La solitudine messa in luce da Edward Hopper di Giovanni De Notaris
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In sostanza
il limite nell’espressività dei dipinti di Hopper è la figura umana.
Essa appare isolata all’interno di un insieme chiaro ed organico, dai
volti e dagli sguardi traspare quasi un senso di alienazione; la
presenza umana appare più o meno superflua, si direbbe quasi fastidiosa.
Nelle tele di Hopper qualcosa pare sfuggire, qualcosa di misterioso,
di arcano, di enigmatico; le sue vedute sono verosimilmente in grado di
penetrare la realtà più di quanto possa fare l’essere umano. Qualcosa
ci sfugge, qualcosa che non riusciamo a carpire con i nostri sensi.
L’artista sembra aspirare ad allontanare da sé l’interesse per la
persona, e prestare attenzione solo alla forza penetrante e plasmante
della luce. In Rooms by the Sea e in Morning Sun la luce
calda e talvolta severa svolge il ruolo di un genitore solerte nella
sua capacità di avvolgere e proteggere la scena come una figlia
smarrita. Come un genitore quindi, la luce pare ergersi a giudice delle
cose umane, con le persone che appaiono inquietanti nella loro
inespressività e assenza scenica, quasi ad aver soggezione della
luminosità, incline ad esprimere l’immanente forza del trascendente. La
luce avvolge e coinvolge; l’autore ritiene necessario utilizzarla per
comprendere o catturare in un istante i sentimenti dei protagonisti,
quasi che questo possa aiutarlo a conoscere prima di tutto se stesso.
Nelle sue tele la natura tenta in ogni modo di affrancarsi dalla città,
di svincolarsi dalle costrizioni cui la scena urbana la sottopone;
sembra quasi voler spazzar via tutto ciò che è umano per riaffermare
il suo dominio assoluto. La luce di Hopper filtra, plasma, crea o
sopprime sentimenti, costruisce o demolisce forme e persone, in ogni
modo cerca di infilarsi dovunque per imporre se stessa, sempre e
comunque.
Il dipinto che esprime al meglio ciò che è stato detto finora è sicuramente Sun in Empty Room, dove oramai la luce e la natura dominano sovrane incontrastate, annullando una volta per tutte la presenza ingombrante dell’uomo; finanche i colori sembrano impedire alla presenza umana di manifestarsi e dire la sua. Perfino lo spettatore che si trovi ad osservare il dipinto rischia di apparire fuori posto. I dipinti di Hopper sembrano quasi non aver bisogno di osservatori per completarsi; completano autonomamente se stessi. | ||
Rooms by the Sea | Sun in the empty Room | |
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