Starman
di John Carpenter Proveniente da un lontano pianeta, un alieno – Starman – giunge sulla Terra per investigare le forme di vita intelligenti evolutesi al punto da essere riuscite a lanciare il “Voyager II”, la sonda extrasolare lanciata nel 1977 con un messaggio di pace all’universo. Ma quel messaggio di pace a cui Starman vuole pacificamente rispondere nel suo viaggio sulla Terra non è lo stesso che i militari americani riservano all’alieno. Dopo aver abbattuto la sua navicella, gli danno la caccia per tutta l’America; ma intanto Starman ha preso le sembianze del marito defunto di Jenny Hayden riuscendo, un po’ con le buone un po’ con le cattive, a farsi accompagnare verso il rendez-vous previsto con i suoi compagni, per abbandonare un pianeta troppo ostile. Studiatamente ingenuo,
Starman recupera il messaggio ottimista riguardo gli extraterresti che in quegli anni domina il cinema americano e di conseguenza il nemico non è più l’alieno ma l’uomo. Forte è l’ispirazione a
Ultimatum alla Terra, a partire dalla scelta antropomorfa di Starman che finirà per far innamorare Jenny Hayden (rigorosamente chiamata per nome e cognome dall’alieno per tutto il film). Allo stile dell’avventura
on-the-road, che permette di avere uno spaccato di tutti i luoghi comuni della tradizione americana (dalla torta di mela al complottismo), si unisce il messaggio pacifista: mentre gli uomini tolgono la vita, Starman la dà, ingravidando Jenny Hayden, guarendo le sue ferite, resuscitando un cervo. Poche pretese, importanti messaggi, intrattenimento senza tanti effetti speciali: che differenza rispetto ai vuoti kolossal di oggi… |
titolo Starman
regia John Carpenter
principali interpreti Jeff Bridges, Karen Allen, Charles Martin Smith, Richard Jaeckel
casa di produzione Sony
Pictures
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The Millionaire
di Danny Boyle Il pluripremiato The Millionaire che si avvale della co-regia di Loveleen Tandan, è basato su un romanzo di Vikas Swarup dal titolo
Le dodici domande. Le domande sono quelle rivolte da Prem Kumar, conduttore di un gioco televisivo a premi il cui format è diffuso su tutto il pianeta. A fare da concorrente è Jamal Malika, un giovane proveniente dagli slum di Mumbay. Per Kumar, anche lui arrivato al successo ma solo dopo una dura scalata, è intollerabile che questo popolarissimo vincitore (pur essendo ignorante), gli contenda l’attenzione del pubblico. Di qui l’arresto di Jamal, da lui accusato di truffa. Dal suo interrogatorio emergono uno ad uno i ricordi della vita durissima di un bambino di strada, del fratello Salim e della piccola Latika, ricordi che gli permettono di risalire alle risposte esatte alle domande del gioco. Il monte premi aumenta ed il ritmo della narrazione accelera, ma non si spezza nell’alternanza di
piano e forte, di presente e passato. Ad ogni domanda corrisponde una ricostruzione, il ricordo di un’esperienza, di un distacco, di un dolore ed una risposta esatta. Viene da chiedersi quante persone si fidano tanto della propria esperienza da riconoscere in essa le informazioni, le conoscenze che racchiude. A voler azzardare un commento pedagogico, Jamal è il prototipo di colui che apprende le life skills. Jamal le riconosce e, pur da un basso gradino sociale – i ragazzi del thè sono bugiardi, è il pregiudizio di uno dei poliziotti presenti all’interrogatorio – le utilizza al meglio, tanto da riuscire a presentarsi in trasmissione ed arrivare alle ultime battute. Forse è questa capacità, che riconosce in lui il commissario di polizia, che alla fine, convinto, lo rilascia. L’ultima domanda è l’unica che fa riferimento ad una sua conoscenza esplicita. Ma è una conoscenza parziale perché riguarda i nomi dei soli due moschettieri impersonati da lui e dal fratello: Athos e Porthos. Il terzo – Aramis – non lo ha mai conosciuto, in fondo erano due fratelli soltanto… |
titolo The Millionaire
regia Danny Boyle
principali interpreti Dev Patel, Freida Pinto, Anil Kapoor, Madhur Mittal, Irfan Khan
casa di produzione Medusa
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D.A.R.Y.L.
di Simon Wincer Bambini e adolescenti dominano il cinema fantascientifico americano della metà degli anni Ottanta. A partire da
E.T. passando per Wargames, Navigator, Ritorno al futuro,
Labyrinth, Explorer, il processo di “infantilizzazione” della fantascienza sembra irreversibile.
D.A.R.Y.L. non è un’eccezione, anche se si discosta dagli altri film per un particolare non da poco: il giovane protagonista, infatti, ritrovato in un bosco senza memoria e adottato da una famiglia, non è umano bensì un robot. Meglio ancora, un simulacro dotato di una raffinata intelligenza artificiale prodotta dal Pentagono per scopi militari. Ecco allora che si scatena la caccia all’uomo da parte dei militari per riprendere il fuggitivo (e qui, di nuovo, ritroviamo i canoni di
Starman, Wargames e naturalmente E.T.). Più che fantascienza,
D.A.R.Y.L. (che è un complicato acronimo orrendamente trasporto in italiano) è una fiaba moderna come già lo era
E.T. e come lo sarà A.I. Intelligenza artificiale, non per niente anch’esso di Spielberg, che dal film di Wincer sembra trarre abbondante ispirazione. I tanti prodotti simili in quegli anni e la sua inadeguatezza rispetto al paragone spielbergiano non hanno permesso di apprezzare
D.A.R.Y.L. come meriterebbe. La sua uscita in dvd permette di colmare un gap per tutte le famiglie, i nostalgici e i filologi della fantascienza di quegli anni. |
titolo D.A.R.Y.L.
regia Simon Wincer
principali interpreti Mary Beth Hurt, Michael Mckean, Kathryn Walker, Colleen Camp, Josef Sommer, Barret Oliver
casa di produzione Sony
Pictures
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