Suoni volanti e dischi terrestri (II parte)
di
Gennaro Fucile

 


Il primo documento è opera del canadese John Oswald, teorizzatore di un metodo compositivo denominato plunderphonics, qualcosa come saccheggiofonia, che gli ha procurato anche guai legali. In seguito ha prodotto un lavoro-omaggio allo scomparso Jerry Garcia, leader carismatico dei Grateful Dead: Grayfolded. Un taglio e cucito di Dark Star, l’indiscusso cavallo di battaglia della band, anche adoperato da Michelangelo Antonioni in Zabriskie Point. Oswald ha recuperato tutte (?) le versioni esistenti del brano. Un frammento dietro l'altro ne è scaturito un brano Frankenstein, un ciclopico solo di chitarra della durata di due ore. Una dialettica tutta interna ad una medesima opera. Per la cronaca, il leader dei Dead è stato immortalato nel cosmo grazie a una stella battezzata Jerry Garcia per la gioia di tutti i tecnognostici.

Diverso il caso dell'inglese John Wall, che ispirandosi ai collages di Magritte ha proprio incollato insieme un cast eccezionale in Costruction I-IV: Ry Cooder, John Zorn, Anthony Braxton, John Cage, Thelonious Monk, Miles Davis, John Dowland (XVI secolo), anonimi medioevali, ecc. L'operazione diverge da quella di Oswald, dal momento che le fonti sono tutte diverse oltre che, anche in questo caso, tutte preregistrate.

Terzo caso. New York, un assiduo collaboratore di John Zorn, David Shea ha utilizzato in The Tower of Mirror un centinaio di sampler, ottenuti facendo suonare insieme musicisti e frammenti campionati di brani "recuperati" da originali eterogenei, da Ennio Morricone come da cori di strada, ripartendo da questi per un ulteriore trattamento in studio. Quindi fonti diverse ma interazione tra nastri e musicisti.

Infine Bill Laswell, altro compagno di strada di Zorn, ha creato un singolare catalogo dimostrativo della propria etichetta, la Axiom. Ha recuperato un solo di sax da un disco, violini da un altro e via di seguito, cucinando il tutto in versione ambient, ottenendo come dichiara egli stesso, delle sculture sonore. Si tenga presente che Laswell stesso suona in parte di questi dischi, per cui qui siamo in presenza di un autocampionamento. Titolo: Axiom Ambient - Lost in the Translation.

Altro capitolo, quello del citazionismo in forma d’omaggio: u.B.I.Q.U.e degli Art Zoyd. Dietro u.B.I.Q.U.e ci sono quattro anni di lavoro e il fascino emanato da Ubik il romanzo più enigmatico e visionario di Philip K. Dick. Testo oscuro, in armonica corrispondenza con la musica di Art Zoyd, gruppo di musicisti francesi da sempre dark in opposition, con oltre un quarto di secolo dedicato alla difficile sintesi di esperienze quali Magma ed Henry Cow. Diviso in due parti, Glissements progressifs du plaisir (citazione esplicita del film di Alain Robbe-Grillet) e Métempsycose, il lavoro è eseguito da un organico maestoso: 17 chitarre, 6 bassi, 5 sax, 5 trombe, 3 tromboni, 1 tuba, 12 batterie, percussioni e samples. La musica è stata composta da Gérard Hourbette, in servizio da trent’anni nel gruppo, impiegando un metodo di composizione relativamente semplice, che intreccia soluzioni ritmiche ricorrenti con un sistematico processo di sfaldamento e ricomposizione della materia sonora, secondo il farsi e disfarsi del reale, ben noto ai lettori di Dick. Leggiadro incubo.

Autocitazionismo poi in K.A, il ritorno dei Magma. Dopo un quarto di secolo, Christian Vander riporta in scena la band nel 2005 con una serie di concerti e stampa un nuovo disco, recuperando una composizione del 1974, in pratica il capitolo della saga Kobaia posto tra Mekanik Destruktiw Kommandoh e Kohntarkosz.

A chiudere la storia l’operazione Brain in the Box, cofanetto pubblicato tre anni fa dall’etichetta californiana Rhino. Splendida confezione: un cervello messo a nudo contenente cinque cd, che ripercorre, a modo suo queste cronache terrestri del XX secolo. Estratti dalle colonne sonore di film come Il pianeta proibito, 2001, Odissea nello spazio, ET, Alien, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Predator, Robocop, Matrix, Alien, ma anche classici della space age come Russ Garcia, Les Baxter, Attilio Mineo, Ferrante & Teicher in compagnia dei Jefferson Airplane, Sun Ra e sigle di telefilm di culto, da Ai confini della realtà a X-Files. Tutto è consegnato alla memoria, inscatolato, esteticamente impeccabile. Documento emblematico di una condizione mussale e, in fondo, è proprio così che… suona… il presente.

 


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