Nell’arte antica le tracce del design italiano di Maria D’Ambrosio
|
||||||
Ma il Design Museum non è certo la cattedrale del
lusso quanto piuttosto un’istituzione culturale che propone
l’arte e il design come il fondamento e l’essenza
dell’industria italiana, del sistema produttivo italiano che
vede in Milano la sua capitale.
I video e gli oggetti in mostra sono da intendersi come metanarrazioni, costruite non per celebrare l’antico o il moderno, quanto invece per rileggere la storia millenaria e multiculturale del nostro piccolo e bel paese, gettato nel mezzo del Mediterraneo, culla di tante civiltà, che produce ed esporta prodotti la cui forza ha contribuito a costruire un’immagine di successo, così legata ad una filosofia di vita che è anche una filosofia tout court che fa del Bello un progetto di distinzione: il rifiuto dell’omologazione. Insomma come a dire che la politica culturale, insieme al culto per l’eccesso e il superfluo, si fonde con la politica economica e industriale di un paese, e diviene un tutt’uno di cui ben sanno gli esperti di branding per il made in Italy e i suoi “gioielli”. L’idea di museo trova nel Design Museum una radicale forza di rinnovamento e di comunicazione: così promette di essere permanente eppure di cambiare allestimento. Ci si può tornare, dunque, come si può programmare questa o quella visita ad altri musei, gallerie d’arte o siti archeologici dove vedere dal vivo ciò che nelle produzioni audiovisive fatte ad hoc per il primo allestimento del Design Museum è stato presentato come parte di un sapere legato alle forme e allo stile di questa o quella cultura ormai anche scomparse. | ||||||
Falkland, Bruno Munari, Danese, progetto e produzione 1964 | ||||||
Dunque da Milano e dal suo patrimonio legato al design si apre un forte e significativo collegamento con l’arte e la cultura più in generale. Come a riappropriarsi e riconoscersi in ciò da cui veniamo. Milano. La città distrattamente normale – o così normalmente sofisticata - di un’Italia operosa, tra arte moda e design, delle cui “eccellenze” non c’è memoria nelle tristi colate di cemento delle degradate periferie o di interi e abusivi quartieri metropolitani né nelle assemblee parlamentari o nelle aule di tribunale. Milano della Resistenza. Come Milano delle avanguardie. E Milano che guarda altera il resto dell’Italia un po’ più lenta e caotica. La Milano città-design, questa, che ha reso il grigio del suo cielo un colore così chic e alla moda, a garanzia di un tono che è quasi uno status symbol che non tramonta e che sembra una delle chiavi per il successo. Sarà perché il grigio è così vicino al colore dell’acciaio: inossidabile. |
||||||
[1] [2] (3) | ||||||
|