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Il ciclo di Landover
è, per stessa ammissione di Brooks, un’opera satirica della fantasy
canonica. Questo spiega quindi anche perché spesso gli antagonisti di Ben
Holiday siano figure caricaturali. Il drago Strabo e la Strega del
Crepuscolo, benché tratteggiati come esseri di estrema crudeltà, fanno
spesso sorridere e non sono mai, in realtà, i veri ‘cattivi’ della
storia. Il male in Brooks – come già si è visto in “L’evoluzione
del male” – assume sempre fattezze ben diverse da quelle canoniche, e
ad esempio nel primo romanzo del ciclo di Landover il male è
rappresentato dal Marchio di Ferro, che in realtà sembra essere
null’altro che la proiezione delle paure e delle angosce di Ben stesso.
Draghi, troll e streghe nella fantasy brooksiana sono cattivi di supporto,
spesso da operetta, ennesimo rovesciamento di un luogo comune della
produzione fantasy “ortodossa” che si evolve dalla fiaba classica. Insomma, appare
chiaro quindi come Brooks – pur partendo necessariamente dalle stesse
funzioni in comune con la più classica produzione fantasy – abbia
superato lo schematismo e la desolante mancanza di originalità che
caratterizza gran parte dell’attuale produzione di genere mantenendosi
ancorato al principio che l’elemento fantastico, quello magico, è
peculiare ma non principale, è insomma un espediente che non deve mai
svilire la centralità dell’uomo, sempre e comunque protagonista delle
più grandi e notevoli opere del fantastico. Questo articolo è apparso in origine sul sito Fabbricanti di Universi, curato da Roberto Paura. Si ringrazia l'autore per averne concesso la pubblicazione anche su Quaderni d'Altri Tempi. | |