Quando si parla di dinosauri, la prima immagine che viene in
mente è quella di giganteschi e lenti bestioni che vissero
in un mondo di vulcani in eruzione e vennero spazzati via da un
asteroide. Purtroppo, nonostante i progressi della paleontologia, e
nonostante siano passati 172 anni da quando Richard Owen ebbe l'idea di
coniare il nome "dinosauro", la divulgazione scientifica ha fatto ben
poco per togliere concetti errati e interpretazioni di fantasia
dall'immaginario delle persone.
Una mostra come "Il mondo dei
dinosauri", in programma al Museo del Cinema di Milano (24 aprile-13
luglio 2014), seppur dedicata ai dinosauri nel cinema, è un
poderoso strumento per cercare di spiegare al pubblico che in
realtà i dinosauri furono animali rapidi, intelligenti, e
per lo più coperti di piume. Non solo, ma per quanto siano
esistiti dinosauri giganteschi – è di questi
giorni la notizia del ritrovamento di un animale più grande
del precedente detentore del titolo, con probabili dimensioni che
superavano i quaranta metri di lunghezza – moltissimi
dinosauri erano piuttosto piccoli, alcuni meno di un uomo. Tuttavia,
dal punto di vista dell'immagine, i dinosauri hanno esperito una vera e
propria evoluzione anche agli occhi degli scienziati.
Quando
Gideon Mantell ritrovò per caso i denti di un Iguanodon
(un dinosauro erbivoro), nel 1822, non immaginava quale rivoluzione la
sua accidentale scoperta avrebbe portato alla scienza; persino un
conservatore (e creazionista) come Owen, che peraltro fu uno dei
più grandi anatomisti della storia, dovette arrendersi
all'evidenza che animali enormi e straordinari avessero calcato il
suolo del nostro pianeta in epoche ignote all'uomo. Nel 1824 fu
descritto Megalosaurus, e quasi vent'anni dopo il
professor Owen coniò il nome "Dinosauro". Il significato di
questa parola, nell'accezione di Owen, è "rettile
terribilmente grande", perché le dimensioni degli scheletri
ritrovati (all'epoca si conoscevano Iguanodon, Megalosaurus,
e Hylaeosaurus) lasciavano pochi dubbi sulla
grandezza degli animali; le forme incredibili, e le terrificanti armi
di cui erano dotati questi animali (denti affilati, spine aguzze,
corazze pesanti), hanno poi fatto "slittare" il significato del nome
verso "rettile terribile" (che tuttavia è il significato
etimologico corretto, per quanto Owen abbia specificato il suo modo di
vedere nella pubblicazione a sostegno del nome).
Questa
"comparsa" di animali che uscivano letteralmente da un passato oscuro e
misterioso colpì immediatamente l'immaginario collettivo con
la forza di una supercella temporalesca; non solo il mondo aveva avuto
un passato turbolento e poco conosciuto, ma le creature che vi
dimoravano superavano la fantasia dei più grandi sognatori
dell'epoca. Di lì a poco, Charles Robert Darwin avrebbe
spazzato via gli ultimi dubbi sul fatto che il mondo non fosse stato
creato in sette giorni da una divinità. Ma per il pubblico
vittoriano prima, e per quello mondiale poi, poco interessavano i
processi di "discendenza con modificazione" proposti da Darwin. Quello
che contava era l'aspetto, l'immagine e i dinosauri ebbero
immediatamente il loro posto sul trono dell'immaginario, con tanto di
fanfare e prime pagine.
Quando, dopo la Great
Exhibition di Londra (1851), il Crystal Palace venne spostato da Hyde
Park a Sydenham Hill (nella parte meridionale di Londra), un noto
scultore dell'epoca, Benjamin Waterhouse Hawkins, fu incaricato di
costruire delle sculture a grandezza naturale di animali vissuti nel
passato; queste sculture sarebbero state sistemate nel parco attorno al
Palazzo di Cristallo. Così, Hawkins creò delle
massicce ricostruzioni di pterosauri, ittiosauri, plesiosauri, e
naturalmente delle star dell'epoca, i primi dinosauri. Sotto la guida
di Richard Owen, lo scultore realizzò delle repliche
impressionanti (Figura 01) di come i dinosauri venivano visti nella
seconda metà del XIX secolo. Il risultato (Figura 02) fu quello
di mostrare al pubblico giganteschi ed impacciati lucertoloni
– Iguanodon fu rappresentato come una
gigantesca iguana provvista di un misterioso corno sul naso,
perché effettivamente tra le ossa dell'animale fu trovato un
osso conico che fu interpretato come un corno. Questo particolare Iguanodon,
peraltro, fu protagonista di uno degli eventi più
particolari della storia delle scienze: in occasione del capodanno del
1853, fu organizzata una cena con i più importanti esponenti
della paleontologia e delle scienze vittoriane, all'interno
dell'Iguanodon stesso (Figura 03).
