Un numero diverso dal solito, da quelli normali che con regolarità si possono leggere ogni due mesi e da quelli speciali che realizziamo una volta all’anno, sfidando caldo e voglia di vacanze.
Quello che avete di fronte è un numero di Quaderni d’altri tempi diverso dal solito, inconsueto, nato da una concessione alla moda imperante di fine anno: stilare classifiche. A quarantotto ore dalla fine e per altrettante successive la mezzanotte del 31 dicembre, sulla carta stampata, ma soprattutto nel web è tutto un pullulare di graduatorie su qualsiasi cosa. Si possono trovare classifiche di segno più e di segno meno, i migliori e i peggiori, le delusioni, le sorprese, le conferme al cinema, in libreria, in televisione e nella stessa rete; si vota il miglior disco, il saggio più importante, i personaggi più rilevanti, le schifezze, l’inutile e il prezioso, il necessario e l’irrilevante.
Anche noi abbiamo ceduto alla tentazione.
Il gioco cattura, si sa, è una tentazione. Fabbricare classifiche è divertente per chi le compila e per chi le legge. Quaderni d’altri tempi però ha un doppio vincolo che ha sempre impedito di partecipare alla festa delle top ten (o più): la periodicità e la struttura rigida in un contesto, la rete, che è esattamente l’opposto. Una volta online, la rivista non subisce modifiche e quando subentra un nuovo numero, scivola in archivio dopo due mesi. Eccoci quindi nell’impossibilità di dire la nostra nell’arco delle fatidiche 96 ore o giù di lì, durante le quali scatta la corsa alla pubblicazione delle fatidiche classifiche.
Non siamo quindi più virtuosi, più capaci di resistere alla tentazione del gioco, ma semplicemente siamo inadatti, non in grado di comportarci analogamente. Questa volta, però, l’abbiamo fatto, a modo nostro, certo, selezionando tra i titoli già presi in considerazione nel corso dell’anno, scegliendo dieci articoli, in parte già pubblicati, in parte scritti appositamente.
In realtà si tratta di nove articoli più una monografia composta di quattro interventi su Richard Matheson, nata in seguito alla pubblicazione di tutti i racconti del grande scrittore statunitense, che proprio lo scorso anno ci ha purtroppo lasciato.
Abbiamo artificiosamente inserito questi dieci prescelti in una classifica complessiva di cento titoli. Segnalazioni rigorosamente ex aequo. A completare il numero, il lettore troverà poi un testo di Isaac Asimov, nel quale il grande scrittore di science fiction descriveva nel 1964 un ipotetico 2014. Anche in questo caso, arrivando fuori orario: molti, ne hanno parlato, in tanti lo hanno citato. Noi lo commentiamo a modo nostro e prendiamo le distanze dai commenti che ci hanno preceduto.
Ecco, in sintesi, il numero che avete di fronte.
Resta da dire perché abbiamo ceduto alla seduzione e di giocare fare i compilatori di classifiche. Per spiegarlo ci è necessario fare qualche passo indietro, alla primavera del 2008, quando, saltando il numero 13, pubblicammo il numero 14 della rivista.
Scrivemmo allora: “… è stato impossibile sfuggire al timore superstizioso che impone in numerosi building di passare dal dodicesimo piano al quattordicesimo, o agli aerei di andare dalla fila dei posti a sedere numero 12 alla numero14. Omissione che si ritrova in altri ambiti della vita quotidiana e del tempo libero. Infatti, non è una svista, abbiamo deliberatamente saltato quel numero che timorosamente non scriviamo, passando anche noi dal 12 al 14”.
Poi ci siamo trovati di fronte un anno che non potevamo saltare, aggirare, sorvolare: il 2013 era il 2013 e se sventure dovevano capitarci, non potevamo evitarle. Passata a‘ nuttata, eccoci ancora qui, ma con un numero fantasma, un’uscita in meno. Da qui è nata l’idea di anticipare l’uscita di gennaio e di ricorrere alla numerazione che potete vedere: 47 bis.
Anche questo spazio, solitamente riservato a lanciare strali su quanto non ci piace nel mondo, a dire la nostra sullo spazio esterno, per questa volta è fuori registro, tutto rivolto su noi stessi. Anche nella conclusione, che adoperiamo per anticipare che a partire dal prossimo numero, Quaderni d’altri tempi si rinnoverà, offrendo ancora più che in passato proposte di qualità, più variegate nelle modalità e nei contenuti.
Difficile certo, ma per fortuna il 2113 è lontano…