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Sociologie della comunicazione
di Alberto Abruzzese e Paolo Mancini
Un manuale che vuole “ricostruire la
storia della comunicazione (soprattutto a partire dal Settecento)
attraverso le teorie che se ne sono occupate”.
I due autori ci accompagnano lungo un itinerario che, in primo luogo, lambisce gli aspetti centrali che hanno caratterizzato la società moderna e quella contemporanea, dalla metropoli alla fabbrica o alla cultura di massa, e via via fino al networking che contraddistingue l’organizzazione sociale odierna. Tra i processi che hanno maggiormente influito sul mutamento sociale vengono individuati, in particolar misura, quelli inerenti ai mezzi di comunicazione ed alle loro vicissitudini. Tra gli altri, la stampa (soprattutto quella popolare), il telegrafo, la radio, il cinema, la televisione, internet hanno infatti contribuito a scandire le fasi del cambiamento orientando i percorsi culturali, le modalità di interazione sociale, la strutturazione dei palinsesti dell’immaginario collettivo, finanche – in molteplici casi – le forme di organizzazione politica ed economica. La guida per la comprensione di questi processi è fornita dai contributi di quei grandi autori che hanno semplicemente commentato e sviscerato gli aspetti complessivi della società moderna – da Marx a Weber, da Durkheim a Simmel, da Benjamin a Merton – o che hanno anche indirizzato più esplicitamente i propri studi sulla cultura di massa o sui mezzi di comunicazione e trasmissione – come Morin, Lazarsfeld, Castells. Luca Bifulco |
di Alberto Abruzzese
e Paolo Mancini Titolo Sociologie della comunicazione
Editore Laterza, Roma-Bari, 2007
Pagine 282
Prezzo € 20
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L’anima e il suo destino
di Vito Mancuso
Questo saggio di teologia,
pubblicizzato da Panorama come un
“autentico caso editoriale e culturale”, solleva
dubbi circa la validità di alcuni dogmi della fede
propugnati dalla Chiesa cattolica. Ponendosi delle domande non
“storicizzate”, come potrebbero obiettare i
detrattori, ma dal valore universale determinato dal rigore logico con
cui l’autore applica la sua ragione e la sua critica a temi
su cui si sono interrogati filosofi e teologi di tutti i
tempi. L’origine dell’anima è solo
divina? Qual è il vero significato della sua
immortalità? Perché credere nel peccato
originale, che è in contraddizione con la teoria del libero
arbitrio? E l’aldilà, soprattutto
l’Inferno, come va inteso? Il teologo della
facoltà di Filosofia dell’Università
San Raffaele di Milano, in continuità con i principi della
biologia e della fisica moderni, ci offre una prospettiva inedita in
cui c’è poco spazio per il male radicale e
l’uomo si redime da sé. Perché lo
spirito e la materia, secondo lui, non sono in contrasto in quanto
originati dal lavoro dell’energia della natura-physis. In
questa luce, che è poi quella dell’ordine
dell’universo, l’uomo tende naturalmente a
realizzare l’Idea di bene, attraverso l’amore,
l’unica azione capace di assicurargli la salvezza eterna. Ma allora non si capisce, da parte della dottrina ufficiale,
perché si dovrebbe credere alla resurrezione di Cristo, che
si è incarnato per la nostra redenzione. Né, da
parte dell’intelletto laico, da dove derivano i tanti mali e le tante sofferenze dell’essere umano.
Daniela Fabro |
di Vito Mancuso
Titolo L’anima e il suo destino
Editore Raffaello Cortina Editore, Milano, 2007
Pagine 323
Prezzo € 19,80
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Lo spazio bianco
di Valeria Parrella
La
protagonista del romanzo, Maria, è una quarantenne che
insegna italiano in una scuola serale napoletana, leggendo Dante e
Leopardi a giganteschi camionisti che stentano a entrare nei banchi, ma
che sono determinati a conquistare la licenza media. Una vita
apparentemente destinata all’inesorabile solitudine comincia
ad animarsi grazie a una serie di incontri. Il flusso normale della
quotidianità viene interrotto da un accidente, che biforca
il tempo nella dimensione contratta, puntiforme dell’istante
e in quella dilatata, sospesa dell’attesa. Nel denunciare la
propria incapacità di saper aspettare in maniera
inconsapevole e impotente, Maria osserva le ore trascorrere sul corpo
della sua bambina, nata prematura, ricoverata in terapia intensiva e
custodita da un’incubatrice. Durante l’obbligato
incrociarsi con un’umanità sofferente, in attesa
di una guarigione e di un ritorno alla consuetudine non scossa da
eventi straordinari, il non senso della vita induce la protagonista a
riflettere sulla coesistenza degli opposti e sulla tragicità
delle contraddizioni.
La dissoluzione del conflitto tra la nascita e la morte e il dramma di una probabile, terribile perdita corrodono l’efficacia e il significato perfino dell’ovattato e silenzioso tempo fermo della lettura, da sempre salvifico per Maria, che, attraverso i libri, aveva allenato la mente a fidarsi solo di se stessa e a credere nell’equivoco di bastare a se stessa ogni volta che si sentiva tradita dalla realtà. Linda De Feo |
di Valeria Parrella
Titolo Lo spazio bianco
Editore Einaudi, Torino, 2008
Pagine 122
Prezzo € 14,80
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