That's great, it starts with an
earthquake, birds and snakes, an aeroplane...
R.E.M., It’s the end of the world as we know it
È curioso come il fenomeno Snakes on a Plane riassuma in sé in
maniera emblematica il passato e il futuro del cinema.
Stilisticamente, S.O.A.P. non crea nulla di nuovo: può essere collocato in una
posizione intermedia tra un horror, un trash movie e un high concept movie, un
film-idea, definizione nata negli anni 80 da applicarsi a quel genere di film
la cui trama è riassumibile in poche parole, capace di accendere
istantaneamente l’attenzione del pubblico potenziale.
È senza dubbio questo il nostro caso: Snakes
on a Plane tratta, né più né meno, di serpenti su un aereo. C’è solo da capire
cosa diavolo ci facciano: niente di più semplice, è l’assassino di turno che
tenta di liberarsi in questo modo del testimone scomodo, scortato da un agente
dell’F.B.I. su un volo che va dalle Hawaii a Los Angeles.
Trama ridicola, titolo ridicolo, cast di
sconosciuti, fatta eccezione per Samuel L. Jackson: la natura di S.O.A.P. è
decisamente quella del B-movie, il film di serie B, fenomeno che non nasce
certo oggi. La prima esplosione dei B-movies risale infatti addirittura agli anni
50.
Né costituisce una novità il fatto che intorno
a questo tipo di film si sviluppino dei fenomeni di culto: i cultori del
brutto, del demenziale, del trash, popolano la storia del cinema e delle
pratiche del consumo cinematografico da decenni, dai fan di Ed Wood e Russ
Meyer fino alla famosa comunità di adepti nata intorno a The Rocky Horror Picture Show. Proprio come in una proiezione del
Rocky Horror, alla prima americana di S.O.A.P. gli adepti dell’ultimo nato dei
trash cult si sono presentati con serpenti di gomma avvolti al collo, piccoli
aeroplani tra i capelli e travestimenti a tema di ogni tipo.
Però, a ben guardare, c’è qualcosa nel
fenomeno S.O.A.P. che va oltre, e che ci consente di gettare uno sguardo in
avanti, nel futuro stesso del cinema.
Il caso S.O.A.P. presenta una forte
peculiarità: intorno al film è nato un forte clamore e si è sviluppata in breve
tempo una schiera di adepti con tutte le classiche manifestazioni del culto
cinematografico, ma tutto questo è successo ancor prima che il film uscisse nelle sale. È internet la chiave per la
comprensione del fenomeno: un fenomeno che non sarebbe mai stato possibile al
di fuori della rete e del panorama mediale postmoderno così come si sta
delineando. Il dilagare in rete del fenomeno Lost, dunque, non è episodio
isolato. A margine si deve poi tenere presente che SOAP, Lost, l’odiseea del
volo trentatre in Ai confini della realtà, sembrano suggerire che l’aereo
occupa ormai una posizione di spicco nell’immaginario apocalittico statunitense,
erede qualificato del Vietnam.
Tutto comincia, infatti, quando lo
sceneggiatore Josh Friedman cita sul suo blog un nuovo fantomatico progetto a
cui è chiamato a partecipare. Il titolo da B-movie (“Serpenti su un aeroplano”)
scatena immediatamente la fantasia di centinaia di internauti, che iniziano a
creare poster, magliette e gadget vari su un film che ritengono immaginario. Ma
Snakes on a Plane è tutto tranne che un progetto fittizio: nelle settimane
successive si viene a sapere che l’attore Samuel L. Jackson è stato ingaggiato
dalla New Line Cinema per il ruolo
principale in un film in cui un maniaco libera quattrocento serpenti su un
aeroplano in volo. Titolo del film: Pacific
Air Flight 121.
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