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Da un lato non si è mai soddisfatti
appieno di prodotti e servizi, dall’altro non si è mai sazi di lanciare
(pseudo)novità sul mercato. A fare da segnatempo in questo scenario è l’ingresso di un
nuovo gadget in un punto qualsiasi della catena, un prodotto per
vendere/acquistare più sano, più comodo o più veloce, oppure un prodotto più
specializzato del precedente, meno invasivo, più etico, meno costoso. Ancora, un prodotto accompagnato da più servizi, agevolazioni e
semplificazioni, oppure in grado di dialogare meglio con tutti (distributori,
produttori e consumatori). Tutti valori orizzontali dell’offerta e della
domanda, perfettamente interscambiabili. Dopo i romanzi di fantascienza e
gli oroscopi ecco i trend, versione
evoluta del medesimo desiderio. In questo interminabile
tramonto dell’Occidente non poteva mancare un studio di cartomanzia dedicato
alla coppia offerta/domanda. Lo studio si chiama Nemo e si presenta così: “Nemo è un laboratorio di rottura che rompe gli schemi
interpretativi usuali per costruire visioni inedite e chiavi di lettura
originali. Intuizioni anziché supposizioni, sincronicità
anziché causalità, esplorazione anziché previsione. Nemo si avventura in
profondità, porta in superficie scenari sommersi, tendenze inesplorate, segnali
deboli ma in divenire. Mentre la ricerca convenzionale accuratamente
separa, pesa, sceglie, classifica e isola…
Le previsioni del futuro non sono
elaborabili come estrapolazioni statistiche di modelli storici, ma attraverso
la creatività e la capacità di stratificare intuizioni anomale e segnali
deboli, che, codificati, raccontano mutamenti che orientano gli scenari futuri
e possono generare grandi idee… Nemo indaga il presente scandagliando
fondali quotidiani, raccogliendo tracce, riferimenti, coincidenze,
segnali di cambiamento e case history internazionali, tendenze del commercio,
comportamenti dei consumatori, cambiamenti sociali, format distributivi e
innovazioni tecnologiche… Portare alle fiere del retail il retail di domani è la mission di Nemo Next Shop. Ogni anno ci immergiamo
nelle acque internazionali per far luce su scenari, tendenze e innovazioni che
segneranno lo sviluppo futuro del commercio”. Lo scorso autunno Nemo ha proposto alla fiera Expo CTS il progetto Future retail 2020. Memorie dal negozio del futuro. A dir poco entusiasmante!, finalmente qualche certezza sul futuro: “Nel 2020 un negozio non sarà più semplicemente un luogo. Fluido, temporaneo, diffuso, flessibile, il nuovo punto vendita sarà più simile ad un organismo vivente e intelligente; un organismo che vive respirando i continui mutamenti di un mercato cellulare e individuale. Il tono è promettente e ha un’aria familiare, richiama un passo di Venere sulla conchiglia[1] scritto da Philip J. Farmer sotto pseudonimo (Kilgore Trout): “Sulle riviste dotte questo era chiamato l’Inevitabile Slittamento Transdimensionale, ma in privato lo si definiva l”Ipotesi Bevi-Questa-E-Credi-A-Tutto”. Ora possiamo credere a Nemo e al suo futuro messo a
nudo, chiamato Visionist, futuro
effervescente da sciogliere nel presente, scatoletta di cartoncino contenente
un cilindro di plastica trasparente, gonfio d’aria e niente più. Un gioco pensato come irriverente merchandising che la dice lunga sul futuro. A Napoli, la
catena di negozi Napolimania vende
l’aria di Napoli, ironico souvenir del capoluogo campano, a Milano Nemo regala
Visionist irriverente merchandising realizzato con la
medesima materia: l’aria. Non serve a niente, come l’aria di Napoli, che non
getta alcuna luce sui ricordi, sul passato legato a
una visita nella città. Visionist, a sua volta, lascia
al buio il futuro, proiettando solo desideri. Chi vorrà vendere di più al segmento anziani, troverà un trend adatto per sorreggerne
l’azione, chi vorrà ottenere più fedeltà dal suo pubblico farà altrettanto. A ciascuno il suo futuro, non ha costi aggiuntivi
progettarlo – su un prodotto/servizio futuro si deve pur investire –
l’importante è perpetuare il presente; se un’azienda potesse avere la garanzia
di realizzare profitti stabili desidererebbe un futuro uguale al presente. Una
reiterazione assoluta ad opera del diavolo,
probabilmente, perché questo è l’inferno.
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