Lavorare uccide
di Marco Rovelli
Il
volume è il
risultato di un’inchiesta condotta in Italia
nell’ultimo anno, lungo i
luoghi segnati da episodi di incidenti mortali sul lavoro –
le
cosiddette morti bianche – con
l’intento esplicito di
sensibilizzare l’opinione pubblica verso di essi ed evitare
che siano
avvolti dal silenzio e dall’indifferenza. La narrazione
procede
attraverso la ricostruzione delle circostanze che hanno determinato i
singoli casi di incidente mortale, avendo sempre cura di tenere al
centro del racconto la persona con la sua umanità, spesso
trascurata
nelle cronache quotidiane e nelle analisi degli esperti. Il libro,
però, va oltre e intreccia le testimonianze raccolte anche
con
riflessioni e dati statistici che permettono di comprendere i
meccanismi che innalzano il rischio d’incidenti sul posto di
lavoro
fino a determinare la morte delle persone che vi operano. Su questo
punto si evidenzia che non siamo di fronte ad un’improvvisa
emergenza,
al contrario emerge che gli infortuni e i morti sono un fenomeno
strutturale di un sistema economico e di una cultura imprenditoriale e
del lavoro arretrati, come dimostrano i freddi dati statistici posti a
corredo finale del volume. Da questi emerge, da una parte, una tragica
stabilità del numero assoluto dei morti e degli incidenti
sul lavoro
nell’ultimo decennio (930mila infortuni e 1.300 morti bianche
ufficiali), dall’altra, la collocazione dell’Italia
agli ultimi posti
in Europa rispetto ai diversi indici di sicurezza sul lavoro. Francesco Pirone |
di Marco
Rovelli
titolo Lavorare
uccide
editore Rizzoli, Milano 2008
pagine 250
prezzo € 10,20
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Ru e
Fro di Erika dagnino
La
nobile schiatta dei
personaggi inconcludenti alla Bouvard e Pécuchet non si
è estinta con
il girare a vuoto dei non eroi beckettiani. Certo si può
parlare di un
prima di Beckett e un dopo di Beckett, così come il grande
irlandese si
esprimeva a proposito di Pin in Com’è,
ma eppur si continua. Ru
e Fro, coppia nata dall’immaginazione di Erika Dagnino,
sembra prendere
corpo proprio laddove era terminato il viaggio di una delle coppie
beckettiane meno famose, Mercier e Camier. Anche Ru e Fro vivono in una
singolare simbiosi. Condividono appunti quotidiani e (pseudo)emozioni
che sembrano animarli vicendevolmente nel corso della breve sequenza di
avvenimenti che si svolge nella semi-immobilità descritta in
questo
romanzo breve. Ru e Fro agiscono (?) in un tempo enorme, fatto
tendenzialmente di innumerevoli ripetizioni. Prosa essenziale, che
richiede una scelta meditata per ogni singola parola, senza curarsi di
strizzare l’occhio alla contemporaneità. Risiede
qui la forza di Ru e
Fro. In una parola già sufficientemente sedimentata,
poetica.
D’altronde la Dagnino, sempre lo scorso anno, ha pubblicato
proprio una
raccolta di poesie Spazi d’afa (edito da
Ennepilibri) in un
delizioso formato a blocco note. Versi liberi, componimenti che
chiariscono meglio da dove trae forza la breve narrazione di Ru e Fro,
coniugando in modo convincente musica e metafisica, ovvero la natura
intima della vera poesia. Che altro è: “Mi
sfiguro, mi stanco, ascolto. Mi convinco dei sonagli, delle crepe, dei
profumi; sono persino lontani gli oleandri”?
Poesia, niente di più. Gennaro Fucile |
di Erika Dagnino
titolo Ru e Fro editore Csa (www.editcsa.it)
pagine 62
prezzo € 8,00
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Il carro magico
di Joe R. Lansdale
Il Carro Magico,
l’ultimo libro pubblicato in Italia da Joe Lansdale, non sarà certo
ricordato come un capolavoro. Questa considerazione sembra essere
confidata dallo stesso autore, in modo quasi beffardo, nell’ultima
pagina di quello che comunque resta un godibile e divertente romanzo
ambientato all’inizio del Novecento in un Texas – Orientale
naturalmente – dove si muovono pistoleri xenofobi, sceriffi ignoranti e
scimpanzè da combattimento. Per molti aspetti il romanzo si configura
come un western: l’ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi o
la strutturazione dei dialoghi sembrano infatti andare in questa
direzione. Tuttavia altri elementi egualmente importanti, come il
richiamo al surreale o in altri frangenti al comico, si prefiggono
l’intento di voler superare le rigide barriere dettate dal modello di
riferimento. Questo continuo oscillare tra genere e antigenere è
diventato un tratto distintivo dello scrittore che costruisce le sue
storie utilizzando riferimenti spesso ambigui e contraddittori. Non
deve dunque stupire se forse il vero protagonista del Carro Magico
siano le tempeste che sconvolgono continuamente gli equilibri
esistenti. La metafora è fin troppo chiara, gli uomini sono sottoposti
a forze ignote che possono portarli sull’altare o nella polvere senza
che dietro tutto questo ci sia mai un senso o un disegno preciso. Sono
i superstiti che “caricano di senso” questi eventi, ma le tempeste
agiscono senza alcun fine se non quello intrinseco alla loro natura. Ma
in fondo anche questa, è una delle tante trovate a cui Lansdale ha
ormai abituato i suoi sempre più numerosi fan. Roberto Colonna |
di Joe R. Lansdale
titolo Il carro magico
editore Fanucci, Roma, 2008
pagine 192 prezzo € 14,00
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