Second-Hand Furniture
di Steno
Le ricerche elettroacustiche condotte dal duo Tu m', composto
da Rossano Polidoro ed Emiliano Romanelli e quelle dell'ex Oval, Frank
Metzger confluiscono in un nuovo laboratorio di suoni. In azione ci
sono tre laptop e altrettanti lettori Cd (Metzger in aggiunta impiega
anche lettore di Dvd e Mini disc) che instaurano un movimento
dialettico tra gli opposti comandi rw e ff,
dinamica risolta, per così dire nella sintesi
dell’interruzione. In prima battuta appare come un ritorno al
futuro, a quel glitch-sound che proprio agli Oval si deve. In
realtà qui c’è una costruzione, un
ri-comporre i suoni quasi simulando la forma canzone. Val la pena
ricordare che il termine glitch indica un errore. Nasce da qui, dagli
“sbagli” digitali questo confezionare collage
sonori, sequenze di imperfezioni, ritmate tra loro grazie all'uso
principalmente di software e campionamenti vari. Il genere glitch,
appunto. Tornando a Steno, se Pipco o Tissue,
hanno un più stretto legame di parentela con la matrice
Oval, di altra pasta sono fatte la melodiosa We,
l’ariosa Lipservice Intro e la simil-rock
Fib. Interessante poi la manipolazione delle voci,
convincente, ad esempio, nella conclusiva Talk.
Suoni di un altro mondo, ad n dimensioni, non
necessariamente in numero superiore al nostro (quante le reali
dimensioni del digitale?), forse la musica di Flatland,
il mondo bidimensionale abitato da segmenti, triangoli, quadrati,
poligoni e circoli inventato da Edwin Abbott. Disco disponibile solo in
download MP3.
Gennaro Fucile |
di Steno
Titolo Second-Hand Furniture
Etichetta MR MUTT
Distributore
iTunes, eMusic, Rhapsodhy |
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Stories
From The Shed
di The Wrong Object
Dopo le collaborazioni con Elton
Dean, Harry Beckett, Annie Whitehead, Alex Maguire e altri, ecco che
questo giovane quintetto belga approda dopo diversi live al primo album
registrato in studio. Qui il gruppo capitanato da Michel Delville
(chitarra elettrica e chitarra synth) fa tutto da solo e si dimostra
all’altezza del compito con una raccolta di 14 brani che
mettono in luce la maturità di un combo che senza rinnegare
le matrici zappiane sa ormai mettersi in gioco con maestria attingendo
trasversalmente a diverse scuole di pensiero quali il progressive, il
folk orientale e, ovviamente, il jazz, quello però di segno
inglese e più imparentato con l’idioma rock. Non
è un caso che ascoltando il cd vengano subito in mente certe
atmosfere sottolineate dall’elettronica che ritroviamo ad
esempio nell’ultimo lavoro dei Soft Machine Legacy: Steam,
uscito l’anno scorso sempre per la Moonjune Records. Tutte le
tracce meritano, in particolare spiccano Theresa’s
Dress, piccolo capolavoro dalle reminescenze hopperiane di
Delville, la liberatoria Saturn, a firma di
Jean-Paul Estiévenart, il bravo trombettista del gruppo, e Lifting
Belly, altro tributo, neanche troppo sommesso, alla macchina
soffice.
Claudio Bonomi |
di The Wrong Object
Titolo Stories From The Shed
Etichetta Moonjune Records
Distributore Ird
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Dreaming Of Glenisla
di Ken Hyder’s Talisker
Scorrere la lista dei dischi
pubblicati dalla Virgin/Caroline è un po’ come
immergersi in acque non troppo profonde dove giace qualche vascello che
fu di pirati. Quel catalogo di vinili dimenticati è uno
scrigno contenente gioielli, dobloni e altri preziosi ancora in attesa
di rivedere la luce. Ogni tanto si pesca qualcosa, gli Henry Cow, i
Faust, gli album della coppia Steve Miller/Lol Coxhill, tra gli altri,
e ora questi Talisker, inventati e guidati dal batterista Ken Hyder. Un
quintetto che qui (album d’esordio datato 1975) schierava
Davie Webster all’alto, John Rangecroft al tenore e al
clarinetto e due contrabassisti Lindsay Cooper e Marc Meggido. Nelle
cinque composizioni originali e nei sei brani tradizionali
riarrangiati, Hyder mise a punto una singolare miscela musicale che a
volte discende direttamente dall’Albert Ayler di Love
Cry (come nelle marcette Heel an’Toe,
Foot an’Moo’ e He Mandu)
e in generale ne adotta il metodo di re-invenzione del folk,
intervenendo con la stessa libertà sulla propria tradizione,
in questo caso la musica scozzese. Esemplare Mrs. Macleod
Raasay & Soldier’ Song che dalle highlands
si sposta repentina nel cuore di una Harlem in fiamme, così
come nella bella titletrack, risolta dopo le prime battute quasi
pastorali in un bop da manuale. Disco ricco di soluzioni ritmo-melodiche
e di invenzioni timbriche (il lavoro con gli archetti dei due
contrabbassisti a far da cornamuse in Lament for Mal Dean,
ad esempio), che il tempo non ha guastato.
Gennaro Fucile |
di Ken Hyder’s Talisker
Titolo Dreaming Of Glenisla
Etichetta Reel Recordings
Distributore Voiceprint
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