I giardini di
Baghdad. Storia della mia famiglia perduta
di Leilah Nadir
Leilah Nadir, scrittrice di padre irakeno cristiano e di madre britannica, vissuta tra il Canada e l’Inghilterra, con questo primo libro, attraverso suggestivi ricordi, raccapriccianti avvenimenti di cronaca e preziose fotografie, narra le vicissitudini dei suoi parenti rimasti in Irak. Pur non essendoci mai stata, l’autrice dimostra un profondo amore per la terra d’origine, ferita e umiliata, e intraprende un viaggio alla ricerca di se stessa, raccontando il destino di una famiglia che finisce per rappresentare emblematicamente la realtà di un intero paese derubato della propria storia. La memoria della bellezza del rigoglioso giardino della casa di Baghdad dov’è cresciuto Ibrahim, padre di Leilah, simboleggia l’incanto perduto di una nazione dilaniata, mutilata e piegata dalla furia bellica dell’opera di “democratizzazione” avviata, nel 2003, dagli Stati Uniti. Dalla consapevolezza dell’impossibilità di ricomporre l’infranto prende forma, però, il sogno di poter un giorno raggiungere quella vecchia dimora di famiglia, poterne sfiorare gli oggetti, avvertire le presenze che un tempo la popolarono, e schiudere finalmente le finestre su una città non più tormentata dal fragore delle esplosioni e dalle atrocità della guerra. Questa pervicace speranza si lega coraggiosamente al proverbio turco che apre la narrazione: “Un passo dopo l’altro, arriverai a Baghdad”, confidando nella giustizia di un percorso che, nonostante le avversità, comunque finirà per ricondurre a casa propria. Linda
De Feo
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di Leilah Nadir
Titolo
I giardini di Baghdad. Storia della mia famiglia perduta Editore
Cairo Publishing, Milano, 2008 Pagine 381
Prezzo
€ 18
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Il secolo degli
Stati Uniti
di Arnaldo Testi
Arnaldo Testi dedica da anni le sue ricerche all’analisi storica e sociale degli Stati Uniti, donando sempre ai suoi lettori un analisi chiara, ma anche facilmente comprensibile ai profani, dell’articolata e per molti incomprensibile società americana. La semplicità e la scorrevolezza del volume accompagnano il lettore, che per la prima volta si avvicinasse a questo argomento, mano nella mano dalla seconda metà dell’Ottocento fino alle estremizzazioni patriottiche dell’Amministrazione Bush jr. La capacità di evolversi attraverso frequenti guerre potrebbe sviare il lettore, portandolo a definire semplicisticamente gli Stati Uniti come un paese di guerrafondai. Non è così. L’esame attento della storia sociale, civile e politica degli Stati Uniti che Testi ci dà, ci permette di comprendere come fosse un esigenza fisiologica per la giovane e fiorente democrazia allargare i suoi orizzonti politici e territoriali, così da crearsi uno spazio vitale, tale da imporre le sue regole evitando ad altri di imporle a lei. Ebbene, è questa l’ideologia che ha spinto, e spinge ancora oggi (anche se in maniera più esasperata) gli Stati Uniti ad apparire, forse più che ad essere dei prepotenti arroganti; essi ritengono che nella loro costituzione vi sia qualcosa di divino che li autorizza, tanto per usare un termine fin troppo abusato, ad agire come il poliziotto del mondo. Questa è la loro storia: una storia che, purtroppo o per fortuna, ha molto di sacro e poco di umano. Giovanni De Notaris |
di Arnaldo Testi
Titolo Il secolo degli Stati Uniti
Editore il Mulino, Bologna, 2008
Pagine 364
Prezzo
€ 20,00
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La comunità perduta
di Doris
Lessing
L’ultimo romanzo del Premio Nobel per la letteratura 2007, pubblicato in Inghilterra lo scorso anno, difficilmente inquadrabile nei generi letterari classici, gioca con la memoria, con il mito, con la favola, con l’allegoria e pone questioni irrisolte, affrontando temi come la difficoltà del rapporto tra uomo e donna. Un senatore dell’antica Roma, giunto alla fase finale della vita, decide di raccontare la storia dell’umanità. La comunità perduta, ispirato, come la stessa autrice sostiene, da una teoria scientifica che dà il via alla narrazione, è la storia dei nostri presunti antenati, creature semi-acquatiche di sesso femminile, primordiali forme di vita umana in grado di autoriprodursi senza essere fecondate dagli uomini, procreando solo femmine. La nascita inattesa di un maschio, che verrà ucciso perché considerato un essere deforme, infrange irrimediabilmente l’equilibrio della comunità, minacciandone l’esistenza stessa. Col tempo cominceranno a venire alla luce altri maschi, frutto di un “ripensamento cosmico”, altri “mostri”, che costituiranno una comunità rapace e avventurosa, insediata nella foresta, ben diversa da quella femminile, pacifica e ordinata, che popola le grotte sul mare. Le due comunità, che svilupperanno una dipendenza reciproca, potrebbero essere intese come versioni metaforiche della nostra società, rappresentando da un lato l’instabilità e l’incostanza maschile e dall’altro la naturale attitudine delle donne a stabilire un armonioso contatto con il cosmo. Linda
De Feo
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di Doris Lessing
Titolo La comunità perduta
Editore Fanucci, Roma, 2008
Pagine 236
Prezzo
€ 17,00
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