Secret Asylum
di Ray Russell
Ristampa di un Lp Black Lion del 1973, che vede il chitarrista
inglese affiancato dalla sua collaudata sezione ritmica, Alan Rushton
alla batteria e Daryl Runswick al contrabbasso, line-up completata da
Harry Beckett alla tromba e al flicorno e Gary Windo al tenore e
flauto. Il disco mise in luce il carattere più sperimentale
dell’arte di Russell, che già il Live At
ICA del 1971 aveva mostrato. Un versante meglio ancora
precisato dalle bonus presenti nella ristampa Moikai del 2000, specie
nella devastante Stained Angel Morning. Stesso
titolo, curiosamente, porta la breve traccia che apre questo disco. Il
bel tema è affidato alla chitarra acustica piuttosto bluesy
e al flauto, ma subito dopo con Spinetree si/ci
precipita in una furiosa improvvisazione condotta con il solito piglio
guerriero da Windo, con cui Russell prende poi a duellare senza sosta.
Da qui in avanti tutto ruota intorno al centro ubiquo
dell’improvvisazione. Alla dirompente chitarra free/rock del
citato Live all’ICA, stracarica di feedback e noise, si torna
in All Through Over You – Nearer e These
That I Am. Quest’ultima poi appare quasi clonata
dalla Stained Angel Morning ripescata dalla Moikai
e qui si è dalle parti del Jimi Hendrix più
torrenziale. Beckett, a sua volta si fa particolarmente apprezzare in Sweet
Cauldron, brano dall’atmosfera rarefatta e dai toni
ovattati, appena infiammato sul finale, magistrale. Il giamaicano
svetta anche in To See Through The Sky, mentre
Windo si conferma un po’ ovunque impareggiabile guastatore.
Gennaro Fucile |
di Ray Russell
Titolo Secret Asylum
Etichetta Reel Recordings
Distributore
Voiceprint |
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Tipping Point
di Jason Smith/Gary Husband/Dave Carpenter
Appassionati
di piano e jazz energico? Questo è l’album che fa
per voi. Il power trio, guidato dal batterista Jason
Smith, coadiuvato dal contrabbassista Dave Carpenter, vede infatti
dietro alle tastiere acustiche ed elettriche Gary Husband, una vecchia
conoscenza del jazz rock avendo suonato con alcuni mostri sacri del
genere, come John McLaughlin, Jack Bruce, Billy Cobham, Ray Russell e
Allan Holdsworth. A dire la verità più conosciuto
per le sue virtù di batterista, Husband è un
virtuoso anche al piano; originale ad esempio la sua rilettura del
repertorio di Holdsworth (The Things I See uscito
nel 2001 per la coraggiosa Art of Life Records) o le più
recenti interpretazioni delle musiche di John McLaughlin, Mahavishnu
Orchestra e Shakti (A Meeting of Spirits). In questo
album, registrato live al Jazz Bakery di Los Angeles, Husband si mette
umilmente al servizio di una formazione solida e onesta che esegue
senza pretese rivoluzionarie alcuni noti standard di McLaughlin, Keith
Jarrett, Kenny Wheeler, Jimmy Webb. E il risultato è
più che soddisfacente grazie proprio all’eclettico
Husband che valendosi di un’ottimo motore ritmico, riesce a
svariare e improvvisare con il suo piano elettrico (ad esempio, in Follow
Your Heart o in Heyoke) senza farci
rimpiangere gli originali. E, già così, non
è poco.
Claudio Bonomi |
di Jason Smith,
Gary Husband, Dave Carpenter Titolo Tipping Point
Etichetta Moonjune Records
Distributore Ird
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Beach Crossings – Pacific Footprints
di Mike Cooper
& Friends
Cooper, inglese, vive da anni a Roma, ha iniziato suonando
blues, frequentando poi la crema del jazz inglese, finanche gli
improvvisatori più radicali e intrattiene da oltre
vent’anni una relazione privilegiata con la musica
polinesiana. Una fiamma che si accese ufficialmente nel 1987 quando
formò insieme a Cyril Lefebvre gli Uptowns Hawaiian.
Passione tuttora viva come documenta questa registrazione, musica
suonata in compagnia di un po’ di amici come recita
l’intestazione del disco e che in parte ne riepiloga il
variegato universo sonoro. In scaletta c’è
soprattutto dell’ottimo blues, sanguigno, rurale,
particolarmente intenso in New Hard Times Killing Floor,
ma anche nell’emozionante canto solo di Everybody
Ought To Treat A Stranger Right e ne è pervaso
anche la tesa, vibrante cover di Master Of War di
Bob Dylan. Diffusi, nel corso dell’esecuzione, disturbi
rumoristici, fondali esotici/elettronici come in Beach
Crossing, molti frammenti sonori, miniature da cui nascono o
in cui muoiono i brani letti/recitati, un collage che cuce insieme
momenti diversi della storia e delle culture del Pacifico, dalle
leggende a Pearl Harbour. È la nota stonata della
performance, o meglio della sua registrazione che ne risulta
appesantita. Una delizia, invece, la ballad Xmas in Hawaii e
soprattutto Bengawan Solo, uno standard indonesiano
(scritto nel 1940) di recente inserito nella colonna sonora di In
The Mood for Love di Wong Kar-wai e qui cantato
magnificamente da Enrica Vatteroni.
Gennaro Fucile |
di Mike Cooper & Friends
Titolo Beach Crossings
– Pacific Footprints Etichetta Rai Trade
Distributore Ird
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