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Come si è visto, il
filo conduttore di tutte le funzioni sopra descritte è quello della quest,
il viaggio di ricerca; ricerca di un oggetto necessario per salvare un
personaggio o per salvare il mondo intero, il succo non cambia. Ne La
Spada di Shannara il tema della quest è dominante, la
disperata ricerca della spada da parte dei protagonisti è l’elemento
che fa progredire la storia. Già in questo romanzo, tuttavia, assistiamo
a una prima trasformazione del topos classico: una volta trovata la spada,
gli eroi – ironia della sorte – non hanno la benché minima idea di
come si usi. Generalmente, nelle fiabe più tipiche il problema non si
pone poiché una volta trovato l’oggetto si sa già come sfruttarlo a
proprio vantaggio. Qui invece no: la Spada di Shannara è nelle mani degli
eroi, ma essi non sanno come sfruttarla a loro vantaggio. Stesso concetto
presente nel Primo Re di Shannara e negli Eredi di Shannara:
sempre la Spada, sempre la perplessità dei personaggi riguardo il suo
uso. Questo è un rovesciamento fondamentale del topos. Rende il tema
della quest completamente privo di senso, e ricollegandosi a una
tradizione che parte dalle Argonautiche di Apollonio Rodio rende il
viaggio di ricerca null’altro che un vuoto peregrinare alla ricerca di
una verità non certo concretizzata nell’oggetto stesso, ma da ricercare
nell’intima coscienza dei personaggi stessi. La Spada, si scoprirà poi,
può venire utilizzata solo a caro prezzo: essa, infatti, svela a chi ne
è a contatto tutte le falsità e gli inganni di cui si è macchiato nella
propria vita, e solo se l’eroe saprà sopportare il peso di queste
orribili verità potrà utilizzare la Spada contro il nemico, facendo
altrettanto. Ecco perché il Signore degli Inganni e gli Ombrati possono
venire sconfitti solo con la Spada: chi ha costruito la sua vita su falsità
e menzogne non può sopravvivere alla verità sul proprio io. È tutta una
ricerca interiore quella che ha per oggetto la Spada di Shannara, del
tutto simile alla quest per eccellenza, quella del Santo Graal
nelle leggende medioevali che sottintendeva in realtà una ricerca mistica
della solidità della fede di chi andava peregrinando per ritrovarlo. Questo
rovesciamento del topos della quest è dominante nelle opere di
Brooks, in particolare nel ciclo | |