Aquile della notte e galline del quotidiano

 

di Adolfo Fattori



 

… Noi risponderemo a ciò citando due righe di un buon vecchio scrittore di favole russo: "le aquile possono saltuariamente volare più in basso delle galline, ma le galline non potranno mai salire alle altitudini delle aquile". Rosa Luxemburg sbagliò…  Ma a dispetto dei suoi errori lei era – e  per noi  resta – un'aquila.

Vladimir Ilič Lenin

Siamo in un saloon di Wilcox, “… un piccolo villaggio ai piedi dei Monti Dragoon”, nel sud ovest degli Stati Uniti in piena epopea del west.

Tex e Carson, di ritorno da una delle loro avventure, sono al bancone, quando si sentono chiamare. È Ben Rufus, vecchio compagno di avventure, che li ha riconosciuti e li invita al suo tavolo…

Così comincia la prima avventura di science fiction[1] di Aquila della notte e dei suoi pards. Una classica storia d’invasione: l’avversario di Tex è questa volta un alieno che è bloccato sulla Terra per un guasto al suo veicolo, e che alla fine riuscirà a scappare, senza poter essere punito per i delitti commessi. Gli ingredienti ci sono tutti: armi avveniristiche, tecnologie estranee, fenomeni inspiegabili con gli strumenti conoscitivi dell’epoca. Ma senza che gli autori, Bonelli e Galep, forzino la mano sull’eventualità che i personaggi della storia comprendano troppo. Siamo ancora nell’Ottocento: i tempi non stanno ancora cambiando…

Forse per l’unica volta, l’avventura finirà senza né vinti né vincitori: L’alieno fugge, ma Tex e i suoi alleati si liberano di una presenza sicuramente inquietante, e che non saprebbero spiegare.

È comunque un viaggio, quello di Aquila della notte e Capelli d’argento, in un territorio inconsueto per loro e per il western: il futuro, un’area dell’immaginario in cui i nostri compiono un’incursione soltanto, che però è la spia – fra l’altro precoce, arrivati oggi a più di 560 fascicoli – della propensione di Tex e della sua banda a evadere dai confini ristretti del genere.

Tanto è vero che i nostri replicano, più tardi, con due avventure: nella prima, insieme all’amico El Morisco, affronteranno la minaccia costituita da un vegetale arrivato dallo spazio che scaglia aculei velenosi che mummificano istantaneamente le vittime, in una rielaborazione del classico Il giorno dei Trifidi di John Windham[2]. Nella seconda, si confronteranno con un criminale che si è avvelenato bevendo l’acqua di un pozzo contaminato da un asteroide velenoso, richiamando esplicitamente il racconto Il colore venuto dallo spazio di H. P. Lovecraft[3].

Durante le sue scorribande per il West degli Stati Uniti, la squadra di Tex infatti si troverà a confronto con tutti i mondi dell’avventura possibili, sempre con coraggio, mai con presunzione.

Così, Aquila della notte e i suoi pards incroceranno lungo la loro strada un gruppo di discendenti dei conquistadores spagnoli che sopravvivono con le loro usanze in un mondo sotterraneo[4], una comunità di russi rifugiatisi in Alaska, un gruppo di discendenti dei Vikinghi, a un possibile – e incarognito – discendente della Tigre della Malesia[5], le mafie cinesi (in scenari metropolitani che non hanno nulla da invidiare alla Los Angeles di Starsky & Hutch), e ancora, in varie declinazioni, i discendenti dei Maya, degli Aztechi[6], con cui di volta in volta si scontreranno o si alleeranno, lo spionaggio, oltre a trovarsi spesso a invadere il mondo del sovrannaturale, della magia, della stregoneria, variamente dispiegato[7].

Veri e propri stalkers dell’immaginario, con le loro incursioni colonizzano tutti i generi, non solo, ma offrono un’ipotesi per la loro lettura, parallela a quella che ne dà la science fiction.

Anche questa infatti, a partire dalla ambiziosa cornice tecnologico-scientifica da cui nasce, riscrive il poliziesco (basterebbero come esempi Il sole nudo e Il cacciatore di androidi), il western (tutta la space opera), l’erotico, il porno, il melodramma, l’utopia (specie la sua versione più realistica, quella negativa: pensiamo a Ballard, prima di tutto, ma non solo).

Insomma, i quattro compagni viaggiano nel tempo quanto nello spazio, così da riscrivere, nella loro opera di rimappatura dell’universo western, l’intera storia della narrativa di massa. Ma il viaggio nel tempo più importante lo compiono su un altro piano: un livello per così dire meta.

Tex Willer nasce nel 1948, anche se troverà il veicolo degli “albi giganti” solo più tardi. E subito comincia a cavalcare in territori dell’immaginario vasti e disparati.

E nell’Italia che uscita dalla guerra si prepara al boom economico, fa da interfaccia, da cerniera perfetta fra l’immaginario italiano tradizionale – quello di Salgari, di Albertarelli, di Saturno contro la Terra, dei nomi stranieri italianizzati dall’autarchia di un passato ancora recente – e il nuovo immaginario espresso dalla televisione, dal rock ‘n roll, dalla fantascienza, dal cinema americano.

Aquila della notte disinnesca, insomma, il rischio di una possibile cesura nello sviluppo dell’immaginario italiano, garantendo la continuità fra l’avventura ottocentesca e le prospettive della cultura di massa della seconda metà del ‘900.

 



[1] La valle della Luna, in “Tradimento”, Tex Gigante n. 55, settembre 1968 e seg..

[2] La morte viene dal cielo, in “I killers”, Tex Gigante n. 160, febbraio 1974 e segg.  Per il romanzo di Windham, cfr.: “Quaderni d’altri tempi” n. 5, estate 2006, http://quadernisf.altervista.org/numero5/indexinvasioni.htm.

[3] La luce dallo spazio, in “Mille dollari per morire”, Tex Gigante, ottobre 1995 e segg. Per Il racconto di Lovecraft, cfr.:    http://quadernisf.altervista.org/numero5/indexmainstream.htm.

[4] Il miraggio, in “Lotta per la vita”, Tex Gigante n. 43, settembre 1967.

[5] Un artiglio nel buio, in “Il regno del silenzio”, Tex Gigante n. 381, luglio 1992.

[6] Ometto le citazioni,perché si tratta di storie e scenari che periodicamente si ripropongono.

[7] Non posso non citare la saga di Mefisto, che parte dal Tex Gigante n. 5, Satania, del luglio 1964, per riproporsi periodicamente lungo tutta la saga di Tex, fino alla morte definitiva (?) del suo più grande e caparbio avversario.

 

    (1) [2] [3]