Tuttavia, queste affascinanti repliche avrebbero avuto vita
breve, alla luce di nuove eccitanti scoperte in Europa. Prima, nel
1878, nella miniera di carbone di Bernissart, in Belgio, vennero
ritrovati trentanove esemplari di Iguanodon.
Louis
Dollo, un paleontologo belga (ma nato in Francia) fu incaricato del
loro studio e del montaggio degli scheletri, e la sua ricostruzione
mostrò un animale molto simile ad un canguro, più
che ad una grossa e goffa lucertola, ed il "corno sul naso" che pochi
anni prima aveva portato alle ricostruzioni del Crystal Palace, ora era
tornato al suo posto: il pollice di questi animali erbivori era conico,
a forma di pugnale, una perfetta arma difensiva. Per quanto un po'
forzate (si dice che Dollo abbia volutamente "fratturato" alcune
vertebre caudali degli scheletri per farli stare nella posa da lui
concepita), le ricostruzioni del paleontologo belga (Figura 04) gettarono
le basi per le ricostruzioni successive (che culmineranno, come
vedremo, nell'opera pittorica di Charles R. Knight). Ma 17 anni prima
aveva avuto luogo la più importante scoperta della storia
della vita sulla terra (non includiamo il Dna perché stiamo
parlando di fossili...): nel 1861, in Baviera, fu estratto dal calcare
lo scheletro intatto di un nuovo animale, descritto nel 1863 dal solito
Owen, e denominato Archaeopteryx, "ala antica" (Figura 05). Questo animale, che possiamo considerare come la prima prova
dell'opera di Darwin, era unico per l'epoca perché era
sì un dinosauro, ma il suo fossile conservava un particolare
incredibile: le piume. Per questo, Owen lo descrisse come uccello, e
Darwin stesso osservò che era la prova che gli uccelli non
erano comparsi all'improvviso nell'Eocene (circa 55 milioni di anni
fa), ma nel Giurassico (circa 150 milioni di anni fa). Oggi sappiamo
che probabilmente sono comparsi anche prima, ma per l'epoca era un vero
e proprio balzo per la paleontologia.
Queste scoperte
infersero dei colpi da K.O. alle ricostruzioni dinosauriane in "stile
Hawkins", ma la corsa della paleontologia era solo all'inizio in
Europa, mentre negli Stati Uniti d'America iniziava la Guerra delle
Ossa, che avrebbe contrapposto due delle personalità
più affascinanti della storia della paleontologia, ma
soprattutto avrebbe portato incredibili novità sull'anatomia
e sulla ricostruzione dei dinosauri, grazie anche al contributo
impagabile dell'opera di Darwin.
Edward Drinker Cope e Charles
Othniel Marsh erano due paleontologi statunitensi, ed all'inizio delle
loro carriere furono colleghi ed amici inseparabili. Ma una serie di
dissapori, culminati in una accesa discussione riguardo alla
ricostruzione di uno scheletro, creò un'insanabile e
ferocissima competizione tra i due, che ebbe come risultato la
cosiddetta Guerra delle Ossa, una vera e propria
gara di scavo e ricerca tra i due, con una pioggia di nuove
scoperte (e la perdita di molte altre perché durante il
conflitto molte ossa vennero distrutte per non farle cadere nelle mani
del "nemico").
Le scoperte di Cope e Marsh rivoluzionarono la
paleontologia ed anche l'immagine dei dinosauri. Lo scheletro di Diplodocus,
che oggi fa bella mostra di sé in molti musei del mondo,
viene proprio da quella guerra, e i paleontologi cominciarono a
guardare ai dinosauri con gli occhi della scienza in continuo
progresso. Il risultato di questi studi, e di quelli immediatamente
successivi, è ben riassunto nei famosi murales dipinti da
Charles R. Knight per il Field Museum di Chicago (e visibili sul
website ad essi dedicato: www.charlesrknight.com).
In queste opere, Knight rappresentò i dinosauri in maniera
molto più dinamica e distanti moltissimo dalla prima idea
esternata così bene dalle sculture di Waterhouse Hawkins.
