Il
mondo di Svankmajer
di Jan Svankmajer
Quando André Breton coniò l’espressione humor noir, forse pre-visonava le storie animate di Jan Svankmajer. Uomini, macchine, figure di argilla, bambole antiche, marionette, temperamatite, denti, lingue, sassi, scheletri, sminuzzati, triturati, smembrati rovistati, ribaltati, scardinati, ricomposti, riassemblati, animati, azionati secondo logiche imperscrutabili. Bizzarie di uomini che svelano una natura macchinica e di marchingegni vari, robot compresi, che agiscono secondo logiche stravolte ma pur sempre umane, mettendo in scena anche riti estremi, come l’auto cannibalismo. Oggetti indaffarati, assorbiti da propri riti quotidiani, un mondo regolato da altre leggi, autentica patafisica. Distorsioni che trovano palcoscenici ideali in case abbandonate, vecchi mobili, o in spazi ancora di più di difficile identificazione, teatri onirici, ai confini della realtà. Dispositivi che ottusamente, o secondo un oscuro disegno, ripetono operazioni meccaniche, oppure sembrano agitati da un caos interiore che li sospinge in tutte le direzioni con ritmi forsennati, cercando una nuova forma, un senso inedito. “Il dettaglio ha sempre un potere magico perché all'improvviso sullo schermo possiamo ingrandire qualcosa che è realtà, ma che nella vita quotidiana non percepiamo”, scrive Svankmajer (dal booklet allegato). È questo che accade negli allucinati universi tascabili fabbricati da questo maestro indiscusso dell’animazione e del collage, a cui la Rarovideo dedica questo cofanetto curato da Bruno De Marino che raccoglie quattordici cortometraggi da Poslední trik - Pana Schwarzewaldea a pana Ed gara, ovvero L'ultimo numero del signor Schwarzewald e del signor Edgar (1964, colore, 11'19”), singolar tenzone di numeri circensi tra due maghi a Tma-sveˆtlo-tma, cioè Oscurità-luce-oscurità (1989, colore, 7'15''), una sorta di Genesi che potrebbe suonare così: in principio era la plastilina. “Io cerco l’elemento fantastico nella realtà vera e propria. In questo modo lo spettatore riesce a mettere in dubbio il rapporto utilitaristico con le cose e a recuperare la relazione magica con le cose che avevano i nostri predecessori. La mia aspirazione è in pratica quella di fare ‘documentari surrealisti’. Penso che quanto più il nucleo del film è fantastico, tanto più bisogna essere concreti nel mostrare i particolari, altrimenti si perde l'effetto sovversivo del tutto”, dice ancora Svankmajer. |
titolo Il mondo di Svankmajer
di Jan Svankmajer
distribuzione Raro Video
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Artista unico, inimitabile, che ricorre a tecniche diverse, dalle animazioni a passo (stop motion) ai disegni animati ai montaggi astratti e all'uso di marionette, si è dedicato soprattutto alla realizzazione di cortometraggi (circa una trentina) approdando al lungometraggio solo nel 1988 con Alice (titolo originale: Něco z Alenky) rivisitazione delle storie di Lewis Carroll. Dietro l’opera visionaria di Svankmajer c’è la grande tradizione surralista che ha animato nel secolo scorso la letteratura cecoslovacca ricoprendo un ruolo ancora più centrale che in Francia. Non solo nel periodo d’oro, classico degli anni Trenta, ma proseguendo nei decenni successivi, aggirando la doppia clandestinità imposta dal conflitto mondiale e dal regime socialista, tornando alla luce negli anni Sessanta e rituffandosi nell’ombra negli anni della cosiddetta normalizzazione. Vicende poco note in Italia, al di fuori degli ambiti specialistici, tranne che per qualche nome come Bohumil Hrabal. Dietro Svankmajer c’è anche l’arte del collage di cui fu grande maestro proprio un artista ceco, Jiří Kolář. Più in generale, poi, troviamo rimandi e omaggi dichiarati. In questo box sono contenuti ad esempio Johan Sebastian Bach: Fantasia in g-mol (J.S. Bach: Fantasia in sol minore, 1965, b/n, 9’27”), Zánik domu Usheru° (La caduta della casa Usher, 1980, b/n, 15’10”) e Otransky´ zàmek (Il castello di Otranto, 1973-79, b/n-colore, 17'11'') riletture rispettivamente del raccontto di Edgar Allan Poe e del romanzo di Horace Walpole. Rimandi, collegamenti, trame trasversali con la musica, la letteratura e naturalmente con le arti visive, a partire da Hieronymus Bosch e Arcimboldo. Il primo dvd contiene dieci cortometraggi, il secondo quattro e Il mondo dell'animazione parla di Jan Svankmajer (a cura di Gianluca Aicardi), una rassegna di contributi che include gli interventi di Barry Purves animatore di pupazzi, i cineasti Rao Heidmets, Bill Plympton e Koji Yamamura storici e critici come Ilan Nguyen, Giovanni Russo (direttore di Lucca Animation e fondatore della rivista E-motion), Stanislav Ulver (direttore della rivista Film & Doba) e Bruno Solarik (scrittore, membro del Gruppo Surrealista Cecoslovacco). Un’uscita assolutamente da non perdere. |
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Gennaro Fucile |
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