Simplicissimus, Švejk, Forrest Gump, o la guerra combattuta dai semplici |
di Adolfo Fattori |
Ma Forrest ha
una grande qualità: è ampiamente inconsapevole di
ciò che gli accade intorno. È innocente. E
riesce, senza nessuna volontà, nessun calcolo, a schivare i
colpi che gli vengono dalla sorte. Così affronta –
senza nessuna consapevolezza del posto che questa assumerà
nella storia del Novecento, e nell’immaginario americano
– anche la guerra in Vietnam. Ne esce vivo, addirittura da
eroe, dopo aver visto morire il suo amico Bubba, e aver salvato dalla
morte il suo tenente – che perderà le gambe, e lo
maledice perché avrebbe preferito morire. Addirittura,
realizzerà il sogno di Bubba: una nave da gamberi! Su cui lo
raggiungerà proprio il tenente, un volta superato il rancore
per Forrest, e riconosciutane la grande, profonda
affettività e innocenza. Avrà addirittura una
medaglia, per il suo eroismo involontario. E incontrerà il
presidente degli Stati Uniti. E subito dopo si ritroverà a
partecipare da protagonista, sul palco degli oratori, alla grande
marcia per la pace che si svolse a Washington nel 1973. Ma non se ne
farà un vanto – non se ne accorgerà
nemmeno... | |
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— Cavicchia Scalamonti A., Pecchinenda G., La memoria consumata, Ipermedium, Napoli, 1996.
— Groom W., Forrest Gump, 1986, trad. it. Sonzogno, Milano, 2002. |
— Hašek J., Osudy Dobrého Vojáka Švejka, 1921-1923, trad. it. Il buon soldato Švejk, Feltrinelli, Milano, 1992.
— Kundera M., Nesnesitelná lehkost byti, 1984, trad. it. L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi, Milano, 1985. |
— von Grimmelshausen J. J., Der abenteuerliche Simplicissimus Teutsch, 1669, trad. it. L’avventuroso Simplicissimus, Mondadori, Milano, 1982.
— Roth J., La tela di ragno, Bompiani, Milano, 1975. |
— Steklý K., 1956, Osudy Dobrého Vojáka Švejka, Cecoslovacchia, 1956, 1957.
— Umgelter F., Der abenteuerliche Simplicissimus Teutsch, Germania/Francia, 1975. — Zemeckis R., Forrest Gump, USA, 1994, Paramount Home Entertainment, 2004. |
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