Kurai
di Kurai Dove l’ombra cupa scende, Yugen si trasforma in Kurai, il lato oscuro del progetto sonoro ideato da Francesco Zago. Letteralmente scuro, perché è questa la traduzione dell’aggettivo giapponese kurai e poiché Yugen non è certo un progetto musicale dai colori tenui, delicati e soprattutto luminosi, ci si può ben immaginare quale oscuro scrutare venga proposto in
Kurai. Un lavoro fortemente voluto da Zago, qui impegnato soprattutto al mellotron, al quale collabora una frazione di Yugen (formazione, a sua volta, dall’organico variabile). Preceduto dal disco dedicato alle musiche di Tommaso Leddi (Yugen plays Leddi, vedi Quaderni d’Altri Tempi n. 18),
Kurai parte spavaldo con Herbert Quain, quasi a volerci ricordare con il suo ritmo serrato che questa creatura sonora nasce da Yugen, ma prestissimo l’atmosfera cambia, si raggela e proseguendo ci si immerge in acque sempre più profonde e inesplorate. La successiva
Cavedio, ad esempio, possiede una grana elettronica che svela un’insospettabile liason con l’oscuro Asmus Tietchens e con certa elettronica spettrale alla Raison d'Être. Tenebra che si fa totale in
Flüster-Kadenz, la più tenebrosa delle tracce, una sonda che esplora fondali alieni. Lungo il percorso ci si imbatte anche in alcune miniature acustiche perlopiù eseguite al piano (Premessa inessenziale,
Strassenleuchte, Lento #1) o al soprano (Miniature on Rovine), in un misterioso duo per arpa e mellotron (L’oscurità naturale delle cose), oppure in un inafferrabile trio per piano, arpa e piano (Fuoco pallido). Momenti di autentica sospensione temporale. Più energiche invece,
L’eco delle fiamme, superba improvvisazione avant rock e Treffpunkt, atmosferico dark jazz, composizioni comunque immerse in un buio siderale.
Einigermassen Ruhiger è, invece il punto più vicino al jazz, una misurata improvvisazione dai toni cool. Chiude
White, paesaggio sonoro di struggente malinconia, tra le cose più belle di un lavoro al tempo stesso fortemente omogeneo, estremamente vario e raffinato nella concezione. |
titolo Kurai
di Kurai
etichetta AltRock
distributore altrock.it
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The Moment's Energy
di Evan Parker Electro-Acoustic Ensemble Nel corso degli anni, l’Electro-Acoustic Ensemble ha mirato sempre più in alto e si è anche ampliato, passando dal sestetto del primo album (Toward the Margins, Ecm, 1997) agli undici elementi della penultima uscita,
The Eleventh Hour (uscito nel 2005, sempre per l’Ecm). In questo nuovo cimento (il quinto) l’organico è ulteriormente cresciuto, toccando le quattordici unità con l’ingresso di Peter Evans (tromba), Ned Rothenberg (clarinetto, shakuhachi) e Ko Ishikawa (shō, o organo a bocca, strumento giapponese a fiato ad ancia libera). I tre affiancano il soprano di Parker, il violino di Philip Wachsmann, le percussioni di Paul Lytton, il piano di Agustí Fernandez, il contrabbasso di Barry Guy e la sezione dei manipolatori elettronici composta da Walter Prati, Joel Ryan, Richard Barrett, Paul Obermayer, Marco Vecchi e Lawrence Casserley. Quasi metà del collettivo è quindi impegnata in un complesso processing, segno eloquente del ruolo centrale che riveste la manipolazione del segnale sonoro in questo collettivo, capace di rimodellare in tempo reale un flusso musicale magmatico e di restituirlo condensato laddove nasce fluido e di liquefarlo quando è rappreso, solidificato all’origine. La materia musicale qui lavorata proviene dalla performance tenuta nel novembre 2007 nell’ambito del festival di musica contemporanea di Huddersfield. In realtà solo due delle otto tracce provengono dal concerto (The Moment's Energy Part IV
e la conclusiva Incandescent Clouds), le altre sei sono frutto di una post produzione realizzata utilizzando le registrazioni effettuate durante le prove. Una fine operazione concettuale che espande l’idea stessa di live recording, indicando nuovi orizzonti nella non agevole commistione tra elettronica e strumentazione tradizionale. Perizia strumentale indiscussa da parte di tutti e grande regia che solo un gigante della musica contemporanea come Parker poteva firmare, evitando di impantanarsi in una nella sterile sperimentazione. Al contrario, qui si dissolve, anzi si risolve l’uggioso e forse ozioso conflitto tra composizione e improvvisazione, oppure, chissà, la questione viene semplicemente riprocessata… |
titolo The Moment's Energy
di Evan Parker Electro-Acoustic Ensemble
etichetta ECM
distributore Ducale
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Cono di ombra e luce
di EA Silence Rarefazione è la parola chiave di questo eccellente lavoro firmato EA Silence, trio dotto e coraggioso composto da Luca Cartolari (basso elettrico e live electronics), che arriva da Anatrofobia, e da Alessio Pisani (fagotto e controfagotto) e Mirio Cosottini (tromba, flicorno, tromba slide) che provengono da EA Quartett (per entrambe le formazioni vedi Quaderni d’Altri Tempi n. 11) e dal Gruppo di Ricerca e Improvvisazione Musicale. Rarefazione di nobile schiatta, che incrocia il jazz astratto seminato e coltivato in passato da Bill Dixon prima e da Wadada Leo Smith dopo con la musica contemporanea, imboccando, pur con questo ingombrante bagaglio, una propria strada, segno di personalità, matura. Decisivo per il risultato finale risulta anche l’inusuale cocktail timbrico diffuso nelle otto tracce di questo lavoro. Composizioni simili a delle colte conversazioni (esemplare in tal senso è
Avvio), che senza soffermarsi in particolare su alcunché, sembrano ancorate saldamente su ogni singola cellula sonora. Particolarmente ben costruite risultano
Ex Mod 2 e Jaquar e Aimèe, quest’ultima articolata in quattro scene suggerite da un testo di Erika Fisher, mentre rapiscono la melodicissima apertura di
Assenza e la drammaticità cristallizzata in Medusa, il vertice di un disco tutto caratterizzato da grande forza espressiva, che non si esenta dall’offrire anche qualche attimo di ruvidezza in un procedere sempre elegante. Ne risulta un insieme di emozioni tanto traboccanti quanto trattenute, una altalenante dinamica che produce spaesamento e perdita dell’orientamento, come se ogni brano muovesse in assenza di tempo e questo scorresse all’interno di composizioni assolutamente immobili. Fenomeni che si sprigionano naturalmente in presenza (o assenza?) di rarefazione. |
titolo Cono di ombra e luce
di EA Silence
etichetta Amirani Records
distributore amiranirecords
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