Le Grandi Storie della Fantascienza 11 (1949)
a cura di Isaac Asimov e Martin. H Greenberg
È un po’ come fare un viaggio nel tempo, leggere i racconti qui antologizzati, scoprendo una fantascienza distante anni luce da quella di oggi, ingenua ma non per questo meno affascinante. Troviamo nomi notissimi che non deludono mai: Asimov in primis con
La corsa della Regina Rossa, non il massimo della sua produzione, ma interessante proprio perché atipico; Arthur Clarke con
Lezione di storia, questo ben più tipico, ma ugualmente eccezionale, soprattutto riguardo la capacità di Clarke di costruire finali che trasformano completamente il senso della storia; Clifford Simak con
Eternità perduta in cui il tema della ricerca dell’immortalità viene trattata in maniera magistrale sul piano sociale e su quello individuale; Theodore Sturgeon che in
L’Hurkle è una bestia felice si concede una pausa di leggerezza nella sua eccellente produzione; Ray Bradbury che invece in
Caleidoscopio commuove drammaticamente il lettore con una storia struggente; inoltre ben tre storie dell’affiatata coppia Henry Kuttner e C.L. Moore. Non mancano inoltre nomi presto usciti dalla scena della fantascienza, o pressoché sconosciuti da questo lato dell’oceano: John D. MacDonald con un racconto ingenuo visto con gli occhi di oggi, ma affascinante per le atmosfere pulp ormai perdute (Difetto), l’ignoto Peter Philips con un interessante racconto di fanta-religione,
Manna; Philip MacDonald - più noto per i suoi romanzi e racconti gialli - con
State lontani!; Katherine MacLean che in Meccanismo di difesa tratta un tema all’epoca di moda, la telepatia, che ritroviamo non a caso in altre storie dell’antologia. Ma forse il miglior racconto del volume è proprio l’ultimo,
Le streghe di Karres di James Schmitz (poi trasformato successivamente in un acclamato romanzo), che riassume tutto il fascino di una fantascienza “pionieristica”, dove l’inventiva, la speculazione, l’azione e l’avventura esotica si coniugano squisitamente. |
titolo Le Grandi Storie della Fantascienza 11 (1949)
a cura di Isaac Asimov
e Martin H. Greenberg
editore Bompiani,
Milano
pagine 452
prezzo € 13,50
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La filosofia di Lost
di Simone Regazzoni Dopo Matrix, e Dr. House, la filosofia, in questo volumetto di Simone Ragazzoni, si cimenta con
Lost, il serial americano arrivato ormai al quinto ciclo. Al centro delle questioni poste dall’autore, dopo essersi rapidamente – e più che legittimamente – liberato dell’interrogativo, mai troppo superato, se sia il caso o meno di applicare gli strumenti della ricerca ad oggetti “triviali” come le serie televisive, c’è un interrogativo fondamentale della ricerca filosofica, lo statuto della verità. È possibile definirla? Individuarla? Stabilirla? Regazzoni, che già ha collaborato al volume del Collettivo Blitris su
Dr. House, se lo chiede – e lo chiede ai lettori – utilizzando come spunti per le sue riflessioni frammenti delle varie puntate della serie, in cui, per un verso o per un altro, i protagonisti della vicenda pongono il problema a sé stessi e agli altri. La cornice, d’altra parte, è ideale: un mondo separato, governato da leggi a volte apparentemente inestricabili, dove succedono cose inesplicabili, e – prima di tutto – isolato dal resto del mondo, da quel mondo da cui provengono (o
ritengono di provenire?) i sopravvissuti del volo 815. Regazzoni, invitandoci a precipitare con lui insieme ai viaggiatori dell’Oceanic, ci offre prima di tutto – per creare un terreno comune – una definizione per l’Isola, quella in cui si svolge
Lost: il frutto di un doppio movimento, che si compie fra una “separazione dal mondo e un nuovo inizio”. È proprio questo particolare statuto del luogo che poi gli permette di lavorare alle domande che pone sotto traccia, magari nell’inconsapevolezza degli autori, la serie: “la verità è assoluta o relativa?”, Oppure “Quella che riteniamo realtà, esiste al di fuori di noi, o è solo il frutto del nostro sognare?”, giusto per fare due esempi. Questioni che non si pone solo la filosofia, ma anche la sociologia della conoscenza, e che è al centro della letteratura almeno dai tempi di Calderon De la Barca…
Un libro gradevole e utile, un manuale per cacce ai tesori dell’immaginario.
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titolo La filosofia di Lost
di Simone Regazzoni
editore Ponte alle
Grazie,
Milano
pagine 166
prezzo € 12,00
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Eluana Englaro
di Francesco Galofaro
Il caso di Eluana Englaro, che ha portato il tema dell’eutanasia sotto i riflettori dei media, è stato trattato da Francesco Galofaro, dottore di ricerca in semiotica, con un’originalità particolare, legata all’uso degli strumenti propri di questa disciplina. L’autore, concentrandosi sui discorsi dei vari agenti in gioco, ha cercato di evidenziare le controversie etiche, mediche e giuridiche che hanno caratterizzato la vicenda fin dal suo primo apparire sui quotidiani nazionali, mantenendo allo stesso tempo un linguaggio chiaro e semplice, di facile lettura anche per i non addetti ai lavori. Ed è proprio attraverso l’analisi degli articoli comparsi su la Repubblica, il Corriere della Sera e sull’Avvenire che il testo si snoda attraverso un percorso che, partendo dal racconto della storia di Eluana Englaro dal giorno del suo incidente, ne segue l’intera vicenda giudiziaria – che si concluderà con la sentenza della Corte di appello di Milano che autorizzerà l’interruzione del sostegno vitale – per poi passare ad analizzare le controversie generali intorno al tema dell’eutanasia, le strumentalizzazioni che i giornali hanno fatto della vicenda, e il mutamento che queste hanno provocato nell’opinione pubblica riguardo le tematiche di fine vita. Possiamo riassumere lo scopo di questo testo, usando le parole dell’autore: “La mia disciplina, la semiotica, aiuterà a indagare i motivi per cui nei mezzi di comunicazione di massa l’esempio retorico e la narrazione prevalgono su un’informazione corretta”. E per provare tutto ciò Galofaro non si limita ad analizzare solo il caso della giovane ragazza di Lecco, ma lo mette a confronto con storie diverse e allo stesso tempo simili: Terri Schiavo, Diane Pretty, Piergiorgio Welby; storie che hanno portato il tema di fine vita al centro dell’agenda dei media, scatenando di volta in volta un dibattito – sempre acceso – tra la legge, l’etica e la medicina. L’autore si chiede alla fine: “È possibile trovare un accordo?”. Secondo il ricercatore sarà possibile solo se la politica ci porrà nelle condizioni di poter decidere senza sostituirsi alla nostra libertà di giudizio. |
titolo Eluana Englaro. La contesa sulla fine della vita
di Francesco Galofaro
editore Meltemi,
Roma
pagine 143
prezzo € 14,00
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