My Cat Is An Alien & Fabio Orsi

For Alan Lomax

A Silent Place

 

Christian Marclay & Okkyung Lee/ My Cat Is An Alien

From The Earth to the Spheres vol.6

A Silent Place

 

 





 

For Alan Lomax di My Cat Is An Alien & Fabio Orsi


From The Earth to the Spheres vol.6
di

Christian Marclay & Okkyung Lee/ My Cat Is An Alien

 

Sono in due, ma guardando la loro discografia sembrano un collettivo formato da un centinaio di persone. I My Cat Is An Alien sono un ultraforno acceso 24 ore su 24, da cui scaturisce una colata sonica inarrestabile. I due sono fratelli, Maurizio e Roberto Opalio, vengono da Torino e hanno costituito il progetto MCIAA nel 1997, esordendo l’anno successivo con un cd-r autoprodotto, tirato in 30 copie e inviato ai Sonic Youth, ricevendo da questi un convinto apprezzamento.

Da quel momento ha inizio un rapporto di stretta collaborazione tra la band torinese e il gruppo di New York concretizzatosi nella pubblicazione di due album su Ecstatic Peace, etichetta personale di Thurston Moore e nella partecipazione nel 1998 come supporter band al tour europeo dei Sonic Youth. Il loro arsenale sonoro comprende chitarre elettriche e acustiche, percussioni, strumenti giocattolo, sampler.

Sono due improvvisatori, dunque, in prima battuta, si muovono nei territori che per primi esplorarono pionieri come gli AMM e che oggi sono frequentati a ogni latitudine. Molti di questi si sono incrociati con gli MCIAA. La ricerca del duo però muove su un’orbita più estesa e raggiunge la galassia elettronica che ebbe il suo big bang nella musica tedesca degli anni Settanta. Ora è il turno di due dischi realizzati in partnership con artisti altrettanto di frontiera.

Il primo è realizzato insieme al musicista napoletano Fabio Orsi ed è dedicato a Alan Lomax, figura leggendaria, etnomusicologo che preservò il folklore americano dall’oblio, soprattutto il blues rurale. Orsi propone Spring no more and love come in the wind, prima un falso movimento, con echi del radicale minimalismo dell’ inglese Jliat. Poi la quiete cosmica viene forata da voci d’altri tempi, prese a prestito dalle registrazioni di Lomax o “fatte quasi in casa”, come il sampler di un canto di pescatore siciliano. In sottofondo organo e pianoforte.

Il brano degli MCIAA, Heart of the EarT H, invece con un’armonica immersa in una tempesta elettromagnetica da cui si sviluppa con progressivo incedere un blues dilatato a dimensioni cosmiche, fungendo da base di lancio per la melodia vocale di Roberto Opalio, incredible strange music dei nostri tempi. Il secondo disco è invece una ristampa! Ovvero, pubblicato prima in cento copie su vinile, viene ora ripubblicato in digi-sleeve in cartoncino telato e plastificato (come anche il disco con Orsi) ed è il sesto della serie From the Heart to the Spheres, che vede i MCIAA condividere il supporto discografico con artisti internazionali.

A partire da questo, tutti e sei gli Lp verrano ristampati in digitale. Qui sono di scena due improvvisatori della scena avant-garde newyorkese, il turntable-artist Christian Marclay e il violoncellista Okkyung Lee. Qui propongono Rubbings, una frittura sonora energetica, risultato di una performance al Tonic di New York nel dicembre 2003. Il brano dei MCIAA raccoglie la sfida e rilancia con dosi robuste di feedback e frammenti sonori di un vecchio 78 giri di musica classica, quasi un segnale prelevato dallo spazio interno. Il brano registrato nel 2003 e mai pubblicato, è stato remixato e rieditato ad hoc per questo lavoro.


 

     Recensione di g.f.