Ma gli
alieni, esistono davvero?
Gli UFOs e gli avvistamenti che ci sono stati a partire dal
1947 sono il risultato di illusioni, allucinazioni, paranoie
collettive, o il frutto di un reale interesse di esseri
provenienti da un altrove galattico nei nostri confronti?
È questa la
domanda che si pone Pincio, in un tono fra l’ironico e il serio
nel suo libro. E questo interrogativo ne presuppone un altro:
Siamo davvero soli nell’universo, o c’è qualcun altro?
Domande alla
fine senza risposta, o perlomeno senza una risposta possibile
adesso, sulla base delle conoscenze che abbiamo.
Perché,
ricorda l’autore, è dalla notte dei tempi che gli uomini si
pongono in varie forme queste domande. E solo con la modernità – e
con la nascita della fantascienza, con la bomba atomica, con la
guerra fredda – questo interrogativo ha preso corpo in termini di
possibile esistenza e confronto con una eventuale civiltà
extraterrestre tecnologicamente avanzata, mescolando paura e
speranza – sconfinando insomma in un modo o nell’altro nel
territorio tradizionalmente di pertinenza del sacro.
Certo che
gli alieni hanno fatto spesso comodo. Come nel caso di Marilyn
Monroe, o di Elvis Presley, e di altri ancora.
O, ancor di
più, di tutti quei rappresentanti di religioni ed epifanie da
dozzina come Adamsky, “Rael” e tanti altri imbonitori che hanno
costruito fortune sulla base della credulità altrui.
Perché, e
questo è l’elemento più significativo che si percepisce nel
divertente saggio di Pincio, in realtà non ha importanza se gli
alieni esistano davvero o meno: è molto più importante il fatto
che siano entrati, anche in varie forme, a popolare legittimamente
il nostro immaginario.
Esistono,
insomma, perché ci crediamo.
Sono una
componente – “di nicchia”, se si vuole, ma significativa, della
realtà che socialmente condividiamo.
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