The Dreamers
di John Zorn
La zornitologia è materia per enciclopedisti
autentici, gente avezza a districarsi tra discografie che si allungano
all’infinito. Zorn non li delude mai e, per fortuna, fa quasi
sempre altrettanto con i comuni ascoltatori. The Dreamers esce
in contemporanea al ritorno di Bar Kokhba con Lucifer: Book
of Angels vol.10, e un paio di mesi dopo il volume XIX della
serie Filmworks (The Rain Horse),
leggiadro episodio da camera che, a sua volta, fa seguito alla trilogia
jazzcore conclusasi con le Six Litanies For Heliogabalus,
infernale tour de force per fonemi e scatarramenti vari affidati a John
Patton. Generi e temi che si accavallano, si scavalcano, si frantumano
e si ricompongono. Questo è Zorn, il combinatorio per
eccellenza. The Dreamers riprende il discorso di The
Gift, album del 2001 dove si shakeravano a dovere vari
ingredienti musicali. Il sestetto schierato qui (più lo
stesso Zorn) è reclutato da un’altra sua saga:
Electric Masada. Sin dalle prime battute, in stile hawaiano,
è la chitarra di Marc Ribot a dominare la scena. Fa
eccezione A Ride On Cottonfair, dove solista
è il piano swingante di Jamie Saft. Ribot è
impeccabile nell’eseguire un bel
po’ di sconfinamenti sonori, toccando il vertice in Anulikwutsayl,
sorta di colossale “blues interruptus” sostenuto
dall’hammond (sempre Saft) e in Exodus,
un’altra valanga di blues colorata funky. L’autore
scende in campo per suonare solo in Toys,
disegnando un classico tema kletzmer. In definitiva, un disco
imperdibile per chi ama Zorn e ottimo per iniziare a conoscerlo.
Gennaro Fucile |
di John Zorn
Titolo The Dreamers
Etichetta Tzadik
Distributore
Jazz Today Distribution |
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Dedicated To You…But You Weren’t
Listening
di Delta Saxophone Quartet
Saper rivisitare materiale altrui e, allo stesso tempo,
aggiungere qualcosa di nuovo o inaspettato è
un’arte. Tanto più se si tratta di mettere mano a brani originali di gruppi famosi e di cui si
pensa già di conoscerne tutte le mille sfaccettature.
Oppure, li si ritiene talmente perfetti da essere
“intoccabili”. Ebbene, questo quartetto di
sassofonisti, già alla prese con repertori di musica
contemporanea e d’avanguardia (da Steve Reich a Philip
Glass), si è messo in testa di riarrangiare niente meno che
pezzi celebri dei Soft Machine. Ebbene, l’operazione - che
sulla carta poteva rivelarsi un’impresa velleitaria o
l’ennesimo tributo nostalgico - va oltre le più
rosee aspettative. I quattro rileggono con sapienza alcune pietre
miliari del tesoro “machiniano”, da Facelift
(con ospite Hugh Hopper) a Out-Bloody-Rageous,
senza fare il verso alle versioni originali ma creando lirici
acquarelli cameristici che incantano per equilibrio, gusto e
matericità. Virtuosi sì, ma con
l’anima: i delicati impasti delle ance rivelano nuovi punti
di pista, angoli sconosciuti e orizzonti radiosi. Tanto bravi da
rivitalizzare anche brani del repertorio jenkinsiano non proprio
memorabili come Floating World o The Tale
of Taliesin. In definitiva, una suite
– con alcune tracce scritte appositamente per
l’occasione dai Delta – che ha il suo punto
più alto nella versione di Dedicated to
you…but you weren’t listening:
incantevole, struggente e magica.
Claudio Bonomi |
di Delta Saxophone Quartet
Titolo Dedicated To You…
But You Weren’t Listening Etichetta Moonjune Records
Distributore Ird
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Ghosts I-IV
di Nine Inch Nails
Questo singolare progetto di Trent Reznor esce quasi in
contemporanea a Y34RZ3RO, album di remix a cura di
illustri come Fennesz o Bill Laswell. Trentasei strumentali, questa la
novità musicale, dopo quindici anni di corde vocali
impegnate allo spasimo. Tracce senza titolo, solo un semplice numero
progressivo. Suoni coagulati, seguiti da piccole emorragie, strappi
improvvisi, brume, vaga malinconia, una striscia dove scorre un
po’ tutto dall’industrial all’ambient.
Musica per aeroporti abbandonati da secoli e periodicamente
saccheggiati. Fin qui le circa due ore di musica, poi
c’è la novità della
commercializzazione. Già perché il disco viene
venduto/regalato dai NIN su www.ghosts.nin.com in diversi formati.
Segmentazione per target secondo le più classiche regole del
marketing, una soluzione per bypassare il download illegale. Sei le
opzioni create. Uno, il download di Ghosts I, cioè
i primi nove brani, in formato MP3. Un antipasto abbondante. Due,
l'intero album in digitale, un libretto in pdf di 40 pagine e vari
extra multimediali, solo per 5 dollari. Tre, l'album su due normali cd.
Quattro, l’edizione deluxe: 2 cd, un dvd con tutte le canzoni
in multitraccia, un disco blu-ray con l'album in altissima definizione
+ diapositive, un libro illustrato di 48 pagine. Non è un
prodotto per molti, costa 75 dollari. Cinque l’edizione in
vinile (4 Lp). Infine, edizione super deluxe. Contiene tutto
ciò che forma la versione da 75 dollari, più i 4
ellepì e una raccolta di stampe d'arte a tema. Solo 2.500
copie, numerate, firmate da Trent Reznor. Elitario, costa 300 dollari.
Gennaro Fucile |
di Nine Inch Nails
Titolo Ghosts I-IV
Etichetta The Null Corporation
Distributore Sarx Multimedia (per il
doppio cd fisico)
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