Risentimento, o rabbia rancida, ma tu chiamale, se vuoi, emozioni in Rete |
di Elisabetta Risi | |
La rete può quindi costituire un ambiente di
elaborazione cognitiva ed emozionale dove ci si conosce/riconosce come
persone simili, un luogo di incontro dell’altro come
me che, anche se si trova geograficamente istante, condivide
una simile situazione lavorativa ed una medesima esperienza emotiva.
Rilevante tipologia di funzioni delle narrazioni di risentimento in Rete è quella propositiva. Si possono individuare due tipi di azioni che vengono proposte: delle attività da agire in Rete (l’invio di un’email al ministro, l’apertura di un blog per sollevare il problema, di un sito per stimolare attenzione e raccogliere consensi e solidarietà) e delle azioni da svolgere invece negli ambienti tradizionali della manifestazione:
Nel nostro studio abbiamo riscontrato come in Rete sia presente un proliferare non solo di blog personali, ma anche di blog a più voci, siti, forum, social network costruiti o frequentati da questi soggetti. Essi divengono da un lato luogo e strumento di condivisione di emozioni e sentimenti (altrimenti difficilmente possibile per distanzia o vergogna della propria situazione) e di potenziale elaborazione del risentimento attraverso la narrazione della propria esperienza; dall’altro, rappresentano una possibilità per costruire la rappresentazione dell’identità personale o collettiva, attraverso il dialogo, il riscontro e il riconoscimento dell’altro. |
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— Alberoni F., Genesi,
Garzanti Libri, Milano, 1989.
— Benasayag M., Schmit G.,
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— Bruner, J.,
La mente a più dimensioni, Laterza, Bari, 2005.
— Di Fraia G.,Storie con-fuse.
— Girard R., Il risentimento.
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— Nietzsche F.,
Genealogia della morale, Mondadori, 1975.
— Runciman W.G.,
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— Scheler M.,Il risentimento nella edificazione delle morali, Vita e Pensiero, Milano, 1975.
— Tommelieri S.,
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