Nel 2001,
l’uscita nelle librerie del romanzo di storia alternativa
Occidente di Mario Farneti fu un clamoroso successo, sia dal
punto di vista delle vendite, sia dal punto di vista della
notorietà per l’autore. Oltre ai più importanti quotidiani
italiani, anche l’autorevole The Times si occupò di
questo romanzo, a cui ne sono seguiti altri due: Attacco
all’Occidente (2005) e Nuovo Impero d’Occidente
(2006). La materia era ed è certamente scottante: il fascismo,
declinato nella storia alternativa. Ovvero: se Mussolini non
fosse entrato in guerra cosa sarebbe successo all’Italia? È
questo ciò che Farneti immagina. Siamo nel giugno 1940:
Mussolini sceglie la neutralità e non entra in guerra a fianco
di Hitler. Nove mesi dopo la caduta del nazismo, scoppia un
nuovo conflitto. L'Armata Rossa sconfina oltre il fiume Oder, ma
grazie all'intervento delle truppe italiane, viene fermata e
respinta. È la Terza Guerra Mondiale. Gli eserciti dei paesi
occidentali dilagano attraverso le steppe russe. Alle porte di
Mosca un manipolo di eroi dovrà affrontare un nemico segreto e
invincibile. Le più temibili armi segrete dell'Armata Rossa e
delle Camice Nere si affronteranno nella battaglia decisiva per
le sorti del futuro dell’Occidente.
È su
questo scenario che si innesta la trama del secondo albo della
serie a fumetti che lo stesso Farneti ha voluto, di cui la
giovane casa editrice Cagliostro E-Press si è fatta promotrice.
Nel secondo albo, in cui si narra della Terza Guerra Mondiale,
ci vengono presentati alcuni personaggi della storia, Giulia
Flaviani Morosini e Romano Tebaidi, entrambi allievi della
Scuola Superiore di Telecomunicazioni di Fiume nell’Italia
alternativa del 1962. L’azione si sposta poi indietro, al 30
marzo 1948, in Armenia: in un villaggio sperduto vicino il lago
Sevan si svolge uno degli episodi chiave della Guerra. Dopo la
caduta di Mosca, il 10 marzo, l’Armata Rossa si dissolse. Le
varie repubbliche si separarono dall’Unione Sovietica e chiesero
la pace autonomamente. Fu proprio intorno al 30 marzo che
Stalin, fuggiasco in Armenia dopo l’armistizio, stava per
riparare in Cina. Ma il 42° Battaglione da sbarco Camice Nere
“M” era lì per caso e cattura il dittatore russo.
Il rischio
di un’operazione del genere è quello di sfociare nella
macchietta, sia nella presentazione dei personaggi e delle
vicende, sia nel disegno. Il rischio è evitato accuratamente,
grazie alla robusta sceneggiatura di Piero Viola e ai disegni di
Claudio Valenti. La forza della storia risiede proprio nei
dialoghi che Viola imbastisce sul soggetto di Farneti, che
restituiscono al lettore la dimensione storica della trama:
attraverso i personaggi veniamo a conoscenza dei fondali storici
su cui si innestano le vicende particolari vissute dai
protagonisti. Anche l’uso del flashback è in linea con questa
strategia narrativa: gli autori del fumetto hanno lasciato che
la storia – quella con la S maiuscola – fosse raccontata proprio
dai protagonisti. Così è attraverso i giovani allievi Giulia
Flaviani Morosini e Romano Tebaidi che veniamo a contatto con
ciò che il fascismo è diventato dopo la seconda (e la terza)
Guerra Mondiale ed è attraverso i ricordi del console Armanni e
del tribuno Savelli che sappiamo di come Stalin venne catturato.
I disegni
di Valenti sono molto realistici e restituiscono – dal punto di
vista iconico – quella credibilità cui si accennava prima.
Siamo
sicuri che anche Harry Turtedove, lo scrittore americano
considerato il massimo esponente del genere Storia Alternativa,
apprezzerebbe questa versione a fumetti di Occidente.
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