And Their Refinement Of The decline
di Stars Of The Lid

Kranky

 

 

 

 

 

 

 





 

 

 

And Their Refinement Of The decline
di Stars Of The Lid

 

“Pochi accordi isolati, all’inizio, frammenti sospesi nell’aria pomeridiana, note allungate che restavano a danzarmi attorno come un ronzio di insetti invisibili.. Poi man mano che quei frammenti invisibili si fondevano in una melodia…”, così  James Ballard descrive le sonorità delle sonisculture che popolano Vermilion Sands, località esistente in un imprecisato presente prossimo. Simile al sound di questo duo texano che anche nel nome che si è dato mostra affinità elettive con lo scrittore inglese. I due si chiamano Adam Wiltzie e Brian McBride e sono al loro settimo disco in circa dodici anni di attività. Per fornire delle coordinate più musicali e meno letterarie, occorre incrociare le traiettorie che prendono il via da Brian Eno e Philip Glass, ovvero si rallenti Glass portandolo alla velocità di “Music for Airports”, si cosparga il tutto con drones, echi e feedback e si avrà un’idea del progetto musicale di queste palpebre delle stelle. D’altronde come per buona parte della musica contemporanea sostanzialmente strutturata per timbri, anche in questo caso descriverla equivale a citare lavori precedenti che la suggestione dell’ascolto riporta alla mente. Nel caso dei SOTL i rimandi si sprecano, dal malinconico sprofondamento del Titanic di Gavin Bryars al già citato Eno, quello più sidereo di “Apollo”, dall’invisibile ragnatela tessuta nel capolavoro di O’Rourke, “Disengage”, a momenti più cinematografici, con atmosfere affini al Badalamenti per Lynch (entrambi esplicitamente amati dal duo) e Zbigniew Preisner per Kieslovski. Per onestà intellettuale bisogna anche dire che se si amano blues e swing questa musica risulterà terribilmente noiosa. Chi invece vuole saperne di più, ecco in breve il loro curriculum musicale.

Il duo esordisce nel 1995 con “Music For Nitrous Oxide”, disco ancora acerbo che schiera solo due chitarre e un registratore a quattro piste. Nel 1997 esce “Gravitational Pull vs. the Desire for an Aquatic Life” dove prende meglio forma il progetto musicale dei due, in particolare nei venti minuti immateriali di Cantus II: In Memory of Warren Wiltzie. Il salto però avviene con “The Ballasted Orchestra” che vede l’ampliamento della tavolozza strumentale con l’ingresso decisivo di una sezione d’archi. Si iniziano a scoprire le carte, anche riguardo alle influenze musicali, come suggerisce bene la musica immaginaria per la puntata n° 30 di Twin Peaks.

L’anno successivo pubblicano “Per Aspera Ad Astra” collaborazione con Jon McCafferty, pittore che già aveva realizzato una serie di dipinti sulla base del primo disco.

Nel 2000 realizzano “Avec Laudenum” e Wiltzie si trasferisce in Belgio, obbligando a un ripensamento del modo di comporre e produrre musica del duo, che si scambia per posta porzioni di suono che volano tra Bruxelles e Los Angeles, molto ballardiano, appunto. Nel 2001 arriva il doppio monumentale The Tired Sound Of Stars Of The Lid e tornano i riferimenti a Lynch e a Badalamenti con il brano Mulholland. Poi i due si danno a una serie di progetti individuali fino ad arrivare ad oggi con questo altro doppio che in parte riprende e sviluppa la forma definita in “The Tired Sound…”, perfezionamento del declino in parte caratterizzato da un maggiore melodismo rispetto al passato. Amniotica, estatica, serena, poi contrita, oscura e malinconica, lentissima eppure mutevole, continuamente mutevole fino a inabissarsi nella conclusiva December Hunting For Vegetarian Fuckface, questa musica ha il passo delle nuvole e se avete la testa nelle nuvole… buon ascolto.


 

     Recensione di g.f.