La rivoluzione, tuttavia, procedeva a passi da gigante, e solo il periodo delle due guerre mondiali impedì che si compissero prima i passi ulteriori verso una migliore comprensione della biologia e quindi dell'immagine dei dinosauri. L'idea delle grandi lucertole era passata, ma i dinosauri erano ancora visti come relativamente lenti e stupidi; ma i paleontologi continuavano a scavare, e il libro degli strati stava per mostrare nuove, incredibili sorprese agli attenti ed appassionati lettori. Così, alla fine degli anni Sessanta del XX secolo, John H. Ostrom pubblicò la scoperta di un dinosauro nuovo, di dimensioni medie (era grande un po' più di un essere umano). Un predatore, sicuramente, a giudicare dai denti appuntiti e seghettati, ma soprattutto un animale dotato di un'arma inconsueta: un artiglio a falce. In realtà un animale simile, il Velociraptor della Mongolia, era stato già descritto da Henry F. Osborn nel 1924; ma l'artiglio a falce era stato interpretato come appartenente alla mano dell'animale. Nel lavoro di Ostrom, che aveva invece rinvenuto resti praticamente completi, l'artiglio a falce era nella posizione giusta, cioè sul secondo dito del piede (il primo rivolto in avanti). Nella pubblicazione, uscita nel 1969, il disegno della ricostruzione "in vita" di questo animale (Figura 06), chiamato Deinonychus ("Artiglio terribile") fu eseguito da uno studente di Ostrom, che pochi anni dopo avrebbe dato inizio alla vera rivoluzione dell'immagine dei dinosauri. Il suo nome era Robert T. Bakker.
Nel 1986, Bakker pubblicò il
suo libro, intitolato The Dinosaur Heresies (Le
eresie dinosauriane), in cui dava vita ad un mondo
incredibilmente attivo, veloce, e dinamico per i dinosauri. Mai
più avremmo dovuto pensare ai dinosauri come stupidi giganti
lenti e impacciati. No, i dinosauri erano rapidi, attivi, dinamici,
veloci, ed estremamente simili ai mammiferi che oggi vediamo nel nostro
mondo. Di più: i dinosauri e gli uccelli sono strettamente
imparentati (gli uccelli sono, a tutti gli effetti, dinosauri), il che
ben si adattava alle testimonianze già note grazie ai
diversi esemplari di Archaeopteryx. Per quanto le
idee di Bakker, che peraltro è un ottimo artista prima che
paleontologo, sembrino davvero eretiche, in realtà sono
condivise dalla maggior parte degli studiosi seri. Manca ormai poco
alla nuova rivoluzione, che si scatenerà esattamente dieci
anni dopo, con la scoperta di un piccolo dinosauro (davvero piccolo,
più o meno un metro di lunghezza per una cinquantina di
chili di massa corporea), chiamato Sinosauropteryx (Figura 07). L'animale viene dalla Cina, da una gigantesca serie di giacimenti
nella provincia di Liaoning. Sinosauropteryx, come Archaeopteryx
centotrenta anni prima, è particolare perché i
suoi fossili sono coperti di piume; ma la paleontologia non
è più agli albori, e le affinità "di
parentela" di questo piccolo capolavoro vengono identificate subito.
Non è un dinosauro direttamente imparentato con gli uccelli,
ma ha le piume. Siamo davanti all'inizio di quella che Luis V. Rey, uno
dei più grandi paleoillustratori contemporanei, ha chiamato
"La Nuova Rivoluzione Cinese". Dalla provincia di Liaoning escono fuori
i dinosauri più incredibili, e tutti invariabilmente piumati. L'ultima
fase della ricostruzione dei dinosauri dai pennelli dei paleoartisti
è iniziata: le piume e le penne. Il mondo dei dinosauri
esplode letteralmente di colori, come quello degli uccelli attuali
(Figura 08).
La presenza di penne è confermata non solo nei piccoli carnivori, ma anche in quelli grandi, e strutture simili vengono ritrovate anche nei dinosauri erbivori. I disegni incredibili di Luis Rey (che ad onor del vero aveva anticipato questa "rivoluzione" nelle sue opere di ben dieci anni) diventano l'incarnazione stessa della nuova immagine del dinosauro nell'illustrazione scientifica, e schiudono prospettive limitate solamente dalla fantasia della Natura stessa. E così, mentre la paleoillustrazione e l'arte pittorica cominciano finalmente a restituire ai dinosauri i colori e le forme che probabilmente avevano, incredibilmente il cinema è l'unico che resta indietro, rappresentando i dinosauri certamente attivi e dinamici (indimenticabili i movimenti dei Deinonychus in Jurassic Park, anche se nel film si chiamano Velociraptor...), ma di penne e piume nemmeno l'ombra. Quello che conta, però, è che l'immagine di un passato così lontano torna per noi grazie alla ricerca ed alla passione di pochi paleoartisti e pochi paleobiologi, e ci permette di guardare, almeno nei ritratti, ad un mondo che doveva essere incredibilmente ricco di colori e forme, molto più di quello attuale... fino ad arrivare all'ennesimo puzzle risolto proprio sul finire di maggio 2014, quando le braccia di Deinocheirus (un animale di cui si conoscevano solo le braccia sin dagli anni Sessanta) sono state finalmente associate al resto dello scheletro, restituendo l'immagine di una specie di dinosauro cammello (qui, sul blog del paleo artista Luis V. Rey, la prima ricostruzione in assoluto: luisvrey.wordpress.com).