La gioventù del
silenzio
di Luigi Caramiello,
Antonello Parente
Uno
studente su tre tra i 14 e i 19 anni fa uso di sostanze psicoattive.
Questo è quanto emerge dal report-indagine sugli stili di
consumo delle
sostanze stupefacenti, promosso dalla Provincia di Napoli, in
collaborazione con il Centro “La Tenda”, la
Facoltà di Sociologia della
Federico II, le Asl Napoli 1 e Napoli 3 e la Cooperativa Sociale
Operatori Dimensione Uomo, con la direzione scientifica di Luigi
Caramiello. Gli autori hanno coinvolto gli studenti in questa ricerca
per verificare quale sia il rapporto dei giovani della provincia
napoletana con le “droghe” e i loro stili di vita
in generale. Il
campione è di 500 unità, distribuito per sesso,
territorio e tipologia
di istituto. I risultati della ricerca indicano che il 31,2% dei
soggetti consuma o ha consumato almeno una volta sostanze stupefacenti;
il 68,8% dice di non aver mai fatto uso di alcun tipo di droga. Le
sostanze più diffuse sono quelle leggere, hashish e
marijuana,
utilizzate da circa il 27,4% dei consumatori. Quella delineata
è quindi
una popolazione giovanile in linea con quella europea, dal momento che
il consumo di sostanze psicotrope, pur essendo un fenomeno ambiguo,
complesso e intergenerazionale, resta legato strettamente alla sfera
giovanile. I giovani sono infatti l’anello debole della
catena sociale,
costretti a diventare troppo presto adulti e, allo stesso tempo,
imprigionati in un’eterna adolescenza che crea conflitti
difficili da
superare. Importante terreno di prevenzione può essere la
scuola, al
fine di avere un miglioramento del rapporto tra adulti e ragazzi e
quindi controllare il fenomeno, e contrastare i mercati illegali delle
sostanze. Maria Antonietta Capasso |
di Luigi
Caramiello,
Antonello Parente titolo La
gioventù del silenzio
editore Pironti,
Napoli, 2008
pagine 317
prezzo € 15,00
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Il
tempo sommerso
di Stefano Bory
Il
tempo è una delle
categorie basilari nella costruzione della propria identità.
In senso
sociale, naturalmente, nella definizione e condivisione dei calendari
della propria vita, della determinazione delle scadenze e dei momenti
di passaggio da una fase ad un’altra della propria vicenda
personale in
funzione di quella collettiva. Nella tarda modernità il suo scorrere però assume cadenze nuove, impreviste e spesso poco interpretabili. Il tempo dei giovani attuali appare come esperito e gestito in modo del tutto nuovo. Nei fatti, meglio parlare di “giovani adulti”, come fa il sociologo napoletano, che a una efficace, rigorosa introduzione teorica, fa seguire una serie di interviste a alcuni giovani meridionali, tese ad esplorare il modo in cui costoro non solo sperimentano il tempo, ma – stretti fra precarietà e flessibilità – ne immaginano lo sviluppo, progettando il proprio futuro. Emerge il quadro delle strategie identitarie che questi giovani articolano, in termini di presente, di futuro, di gestione della vita quotidiana, in cui il tempo sembra diventare un “tesoro sommerso”, da tutelare e difendere, nei confronti di una società che si trova a alimentare un grande inganno, e a millantare un credito ingiustificato nei confronti di una generazione che appare a chi scrive queste righe (e che ne condivide le vicende da anni) ricca di risorse, passioni, energie, talenti, spesso inespresse, sottovalutate, sprecate. Un lavoro, per l’autore, “giovane adulto” egli stesso, anche autoriflessivo e di rispecchiamento, in un tempo che è il proprio, in una identità che gli appartiene. Adolfo Fattori |
di Stefano Bory
titolo Il tempo sommerso editore Liguori, Napoli, 2008
pagine 181
prezzo € 16,50
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Gli
aerei della tortura
di Trevor Paglen, A. C. Thompson
La
guerra al terrore, così come è condotta dagli
Stati Uniti e dai loro
alleati negli ultimi anni, sembra proprio far acqua da tutte le parti.
Pochi ormai credono che questa guerra abbia potuto sortire qualche
effetto positivo, tranne forse quello di fare di tutta
un’erba un
fascio e di portare alla morte o alla carcerazione preventiva vittime
innocenti. Di questo si occupano i due autori, che con
un’indagine
accurata tentano di evidenziare (e ci riescono bene) le falle sempre
più persistenti nella guerra al terrore condotta
dall’Amministrazione
Bush. Più precisamente ci raccontano di come la CIA con
l’aiuto di
compagnie aeree civili abbia offerto viaggi gratis in tutto il mondo a
sospetti terroristi, con il solo scopo di torturarli per estorcere loro
informazioni quasi sempre di nessuna utilità. La cosa
più grave che
però colpisce è la totale sudditanza di alcuni
paesi dell’Europa e del
Medio Oriente a questa grave violazione delle più elementari
norme
internazionali ratificate dagli stessi Stati Uniti, che hanno reso noi
tutti (Italia compresa) colpevoli di atti esecrabili. Appare comunque
ovvio che qui non si sta parlando di banale antiamericanismo (che pure
è presente) ma del fatto che nessuno Stato democratico
dovrebbe mai
prestarsi a compiere atti di tal genere. Orrori della nuova politica
americana che una frase può ben riassumere, una frase di
Cofer Black,
capo del Centro Antiterrorismo della CIA: ”…Tutto
quello che voglio
dire è che c’è stato un
‘pre’ 11 settembre e un ‘dopo’
11 settembre.
Dopo l’11 settembre ci siamo tolti i guanti”. Giovanni De Notaris |
di Trevor Paglen, A. C. Thompson
titolo Gli aerei della tortura
editore
Fandango libri, Roma, 2008 pagine 152 prezzo € 15,00
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