Jinx
di Kammerflimmer Kollektief
Staubgold

 

 

 

 

 

 

 





 

 

 


Jinx di Kammerflimmer Kollektief

 

Chi ricorda il canto appassionato, struggente, quasi una collusione tra disperazione e piacere che caratterizzava la Satellite Of Love di Lou Reed interpretata da Milla Jovovich in “The Million Dollar Hotel” di Wim Wenders, ritroverà quegli stessi umori nella title track di questo nuovo album dei Kammerflimmer Kollektief, interpretata con altrettanto pathos da Heike Aumüller. Si tratta del loro sesto album, settimo se teniamo conto del “Remixed” uscito lo scorso anno e realizzato coinvolgendo una dozzina di manipolatori/ingegneri del suono con il repertorio del collettivo. La voce femminile entra così a far parte dei solisti di questo combo tedesco, che perde qualche accento free ma, comunque, arricchisce e perfeziona la già originale miscela di suoni messa a punto nei dischi precedenti. Kammerflimmer Kollektief è una creatura sonora di Thomas Weber che nel 1998 esordisce con due “12" in edizione limitata per l’etichetta Payola, raccolti l'anno successivo nel primo album intitolato “Mäander”. Il Kollektief in realtà non esiste ancora e consiste nel solo Weber, le sue macchine e i suoi campionamenti. Alcuni brani vengono ripresi e inseriti nella scaletta del successivo “Incommunicado” nel 2000 e affidati all’esecuzione di un sestetto (incluso lo stesso Weber). Grosso modo è la formazione tuttora in pista sotto il nome Kammeflimmer Kollektief, che attualmente schiera: Heike Aumüller (voce, harmonium, sintetizzatori e percussioni) Johannes Frisch (contrabasso, mbira e percussioni), il chitarrista Martin Siewert (chitarre), Heike Wendelin (viola da gamba), Dietrich Foth (soprano e alto) e il leader Thomas Weber impegnato con elettroniche varie (compresa la diabolica Buddha machine), chitarre, organo e percussioni.

Il resto della storia consiste in un mini cd pubblicato nel 2001, “Hysteria”, e “Cicadidae” nel 2003. Nel 2005 il bel “Absence”, che esibisce un progetto musicale ormai maturo per il dialogo equilibrato che instaura tra macchine elettroniche e strumenti acustici e, dopo il già citato “Remixed” del 2006, ecco questo “Jinx”.

Il brano d’apertura. L’ariosa e atmosferica Palimpsest, per la verità può suscitare un rassicurante (o deludente) senso di dejà vu in chi conosce i lavori precedenti, poi appunto Jinx, squarciata dalla voce della Aumüller (che, come la Jovovich, paga pegno alla strega Sainkho Namtchylak). La traccia successiva, la singolare Live At The Cactus Tree Motel, rimanda al Bill Frisell sonorizzatore delle pellicole di Buster Keaton. Qualcosa del genere aveva già fatto capolino in Absencen. ad esempio in Unstet (für Jeffrey Lee Pierce). Leggiadro l’elettropop di Gammler, Zen & Hohe Berge, e sempre inquietante la voce della Aumüller che ritorna in Both Eyes Tight Soul. Segue la ripresa strumentale e meno tormentata di Jinx e la malinconica Nest.

Inquietante, infine, la Subnarkotisch posta in chiusura, bell’esempio di come il gruppo elabora in studio il suono di strumenti acustici come l’harmonium e il contrabbasso. Qui il sound processing genera un lungo, minaccioso drone che sembra ripartire da dove si era interrotto il brano d’apertura, suono oscuro, materico, roccioso eppure fluido.


 

     Recensione di g.f.