento, sole, ombre, sabbia, quarzo… acqua, alabastro, ambienti che introiettano la psiche umana replicando quel singolare rovesciamento che proprio Ballard per primo intuì e attuò nella forma racconto. Lo scrittore inglese non è l’unico rimando alla fantascienza che si scorge in questi lavori (vedi la recensione a Immagini vive in Quaderni d’Altri Tempi, anno 1, numero 2), ma è sicuramente l’autore la cui influenza è meno velata. Ad esempio, Rilievo della parte emersa è videoinstallazione ballardiana sin dal titolo, oltre ad essere un bell’esempio di archeologia del futuro, come osservare le capsule spaziali in orbita con i corpi degli astronauti morti, soggetto di più di un racconto di Ballard.

Quanto agli ambienti sensibili, si guardi Nuvole e si torni agli scultori di Vermilion Sands, scultori di nuvole. Oppure si pensi alle case psicotrope, sensibili ai sentimenti e agli umori dei propri abitanti: sono forse ambienti sensibili? “Spazi che hanno la capacità di reagire alle sollecitazioni di chi li pratica, ma anche attivatori di una sensibilità particolare che fa leva sullo scambio contino di percezioni sensoriali tra componenti materiali ed elementi virtuali”, come spiega Paolo Rosa nell’intervista riportata nel libro Tracce, sguardi e altri pensieri che completa il cofanetto e che ricapitola l’intera vicenda di Studio Azzurro. Il libro riporta le relative 60 schede tecniche dei lavori antologizzati, una breve introduzione del curatore e qualche stralcio dall’ormai consistente bibliografia critica su Studio Azzurro. Una bibliografia che curiosamente continua a ignorare il nesso naturale tra questi lavori e la science fiction e ostinata nel cercare il maggior numero di riferimenti cosiddetti colti (ben presenti, sia chiaro, ma paradossalmente non i più qualificanti).

Un abbaglio collettivo, complice l’abilità di Studio Azzurro nel confondere i sensi. In fondo la prima videoinstallazione (1982) venne intitolata Luci d’inganni e nessuno si è mai chiesto perché.

 

     Recensione di g.f.