Libertà e
impero. Gli Stati Uniti e il mondo 1776-2006
di Mario Del Pero
Appare evidente a noi tutti che lo sciagurato mondo in cui viviamo è chiaramente dominato da forze politiche, sociali e civili che non sempre appaiono facilmente comprensibili e assimilabili. Una delle forze più potenti, ma anche politicamente influenti (e talvolta devastanti), viene oggi rappresentata dagli Stati Uniti d’America. Quello che Mario Del Pero fa in questo volume è tentare di definire, tracciandone la storia dalle origini fino all’Amministrazione Bush jr, l’Hyperpotenza (come definita dall’autore) americana. È tutt’oggi possibile eguagliare gli Stati Uniti, sovrastarli, piegarli forse? L’autore esamina con grande perizia e notevoli capacità indagative i motivi per cui forse, pur concludendo il volume con interessanti suggestioni, soltanto gli Stati Uniti possono trascendere se stessi. Nessuna altra potenza imperiale (eccezion fatta forse per l’antica Roma, non per la vecchia Inghilterra) ha mai raggiunto un tale potere mediatico, culturale, storico, si potrebbe dire quasi divino, come quello che posseggono fin dalla seconda metà dell’Ottocento questi gloriosi cinquanta stati. Un impero quindi, o forse l’Impero; unico e solo. Quanto democratica sia la più antica democrazia del mondo lo si lascia all’intuizione dell’attento lettore, con la cura però di comprenderne la storia osservando soprattutto i retroscena di ogni atto, senza fermarsi alle fuorvianti apparenze. Giovanni
De Notaris
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di Mario Del Pero
Titolo
Libertà e impero.
Gli Stati Uniti e il mondo 1776-2006 Editore
Laterza, Roma-Bari, 2008 Pagine 574
Prezzo
€ 26,00
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Né di Eva né di
Adamo
di Amélie Nothomb
Amélie Nothomb ripropone in queste pagine autobiografiche i temi della diversità linguistica e culturale, raccontando, con tagliente ironia, l’amore per Rinri, affascinante fidanzato giapponese, e per la Terra del Sol Levante, dove l’autrice è nata e ha trascorso i primi anni dell’infanzia. Giovanissima insegnante di francese a Tokyo, studiosa, a sua volta, del giapponese, la scrittrice sottolinea quanto senta propri sia entrambe le lingue sia gli orizzonti di senso da esse dischiusi, profondamente distanti, ma in lei protesi a congiungersi, come sembra volerci dimostrare il poetico legame sentimentale con il suo allievo nipponico. L’attenzione della scrittrice agli universi minimi si anima con la forza della parola, quella veemenza verbale capace di evocare potenti sensazioni e struggenti ricordi, che, attraverso la descrizione della delizia dei sapori, della raffinatezza delle tradizioni, dello stupore dell’innocenza e del tremore dell’estasi, celebra la grandiosità della vita. L’incanto dell’amore provato per quell’uomo, miracolosamente “estraneo al male”, non impedirà, però, l’insorgere del desiderio di fuggire, vile e realistico, forse presago della necessità inaggirabile della fine di ogni rapporto amoroso. Amélie sceglierà dunque di svincolarsi dal caldo e dolce abbraccio dell’affetto, per sprigionare se stessa, l’istinto e la passione, nella potenza dispiegata della propria creatività. Linda De Feo |
di Amélie
Nothomb
Titolo Né di Eva né di Adamo
Editore Voland, Roma, 2008
Pagine 153
Prezzo
€ 13,00
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Il desiderio chiamato Utopia
di Fredric
Jameson
Di che cosa parliamo quando parliamo di Utopia? Quale separazione operiamo tra testo letterario e progetto politico, quale osmosi si determina tra i due ambiti e sopra tutto, da dove origina e come si rinverdisce l’anelito utopico, la sua irriducibile volontà di esistere? Ecco alcuni dei punti di partenza di un’analisi che Jameson opera a partire dal testo fondante, quello di Tommaso Moro, sviscerato, davvero messo a nudo e riversato nel nostro presente, dopo averlo riletto anche alla luce dei successivi utopismi. Nell’affascinante viaggio nel pensiero utopico costruito da Jameson, ci sono tutti, da Edward Bellamy a William Morris, da Ursula LeGuin a Kim Stanley Robinson, solo per citare alcuni inventori di utopie. La ricerca di uno statuto specifico del genere, non sviluppa, però, una mera riflessione teorica, ma giunge a ribadire l’assoluta alterità dell’Utopia e a sostenerne la necessità al tempo del postmoderno, epoca in deficit di visioni utopiche. Visioni che i pur ampi movimenti di massa no global, no logo e no quello che si vuole ancora non riescono ancora a produrre. Questione di tempo, sostiene Jameson, ribadendone così l’urgenza e la necessità: “Perciò per paradosso questa crescente incapacità di immaginare un futuro diverso accresce invece che diminuire il fascino e l’utilità dell’Utopia”. Il saggio è solo la prima parte dello studio, Archaelogies Of The Future. The desire Called Utopia And Other Science Fictions, che l’autore e l’editore italiano hanno scelto di presentare in due volumi. La parte intitolata The Desire… corrisponde alle prime 233 pagine dell’edizione italiana. Gennaro Fucile |
di Fredric Jameson
Titolo
Il desiderio chiamato Utopia Editore Feltrinelli, Milano, 2007
Pagine 300
Prezzo
€ 30,00
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